Coltivarsi nella Dafa

(Conferenza di Condivisione delle Esperienze della Falun Dafa - Madrid 2014)
 
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Venerabile Maestro!
Amici praticanti!

Nel 2007 ho letto il libro Zhuan Falun su consiglio di un amico.
Nel mio cuore sapevo di aver trovato quello che avevo sempre cercato e con il tempo ho iniziato a percepire sempre più la bontà e la purezza della Falun Dafa.
Anche i miei familiari hanno costantemente espresso pareri positivi.

Pochi mesi dopo, attraverso una febbre altissima di mio nipote, ho potuto iniziare a sperimentare quasi subito una delle manifestazioni del karma, scoprendo il potere miracoloso della Fa. A quel tempo mio nipote aveva due anni e all'improvviso ha accusato una febbre molto alta con fortissime convulsioni. Durante il tragitto verso l'ospedale, ho iniziato a comprendere razionalmente quello che stava succedendo. Lui era tra le mie braccia, sveniva spesso, e poi d'un tratto ha smesso di respirare.

Mi ero avvicinata alla Falun Dafa da poco, ma in quel momento avevo chiari impressi nella mente gli insegnamenti del Maestro sul karma, e ho sentito che avrei potuto chiedere il Suo aiuto. Nel frattempo continuavo a chiamare mio nipote che non rispondeva più. Non sapevo ancora cosa fossero i pensieri retti ma in quel momento il mio unico pensiero è stato di mettere da parte le mie paure e salvare la vita di questo bambino dalle mani del karma. Inoltre avevo la forte sensazione che il Maestro ci avrebbe protetto. Ho cercato di dare la precedenza a questo pensiero, poi, ad un certo punto, mio nipote ha iniziato di nuovo a respirare.

Dopo pochi giorni all'ospedale è stato dimesso, mentre mia sorella ha continuato a leggere lo Zhuan Falun e a ripetere al suo piccolo “Zhen-Shan-Ren è buona!” Mio nipote adesso ha 8 anni e non ha più sofferto da allora né di possibili crisi epilettiche né di convulsioni come gli erano state diagnosticate. Da questa prima esperienza, ho iniziato a comprendere che il nostro compassionevole Maestro vuole veramente salvarci e che la Falun Dafa è un'autentica via di coltivazione.

Nonostante nel mio cuore avessi compreso ciò, nel mio percorso di coltivazione ho riscontrato spesso difficoltà nell'essere costante e diligente, soprattutto ho lasciato che il karma legato ai miei attaccamenti, interferisse con la mia coltivazione e la mia missione, manifestandosi attraverso varie forme, dal karma di malattia al karma di pensiero, dal coltivare passivamente al non collaborare incondizionatamente.

Da una parte comprendevo e accettavo razionalmente i principi della Fa, dall'altra ho avuto difficoltà ad assimilarmi veramente alla Fa, attraverso il miglioramento consapevole della xinxing. Soprattutto, non avevo ancora realizzato fino a che punto il karma potesse realmente interferire con la coltivazione e la fede di un praticante, arrivando anche a farlo illuminare su una strada non retta, con la possibilità di ostacolarlo anche nella collaborazione con gli altri praticanti oltre che nella sua stessa missione. Dalla mia limitata esperienza è ciò che perseguono le forze del male.

In particolare, durante quest'ultimo anno, ho potuto sperimentare nella mia zona, un clima di profonde tensioni con altri praticanti. Ognuno ha sostenuto a gran voce la sua comprensione, e ognuno è convinto di seguire le parole del Maestro, ma nessuno è stato disposto a fare un passo indietro. In questa situazione un po' tesa, con alcuni praticanti abbiamo cercato di evitare i conflitti ma la situazione non sembrava migliorare.

Con il tempo, ho iniziato a prendere le distanze da questo ambiente e mi sono allontanata, senza rendermi conto che continuavo a guardare all'esterno, concentrandomi sulle mancanze che vedevo negli altri. Più guardavo le mancanze degli altri, più mi sembravano serie e senza speranza, e più facevo il gioco delle vecchie forze. Ho iniziato ad assumere un atteggiamento di totale passività, isolandomi dal resto del gruppo e partecipando raramente alle attività e allo studio di gruppo locale settimanale.

Ho potuto vedere come le interferenze possono iniziare a manifestarsi velocemente, insinuandosi nella mia vita quotidiana. In pochissimo tempo il mio lavoro è aumentato notevolmente, arrivando a lavorare anche per 12 ore al giorno senza sosta, ho subito diverse manifestazioni del karma di malattia e anche a livello familiare si sono verificati momenti di forti tensioni. Tutto ciò ha compromesso non solo la mia vita personale ma soprattutto la qualità dello studio e del fare le tre cose che sono tenuta a fare come discepolo della Fa. Ricordo di aver realizzato il mio stato appena dopo aver letto le parole del Maestro:

...alcune persone in realtà non fanno molto e quello che fanno, non lo fanno bene. Per riassumere, non siete disposti ad avere dei fastidi e desiderate avere una vita facile. In altre parole, non avete voglia di adempiere a ciò che dovreste fare. Questo non va bene, ed è molto pericoloso. (Insegnamento della Fa al 20° anniversario)

Gradualmente, grazie agli insegnamenti del Maestro, ho iniziato a comprendere che oltre a trattare poco seriamente lo studio della Fa, anche il mio atteggiamento non era in linea con i requisiti che ci vengono richiesti, e sono stata inconsapevolmente complice delle mancanze nella nostra situazione locale, compromettendo la mia responsabilità come discepolo della Fa. Ho potuto scoprire forti attaccamenti nascosti come il pensare di essere migliore degli altri. Il Maestro insegna che:

