Vent’anni dopo la beffa dell’auto-immolazione di piazza Tienanmen, sempre più persone comprendono la verità

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(Minghui.org) Jiang Zemin, ex-presidente del Partito Comunista Cinese (PCC), ordinò che il Falun Gong fosse bandito nel luglio 1999. Per giustificare la persecuzione, il PCC ha costantemente diffuso propaganda diffamatoria per demonizzare il Falun Gong incitando l’odio verso i praticanti. L’operazione di propaganda che più è riuscita ad ingannare le persone è stata la “beffa dell’auto-immolazione di Piazza Tienanmen”.

Cinque individui si diedero fuoco in piazza Tienanmen a Pechino undici anni fa, il 23 gennaio 2001. Dopo poche ore dall’evento, il filmato dell’orribile scena fu continuamente trasmesso dai media statali in tutta la Cina, così come in tutto il mondo, con la notizia che gli auto-immolatori erano praticanti del Falun Gong. L’incidente scioccò il mondo e in Cina l’opinione pubblica nei confronti del Falun Gong cominciò a cambiare da rispetto e simpatia a sfiducia e denigrazione. Nonostante ciò, l’analisi dell’intero evento mostra chiaramente che “l’auto-immolazione” fu una messa in scena del Partito Comunista Cinese (PCC) per screditare il Falun Gong.

“Auto-immolazione” crivellata di incongruenze

1. Appena quattro giorni dopo l’auto-immolazione, la piccolo bambina Liu Siying, che avrebbe dovuto essere sottoposta a trachetomia dopo essersi bruciata pesantemente, fu in grado di essere intervistata e di cantare.

2. Le analisi a rallentatore del video mostrano Liu Chunling, mentre riceve un forte colpo alla testa che la fa piegare a terra, mentre la versione diffusa dai media fu che era morta a seguito delle scottature riportade dall'incidente

Il replay a rallentatore delle telecamere di sicurezza rivelano che Liu Chunling fu colpita alla testa e uccisa.

3. I poliziotti non hanno con se, di solito, estintori mentre sono di guardia in piazza Tienanmen. Nonostante ciò, pochi minuti dopo l’inizio dell’auto-immolazione, i poliziotti furono capaci di usare più di venti estintori e coperte prendendoli da due furgoni della polizia, tutto questo per risolvere “l’improvviso” incidente.

4. Nel video ripreso dalle telecamere dell’ “Auto - immolazione di piazza Tienanmen” l’intero corpo del “paziente bruciato” è avvolto da bende (non il tipico trattamento per le ustioni) e il giornalista che effettua l' intervista non indossava ne vestiti protettivi ne una maschera.

5. La bottiglia di plastica di Sprite che avrebbe dovuto contenere la benzin, è rimasta intatta, dopo il fuoco, tra le gambe dell’auto-immolatore Wang Jindong. I capelli sono infiammabili, nonostante questo i capelli di Wang Jindong sembrano intatti. Il poliziotto che tiene una coperta dietro a Wang Jindong sembra che attenda che Wang finisca di recitare alcuni slogan prima di gettargli la coperta sopra alla testa. Questi scenari, non coerenti con una situazione reale, suggeriscono chiaramente che l’intero evento è stato una messa in scena.

Le foto comparative di “Wang Jindong” sembrano mostrare tre persone diverse.

6. Tre uomini diversi identificati come “Wang Jindong” appaiono nei servizi dei media statali. L’ultimo “Wang Jindong” intervistato, è molto diverso dal quello presente nell’incidente del 2001. L’analisi della voce (fatta dal laboratorio vocale dell’Università di Taiwan) dell’ultimo “Wang Jindong” intervistato e quella dell’originale “Wang Jindong” hanno provato definitivamente che si tratta di due persone diverse.

In aggiunta, il Washington Post pubblicò un servizio il 4 febbraio 2001 intitolato “Fuoco umano accende il mistero cinese”. Il giornalista viaggiò a Kaifeng, la città natale di Liu Chunling, uno degli auto-immolatori, per fare investiste. Scrisse che i vicini dissero, “…nessuno l’ha mai vista praticare il Falun Gong”.

