Ancora una volta una attività organizzata dai praticanti è stata cancellata. Non ero sorpreso, perchè il nostro ambiente è piuttosto complicato; piuttosto mi sono sentito un po’ depresso. La sera la mia depressione è diminuita dopo che ho recitato tranquillamente la Fa.
Ho compreso che ero preoccupato riguardo alla capacità del nostro gruppo locale di fare bene. Ho osservato ogni genere di attaccamenti nei praticanti, incusi il mettersi in mostra, l’eccesso di zelo, l’attaccamento a fare le cose, a proteggere se stessi o la mancanza di fiducia negli altri – tutti questi avevano allargato la distanza tra i praticanti, e i praticanti guardano fuori anzichè guardare dentro se stessi.
Continuando a studiare la Fa, ho compreso che la mia preoccupazione era un riflesso della mancanza di fede nella Dafa. Non è forse vero che i pensieri retti e determinati dei praticanti sono responsabili degli elementi retti nell’universo? Non stanno disintegrando gli elementi malvagi? I pensieri retti radicati nella Dafa non sono influenzati da alcun fattore. Ma allora che cosa mi aveva toccato? Era stato il fatto che guardavo le mancanze degli altri con un cuore umano.
Il Maestro ha detto,
“Quindi, non sviluppate un nuovo attaccamento come risultato della mancanza di comprensione dello stato di coltivazione. Quell’attaccamento sarebbe in se stesso un impedimento gigantesco al progresso della vostra coltivazione, quindi dovrete sbarazzarvi anche di quello." ("Insegnare la Fa alla Conferenza della Fa nella Capitale degli Stati Uniti")
Il Maestro ha stabilito per i praticanti la forma di coltivazione nella società. La parte che i praticanti hanno finito di coltivare è separata istantaneamente, così che ciò che un praticante mostra sulla superficie è sempre la persona che sta coltivando. Perciò in un tale stato di coltivazione, la cosa più importante per un praticante è guardarsi dentro, ed avere una visione positiva delle cose rimanendo consapevoli che in questo mondo umano le cose sono al contrario.
Ho compreso che ho avuto un problema per lungo tempo: ho sempre sperato che i praticanti potessero trattare con pensieri retti le cose che io dovevo affrontare personalmente o le cose che facevo; altrimenti consideravo quei praticanti una interferenza. In realtà, avrei dovuto chiedere a me stesso di considerare la ragione per cui subivo l’interferenza, e perchè guardano le persone in modo sprezzante, identificando gli attaccamenti che venivano messi in luce, e perchè avevo paura di subire delle interferenze. Queste ragioni includevano la gelosia, la mentalità competitiva, il lamentarsi degli altri, la paura che il mio interesse personale fosse compromesso, la paura di non essere considerato dagli altri. Di fatto, nel profondo, stavo proteggendo me stesso invece della Fa.
Questo è un altro problema che permane: i praticanti stanno gradualmente abbandonando i nostri gruppi di studio della Fa di grandi dimensioni (anch’io ho la stessa tendenza). Ci sono sempre molte discussioni tra i praticanti; ero anche confuso su parecchie questioni, e non potevo trovare una soluzione per esse, così mi sentivo inerme. Quando ho pensato al fatto che il Maestro ci ha chiesto di partecipare ai grandi gruppi di studio e di non evitare il nostro ambiente di coltivazione locale, ho pensato molte volte di tornare al gruppo di studio, ma non mi sono mai chiesto perchè il Maestro ci ha chiesto di farlo. Ora penso che il Maestro voglia che siamo veri praticanti e che non evitiamo i conflitti, che guardiamo dentro quando sorgono i problemi, che lavoriamo insieme come un corpo unico e che siamo responsabili per la Dafa e per i praticanti come un corpo unico.
Questa è la mia limitata comprensione.
Versione inglese: http://www.clearwisdom.net/emh/articles/2009/7/30/109611.html
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