Xinjiang: Ingegnere in pensione morto a causa della persecuzione

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Nome: Cao Hongqi (曹洪奇)
Sesso: Maschio
Età: 76
Indirizzo: Città di Urumqi, Provincia dello Xinjiang
Lavoro: Ingegnere Senior
Data del decesso: Novembre 2012
Data d'arresto più recente: 6 Settembre 2008
Luogo di detenzione più recente: Quinta Prigione di Xinjiang (新疆第五监狱)
Città:Urumqi
Provincia: Xinjiang
Persecuzione subita: Carcerazione preventiva, condanna illegale, imprigionamento, lavori forzati, privazione del sonno, isolamento, pestaggi, torture, ammanettato dietro, casa saccheggiata, negazione delle visite in carcere, vita sotto sorveglianza.

(Minghui.org) Il signor Cao Hongqi era un ingegnere pensionato che lavorava nell'Istituto di Ricerca e Design di Metallurgia Non Ferrosa di Urumqi. Era anche un assistente volontario della Falun Dafa nello Xinjiang, e fu condannato e portato per essere rieducato attraverso il lavoro per la sua fede nella Falun Dafa. Nel settembre 2008, fu nuovamente arrestato e condannato a dieci anni di carcere. Nel novembre del 2012, è morto a 76 anni a causa della persecuzione che ha subito nella Quinta Prigione di Xinjiang.

Perseguitato la prima volta nella Quinta Prigione di Xinjiang

Dopo la persecuzione del Falun Gong iniziata nel luglio 1999, la casa del signor Cao Hongqi fu saccheggiata. La polizia portò via un sacco di libri e materiali della Falun Dafa. Più tardi, il signor Cao fu condannato a quattro anni di carcere.

Alla fine del 2001, Cao Hongqi fu detenuto nel secondo reparto della Quinta Prigione dello Xinjiang. A quel tempo questo reparto piantò 800 mu (acri cinesi) di vigneti. Gli schiavi lavoravano duramente e non avevano mai un giorno di riposo. Dato che scavavano continuamente la terra del deserto con pale e picconi, la maggior parte dei prigionieri indossava le scarpe per un intera settimana. La maggior parte delle persone non poteva sopportare questo tipo di lavoro forzato. Anche sotto questo carico di lavoro, Guo Junhong e Dong Feng, che erano il direttore e il segretario del PCC del reparto della prigione, ancora non allentavano la persecuzione a Cao Hongqi. Durante il giorno, il signor Cao doveva eseguire i lavori forzati. Di notte veniva privato del sonno o costretto a dormire di meno. Lo isolavano e spingevano altri detenuti a picchiarlo.

Tutti i membri del gruppo che monitoravano Cao Hongqi venivano selezionati dalle guardie. Le persone scelte erano quelle più vicine a loro. Per tutto il tempo venivano lasciati due prigionieri a controllare il signor Cao, registrando tutto quello faceva e diceva, quando andava in bagno e quando andava a dormire. Di notte, una ventina di persone del gruppo si alternavano per controllare il signor Cao senza spegnere mai le luci. Tutti i prigionieri che hanno fatto questi turni hanno avuto la priorità nel programma "Cento punti", (un sistema di ricompensa del carcere). Quelli che sono primi in questa classifica sono premiati, il che può includere anche la riduzione della pena. Ma nessuno sarebbe stato premiato finchè signor Cao non cambiava il suo atteggiamento nei confronti del Falun Gong.

Dal momento che la vita nel carcere era molto difficile, nessuno dei prigionieri vuole rimanerci a lungo e tutti cercano di ottenere punti. Così quasi ogni prigioniero che controllava Cao Hongqi gli rendeva la vita difficile. Pensavano che se il signor Cao non avesse rinunciato al suo credo, le loro chance di uscire prima di prigione sarebbero diminuite. È così che i poliziotti Guo Junhong e Dong Feng motivavano e costringevano i detenuti a torturare il signor Cao.

Per un periodo di tempo, il signor Cao non dormiva. Quando proprio non ce la faceva più, i prigionieri gli permettevano di dormire per un po'. Dopo essersi svegliato, se ancora non rinunciava al suo credo, la tortura si sarebbe ripetuta.