Il 14 agosto 2001, l’Organizzazione International Educational Development (IED) fece un annuncio pubblico all’assemblea delle Nazioni Unite, “La nostra ricerca ha mostrato che sono state le autorità del PCC a mettere in scena l’auto-immolazione e a distruggere quelle vite”. Annunciarono inoltre, “Le autorità del PCC hanno provato ad usare l’auto-immolazione di piazza Tienanmen del 23 gennaio 2001 per incastrare il Falun Gong. Nonostante ciò, abbiamo acquisito un video dell’auto-immolazione che mostra chiaramente che il regime del PCC diresse e mise in scena l’intero incidente”.

Il film di NTDTV “False Fire”, che esamina e analizza i punti sospetti dell’incidente dell’auto-immolazione di piazza Tienanmen, ha vinto una menzione d’onore al 51esimo Columbia International Film Festival l’8 novembre 2003.

Film di NTDTV “False Fire”

Sempre più persone parlano e firmano petizioni per opporsi alla repressione del Falun Gong

Impauriti dalla propaganda di odio del PCC contro il Falun Gong e intimiditi dal regime comunista cinese, la maggior parte delle persone scelgono di starsene a guardare in silenzio mentre la crudele persecuzione si rivela davanti ai loro occhi. I praticanti del Falun Gong di tutto il mondo hanno chiarito la verità sul Falun Gong con perseveranza negli ultimi 13 anni. Molte persone sono arrivate a capire che i praticanti dicono la verità riguardo la persecuzione ed hanno cominciato loro stessi a protestare e chiedere giustizia.

Il sig. Wang Xiaodoing è stato arrestato il 25 febbraio 2012. La sua casa saccheggiata e i suoi beni confiscati perché praticante del Falun Gong. Trecento persone nel villaggio di Zhouguantun nella contea di Fu, Botou, nel distretto di Cangzhou, provincia di Hebei, hanno messo le loro impronte digitali sulla lettera d’appello indirizzata all’ufficio del procuratore della città, chiedendo che il sig. Wang fosse rilasciato. Questa petizione con le impronte digitali ha scioccato l'Ufficio del Comitato Politico Centrale.

Più di 300 capifamiglia del villaggio di Zhouguantun nella provincia Hebei, hanno messo le loro impronte digitali e timbri ufficiali per chiedere il rilascio del sig. Wang Xiaodong.

Il sig. Li Lankui, un praticante del Falun Gong della contea di Zhengding, provincia Hebei, è stato arrestato dall’Ufficio 610 il 7 giugno 2012 e imprigionato nel Centro di Detenzione della Contea di Zhengding. È stato poi trasferito al Centro per il Lavaggio del Cervello di Shijiazhuang, dove è stato ulteriormente torturato. Più di 700 persone hanno firmato la petizione per il suo rilascio.

Più di 700 persone hanno firmato la petizione per chiedere il rilascio del sig. Li Lankui.

Cose come la raccolta di petizioni stanno diventando sempre più comuni in Cina. Il 29 maggio 2012, 562 cittadini della contea di Tanghai nella provincia di Hebei, hanno messo le loro impronte digitali su una petizione a supporto del rilascio di un praticante del Falun Gong il sig. Zheng Xiangxing.

In un’altra richiesta, 15.000 persone di Yichun, nella provincia di Heilongjiang, hanno fatto un passo in avanti a favore della sig.ra. Qin Rongqian, mettendo le loro impronte digitali nella petizione per suo padre. Suo padre, il sig. Qin Yueming, è morto a causa delle torture in prigione perché si rifiutava di abbandonare il suo credo nel Falun Gong.

15.000 persone dal Yichun, provincia di Heilongjiang – si sono fatte avanti per la sig.ra Qin Rongqian, firmando e mettendo la propria impronta digitale nella petizione che chiede giustizia per suo padre.

Nel 2001, 2800 cittadini della contea di Changli, nella provincia di Hebei, supportarono un praticante locale Zhou Xiangyang nel processo contro il governo locale per essere stato torturato. Dopo che la moglie del sig. Zhou, Li Shanshan, fu arrestata, 500 persone firmarono la petizione per il suo rilascio.

Molte persone hanno deciso di aiutare innocenti praticanti del Falun Gong. Nonostante la grande pressione del tirannico regime, hanno scelto di stare dalla parte della giustizia. Questo significa anche che non hanno più paura della repressione e che stanno cominciando a risvegliarsi e opporsi alla persecuzione. Più di 130 milioni di persone hanno scelto di abbandonare il Partito Comunista Cinese e le sue organizzazioni affiliate ed il numero sta crescendo, più di sessantamila persone lasciano il PCC e le sue organizzazioni giornalmente.

Versione inglese

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