Jilin: Una persona innocente incarcerata

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Il trentaquattrenne signor Li Longji, un praticante del Falun Gong della città di Yanji, provincia di Jilin, è stato arrestato dagli agenti della Divisione di Sicurezza Interna il 17 settembre 2009. Il signor Li è stato interrogato sotto tortura ed è detenuto presso il centro di detenzione di Yanji.

Il 10 dicembre, I funzionari hanno infine notificato al padre settantasettenne ed alla madre di settantadue anni, che il loro figlio era stato arrestato perché praticante del Falun Gong. Preoccupati, si sono precipitati dalla campagna nella città di Yanji. Sono andati al Dipartimento di Sicurezza Interna, nel Dipartimento di polizia, nell’Ufficio della Procura ed al centro di detenzione della città, nella speranza di far rilasciare loro figlio. I loro sforzi sono stati inutili. Inoltre, si sono scontrati con l'umiliazione e le tattiche persecutorie della polizia.

Quando erano all’ottavo piano del Dipartimento di polizia furono informati da un agente che il caso del signor Li era stato trasferito all’Ufficio della Procura e che loro non potevano far nulla. I genitori se ne andarono, non portando a termine la loro missione.

Andarono all'Ufficio 610 (un'organizzazione di agenti speciali col solo scopo di perseguitare il Falun Gong), al nono piano dello stesso edificio domandando il perché dell'arresto di loro figlio, dato che da quando praticava il Falun Gong, era diventato una persona migliore e che non vi era alcun motivo perché fosse arrestato quindi ne implorarono la liberazione. Tuttavia, l'agente dell’Ufficio 610 rifiutò di rispondere alle domande, senza offrire alcun aiuto, aggiungendo: "Vostro figlio non è qui. Non sappiamo cosa gli sia successo."

Quando si fermarono al Dipartimento di polizia della città la seconda volta, furono fermati al cancello d’ingresso. Cercarono di spiegare, ma un agente donna della polizia con frasi offensive prese a calci la madre del signor Li, e gridò: "Fuori di qui!" Un altro agente finalmente ascoltò la loro storia facendoli entrare. Agenti della Divisione di Sicurezza Interna e dell'Ufficio 610 andarono a nascondersi non appena seppero del loro arrivo. Di fronte alle porte ermeticamente chiuse, il padre del signor Li fu sconvolto e si arrabbiò. Bussando alla porta ripetutamente gridò: "Ciao, Longji, papà è qui per vederti. Puoi aprire la porta?"

Nei giorni successivi andarono da un ufficio all'altro, come già avevano fatto, ma non riuscirono ad ottenere informazioni utili riguardanti l'arresto del figlio e la sua eventuale liberazione. Tutto ciò che ricevettero furono insulti e risposte evasive.

Gli anziani genitori andarono di nuovo nell’Ufficio della Procura, ma ancora una volta invano. Frustrati, si recarono nuovamente nel centro di detenzione e chiesero di vedere loro figlio che era stato brutalmente torturato. Non gli fu permesso e gli fu detto che avrebbero dovuto ottenere il permesso dal capo della Divisione di Sicurezza Interna, il che era impossibile, perché il capo della Divisione li evitava.

Incontrando soltanto ostruzionismo ovunque ed avendo esaurito tutte le possibilità, ritornarono delusi alla loro campagna, ancora preoccupati per il figlio. In seguito il padre, una volta in ottima salute, si ammalò, peggiorando progressivamente. La coppia aveva quattro figli. Uno annegò, uno morì di cancro al fegato, ed uno soffriva di una malattia mentale. L’incarcerato signor Li Longji era l'unico rimasto in famiglia, l’unico che avrebbe potuto prendersi cura dei propri genitori. Preoccupati per il figlio, ancora una volta andarono in città il 20 dicembre 2009. Dopo molti tentativi di ottenere informazioni, il risultato fu lo stesso che in precedenza: senza successo. Avevano sofferto tanto. Accovacciato davanti agli uffici della Divisione di Sicurezza Interna, il padre del signor Li singhiozzava.

Il signor Li portava vestiti adatti alla stagione corrente quando fu arrestato in autunno. Non aveva abiti invernali. I suoi genitori portarono vestiti pesanti e cibo al centro di detenzione e chiesero alla guardia di farglieli avere, ma anche un favore così piccolo fu respinto. Il padre del signor Li non poteva tollerare oltre questo stato di cose. Era triste e arrabbiato e si rifiutava di mangiare o di assumere liquidi una volta rientrato a casa. Si ammalò gravemente e morì il 2 gennaio 2010.

Come il capodanno cinese si avvicinò, la madre del signor Li, che è diabetica, ha la pressione alta e problemi cardiaci, era sola e non aveva un posto dove stare. I suoi parenti la mandarono ad una casa di cura. Scappò il giorno dopo rifiutandosi di tornare indietro, giurando di trovare suo figlio. La sua sola speranza è di vivere con suo figlio.

Secondo informazioni dall’interno, i funzionari della Procura cittadina hanno inviato il caso del signor Li alla Corte della città potendo così essere condannato ad ulteriori persecuzioni.

Ci appelliamo a tutte le persone nel mondo di lavorare insieme per porre fine a questa persecuzione di persone buone! Chiediamo l'immediata liberazione del signor Li Longji, così come di tutti i praticanti detenuti del Falun Gong, di modo che possano tornare a casa dalle loro famiglie.

Persone coinvolte in questa persecuzione:
Jin Jingre, capo del Dipartimento di polizia della città di Jinyan: 86-433-2512839 (ufficio), 86-13843383300 (cellulare)
Xu Xiaofeng, capo della Divisione di Sicurezza Interna: 86-433-2521388 ext. 3041 (ufficio), 86-433-2623155 (casa), 86-13904438836 (cellulare)
Pu Haizi, Ufficio 610, vice capo del Comitato politico e giudiziario: 86-433-2518661 (ufficio)
Xia Xuecheng, vice capo del centro di detenzione della città di Yanji: 86-13003345166 (cellulare)

Versione cinese:http://minghui.ca/mh/articles/2010/1/12/216162.html

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Here is the article in English language:
http://en.clearharmony.net/articles/a51990-article.html

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