Storie sull’aiuto rivolto alle persone per dimettersi dal PCC

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Armati solo di un biglietto da visita, un telefono e un cuore sincero, i praticanti Falun Gong stanno smantellando la Muraglia Rossa una pietra alla volta.

Lavorando nel loro tempo libero con le proprie risorse, volontari all’estero fanno migliaia di telefonate ai cittadini cinesi esortandoli a dimettersi dal Partito Comunista Cinese (PCC).

Parlando a sostegno dei 55 milioni di cinesi che hanno rinunciato al PCC, ad una manifestazione a Toronto, 30 maggio 2009 (Eric Sun/The Epoch Times)
Lo fanno, dicono, per aiutare le persone a disassociarsi dal Partito che presto cadrà – facendo sprofondare quelli a esso legati giù assieme a loro.

Cinque anni fa, The Epoch Times ha pubblicato la serie editoriale dei “Nove Commentari sul Partito Comunista” (*), dando il via a un movimento tra i cinesi per dimettersi dal Partito e dalle sue organizzazioni affiliate. Più di 60 milioni di persone hanno attualmente preso questa decisione.

I “Nove Commentari” danno un quadro completo della storia e della natura del PCC accostando documenti ufficiali del PCC, resoconti di terzi e un’ampia testimonianza personale. Nel 2005 il libro è stato premiato col National Journalism Award dalla Asian American Journalists Association.

All’interno della Cina, praticanti Falun Gong e sostenitori rischiano le proprie vite quotidianamente per distribuire i “Nove Commentari” e per aiutare le persone a lasciare il PCC. All’estero, inoltre, centinaia di volontari aiutano a spingere l’ondata di dimissioni.

Il PCC è un’organizzazione alla Lenin con una rigida struttura di appartenenza. I membri devono fare giuramento alla bandiera comunista per essere ammessi, giurando di lottare per il comunismo per il resto delle proprie vite.

La perseveranza ripaga

La signora Yu, di Vancouver, ha aiutato molti membri del PCC, poliziotti e altri ufficiali veterani a dimettersi dal Partito. Ha detto che solitamente è più difficile quando si parla a qualcuno che appartiene a un alto rango nel Partito.

“Una volta, un ufficiale ha risposto alla mia telefonata”, ha detto Yu. “Ha detto che aveva già ricevuto tre chiamate che gli suggerivano di dimettersi dal Partito e che ammira i cinesi all’estero. Ha anche riconosciuto la corruzione del PCC, ma in realtà ha esitato a dimettersi. Gli ho parlato a proposito della serie di movimenti politici che hanno avuto luogo da quando il PCC ha ottenuto il potere, specialmente la Rivoluzione Culturale, durante la quale ogni ufficiale di partito assieme ai propri familiari sono diventati vittime di attacchi e bersagli”.

Yu ha detto che l’ufficiale ha riconosciuto ciò che ha detto e le ha dato il suo cognome per inserirlo nell'elenco dei dimessi dal Partito. “Perciò ho preparato un soprannome da mettere assieme al cognome – per proteggere la sua identità e la sua sicurezza. Mi ha ringraziata e io gli ho augurato un futuro felice e sicuro”.

Ha detto che quella telefonata è durata 70 minuti. “Diverse volte, ho preso in considerazione il fatto di rinunciarvi, pensando che il tempo potesse essere meglio speso facendo più telefonate. Ma non ho rinunciato e, alla fine, ha deciso di dimettersi”.

Connettersi ai gruppi di operai

Yu ha fatto molte telefonate ai lavoratori migranti che alloggiano nei dormitori, la maggior parte dei quali sono membri del PCC o della Lega Comunista Giovanile. Spesso ha trovato che se una persona acconsentiva a dimettersi, gli altri nel gruppo avrebbero fatto lo stesso.

“Una volta ho parlato con cinque persone che abitavano nella stessa stanza. Facevano a turni per chiacchierare con me, ma nessuno rispondeva alla questione principale. In fine, ho alzato il tono della voce e ho detto, ‘Noi non ci conosciamo, ma vi sto chiamando da un altro paese. Per favore, pensate a quanto sia importante questa telefonata e datemi alcuni minuti per parlare seriamente con voi’”.

“Uno di loro ha detto: ‘Va bene, vai avanti’”.

Yu ha detto di aver parlato della corruzione del PCC, del terremoto di Wenchuan e dell’enorme protesta degli operai siderurgici nella Cina del nord.

“Alla fine ho chiesto: ‘Un Partito che fa così tante cose malvagie dovrebbe avere il permesso di continuare? Tutti voi avete alzato il pugno e giurato di dedicare la vostra vita al PCC. È come se aveste promesso la vostra vita a qualcosa di malvagio. Adesso che è prossimo alla disintegrazione, se non vi dimettete e annullate la promessa, non siete anche voi in pericolo?”

Improvvisamente ha detto che sembrava che una persona avesse capito e ha acconsentito a dimettersi dal PCC. Poi il telefono è stato passato in giro e si sono dimessi tutti e cinque.

“Uno mi ha addirittura chiesto di presentare le dimissioni di sua moglie la quale ‘odia il PCC’. Questa era una chiamata sola, ma il risultato è stato quello di sei persone che si sono dimesse dal Partito”.

Trovare un ex compagno di classe

La signora Ma, un’altra volontaria, ci ha detto di come un giorno si sia imbattuta in una grossa rubrica telefonica coi nomi degli ex compagni di classe. “Non li contattavo da più di 10 anni, perciò ho pensato di chiamarli per chiedere loro di dimettersi dal PCC. Sapevo che i loro numeri sarebbero potuti essere diversi, ma ho provato comunque”.

Così ha contattato un vecchio amico quando ha fatto un numero tra quelli presenti. “Entrambi eravamo eccitati e abbiamo incominciato a chiacchierare. Ha detto che dopo essere andato in pensione, legge libri ogni giorno e a volte passeggia al parco”.

Dopo aver sentito ciò che avevo da dire e dell’ondata di dimissioni dal partito, ha detto che avrebbe trovato il libro da leggere. Si è anche dimesso dal Partito, dicendo alla signora Ma: “Mi fido di te, perciò mi puoi aiutare tu a farlo”.

Il dolce e l’amaro

Non tutte le telefonate sono senza intoppi. La signora Ly, una praticante di Vancouver, ha parlato di persone che le dicevano parolacce o che parlavano in dialetti che lei non riusciva a capire, specialmente quando ha iniziato per la prima volta. Suo marito era impaziente, accusandola di perdere tempo e soldi. “All’inizio mi sembra di avere davvero torto”, ha detto. “Ma poi ho cambiato il mio pensiero e rafforzato la mia risolutezza per aiutare le persone”.

“A volte sembrava di avere una conversazione con un amico”, ha detto la signora Ly. “La persona diceva ‘Ci stavo pensando ad abbandonare il PCC, ma non so come fare. Se mi puoi aiutare, ne sarei davvero riconoscente’.

“C’erano anche persone che, solo dopo aver sentito alcune mie frasi, incominciavano a dire che il PCC sarebbe stato sicuramente eliminato visto che è così malvagio. Mi parlavano della persecuzione che le loro famiglie avevano sofferto. Un uomo mi ha detto: ‘Mi sento davvero meglio dopo aver parlato con te. Lo so che sei una praticante Falun Gong, siete tutti brave persone’”.

(*) http://ninecommentaries.com/ (Andare su “Other languages” per la versione italiana)

Versione inglese: http://www.theepochtimes.com/n2/content/view/23255/

Versione cinese: http://epochtimes.com/gb/9/9/24/n2666879.htm

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