La disumana tortura mentale e fisica subita nel campo di lavoro di Changji

Il 3 dicembre 2004, Cao Hongqi è stato arrestato quando ha chiarito la verità e distribuito all'aperto DVD. È stato portato in un campo di “rieducazione” per un anno e ha subito torture disumane, mentali e fisiche, nel campo di lavoro di Changji. A quel tempo, i praticanti del Falun Gong detenuti si rifiutavano di ammettere di essere colpevoli. La polizia li deteneva nelle camere di isolamento e le loro mani venivano ammanettate insieme dietro la schiena, impedendo loro di stare in piedi o seduti. Ogni volta venivano detenuti in queste camere per almeno sette giorni. Durante questo periodo di tempo, era permesso loro di mangiare solo un panino al vapore, bere una tazza di acqua, e andare in bagno una volta al giorno. I praticanti non erano autorizzati a dormire, né riuscivano a dormire. Le loro gambe erano gonfie perché stavano in piedi per troppo tempo, mentre le loro mani venivano legate dietro la schiena per 15 o 20 giorni. Cao aveva già quasi 70 anni e la sua condizione fisica si era molto deteriorata a causa delle torture. Quando i supervisori della prigione venivano a controllare le celle, le guardie non lasciavano rimanere nelle celle i praticanti che non si erano "convertiti". La guardia Wang Lan (ID: 6538131) costrinse il signor Cao a lasciare la cella, nonostante lui fosse troppo debole per muoversi. Quando il signor Cao fu trascinato fuori dalla cella, Wang Lan diffuse anche la voce che era stato attaccato da praticanti del Falun Gong. Più tardi, trovò qualcuno per far buttare il signor Cao fuori dall'edificio e lasciarlo in un posto lontano.

Condannato a dieci anni di carcere, morto per le torture subite

Verso le 10 del mattino del 6 settembre 2008 (il fuso orario di Xinjiang è circa due ore indietro rispetto a Pechino), quando Cao Hongqi andò con il praticante Zou Kewen (50 anni) dalla sua casa nell'Istituto di Ricerca e Design di Metallurgia Non Ferrosa di Urumqi ad un posto affittato vicino al mercato di Beiyuanchun, furono arrestati dalla polizia, che li aveva pedinati. A quel tempo, la polizia requisì materiali di chiarimento della verità e una stampante dal luogo affittato. Poi perquisì le case di Cao Hongqi e Zou Kewen e gli sequestrarono libri della Dafa, un computer portatile Dell, un computer desktop (con due masterizzatori DVD), un taglierino e una grande stampante multifunzione Canon.

Questo arresto era stato pianificato. Diversi praticanti furono arrestati e le loro case saccheggiate. Alla casa di ogni praticante arrivarono 2-3 auto della polizia e più di dieci poliziotti. Il tutto fu organizzato da Yu Shoubin, che era il vice direttore dell'Ufficio 610 (*) del Dipartimento di Polizia di Urumqi, a cui si aggiunsero i poliziotti Ren Yi, Cheng Xueli, Guo Shecheng, Gangquan Li, Chen Gang, la Divisione di Sicurezza Interna e le Stazioni di Polizia del Distretto di Shayibake.

Prima dell'arresto, il PCC aveva tenuto sotto controllo il signor Cao per un lungo periodo. Aveva assunto i pensionati dal suo posto di lavoro per monitorare le sue attività quotidiane. Nel luglio 2008, aggiunsero altre due persone della comunità per controllarlo e seguirlo ovunque. A metà luglio, il cognato di Cao nella città di Shihezi, morì, così il signor Cao andò al funerale. La polizia in preda al panico dopo aver constatato che se ne era andato interrogò la figlia per sapere dov'era suo padre, ma la figlia non conosceva l'indirizzo del parente. Fu difficile per la polizia ottenere l'indirizzo della città di Shihezi, ma non osava verificare direttamente se non chiamando i parenti di suo cognato.

Nel dicembre 2008, quando la polizia nel centro di detenzione lo interrogò, Cao Hongqi gridò "La Falun Dafa è buona! Il Cielo eliminerà il PCC!". L’anziano 70enne fu picchiato per le sue azioni.

Cao Hongqi fu condannato a dieci anni di prigione perché si rifiutò di seguire le disposizioni all'interno del carcere, la polizia guidata da Zhang Yongjun, il capo dell'Ufficio 610, dopo questo lo perseguitò più severamente. Non gli permisero di avere visite dai familiari e non gli permisero nemmeno di dormire. Fu costretto a sedersi su un piccolo sgabello per lungo tempo. In inverno, non gli fu permesso di indossare abiti pesanti e lo torturarono con tutti i tipi di metodi fino alla sua morte nel novembre 2012.

(*)GLOSSARIO

Versione inglese

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