Si tratta del karma, che è intrecciato con tutti i diversi attaccamenti delle persone. Per esempio, le persone comuni hanno ogni sorta di difetti caratteriali, commettono cattive azioni per il loro tornaconto personale, così acquisiscono questa sostanza nera che è il karma. Questo karma è legato direttamente ai nostri attaccamenti; per eliminare queste cose cattive, dobbiamo anzitutto cambiare radicalmente il nostro modo di pensare”. (Zhuan Falun)

Ho passato diverso tempo a guardare all'esterno con una buona dose di presunzione, guardando gli altri dal basso verso l'alto e con un pizzico di gelosia se ciò che proponevo non veniva condiviso. Provavo una forte sensazione di stanchezza fisica e mentale e guardandomi indietro mi rendo conto che stavo aspettando passivamente e con arroganza che l'ambiente circostante si trasformasse e migliorasse per consentirmi di coltivare. In Siate più diligenti ho potuto realizzare più profondamente il mio atteggiamento poco retto:

...ci sono quelli che dicono di sollevare quelle diverse opinioni per poter collaborare ancora meglio, e se le loro opinioni non vengono accettate trovano difficile procedere con le cose...
...ma voi ritenete che il vostro approccio è necessario perché le cose vengano fatte meglio, allora cominciate ad avere un atteggiamento passivo.

Per la mia limitata esperienza ho potuto vedere quanto le mancanze nella propria coltivazione possono interferire significativamente con la collaborazione tra i praticanti. Se il punto di partenza personale si basa su pensieri egoistici, si rischia di cadere in un circolo vizioso da cui è molto difficile liberarsi, come cadere in una ragnatela di attaccamenti in cui si resta impigliati. Ed è molto difficile poi riuscire a pensare in maniera altruistica. Ho pensato spesso a quanto sia difficile lasciare andare tutti gli attaccamenti ma ho cercato di tenere a mente le parole del Maestro:

In qualunque cosa facciate - incluso il lavoro che fate per la Dafa - voi dovreste fare del vostro meglio per dare la priorità assoluta alla Dafa, dare la priorità assoluta al convalidare la Dafa e salvare la gente del mondo, ed assumere la convalida della Dafa come base principale del vostro modo di pensare. (Lezione alla conferenza della Fa in Australia)

Sentivo un profondo rimorso per come avevo affrontato le cose con poca serietà e lasciato lo spazio perché il karma interferisse pesantemente. Comunicavo agli altri praticanti di voler partecipare, e di voler coltivare, ero anche convinta di ciò, ma se ora guardo sinceramente indietro posso vedere i blocchi nascosti nel cuore che si sono manifestati inevitabilmente nel momento di collaborare incondizionatamente.

Grazie allo studio della Fa e alla condivisione con altri praticanti, ho potuto iniziare a comprendere da questa esperienza le mie responsabilità come praticante della Fa e qual'è il punto fondamentale da cui partire attivamente indicato dal Maestro:

...assicuratevi di esaminarvi spesso mentre coltivate. Qualunque problema sorga, per prima cosa riflettete su voi stessi e sul gruppo con cui state lavorando, ed è molto probabile che troverete la radice del problema. Per un coltivatore, guardarsi dentro è uno strumento magico. (Insegnamento della Fa alla Conferenza Internazionale della Fa di Washington DC 2009)

Grazie a questa esperienza, ho compreso che era arrivato il momento di coltivarmi autenticamente e ho iniziato a tornare a frequentare il gruppo dei praticanti locali, partecipando alle attività e al gruppo di studio. Durante quest'ultimo periodo stiamo cercando di affrontare di nuovo insieme i problemi della nostra zona, esaminando i nostri pensieri e le nostre azioni con la Fa.

La prima cosa evidente avvenuta è che il nostro gruppo si sta via via allargando e le persone hanno iniziato a farsi avanti anche nelle attività. Se fino allo scorso anno partecipavamo alle attività in quattro praticanti al massimo, quest'anno le presenze nel nostro gruppo sono raddoppiate, e possiamo anche organizzare attività e pratica di gruppo contemporaneamente in due posti diversi. Il Maestro ci insegna che:

Quello che è rimasto non è più sufficiente per danneggiare i discepoli della Dafa nel loro complesso; può solo fare la cosiddetta verifica a quelli che non hanno percorso bene il loro sentiero o di certe località. (Insegnamento della Fa al 20° anniversario)

Con questa prospettiva ho compreso che i praticanti possono vivere tutte le difficoltà come delle grandissime opportunità per fare ancora meglio. Qualunque cosa il karma escogiti, non può nulla contro i discepoli della Fa. Ho compreso anche che nel momento in cui cadiamo, è importante rialzarsi subito e cercare di fare meglio la prossima volta, senza mai scoraggiarsi e non lasciare cosi lo spazio al male di interferire. Con nessun varco aperto, la persecuzione non avrebbe scuse per proseguire.

Partecipare alle attività

Nel 2012 ho cominciato a prendere iniziative per organizzare attività e progetti.
Proprio in quell'anno nella mia zona, ho partecipato a “L'Infiorata” di Genzano, nella provincia di Roma, una manifestazione che da oltre due secoli consiste nella creazione di un immenso tappeto floreale che si estende e si articola in vari quadri, su una superficie di circa 2000 mq lungo una delle vie centrali della cittadina.

Abbiamo partecipato a questa festa con uno stand dove molta gente si è fermata a guardare la dimostrazione degli esercizi ed i cartelli riguardanti la persecuzione. Tra le persone che si sono fermate al nostro stand vi è stato il referente dell'Assessorato alla Formazione, che ci ha proposto di diffondere, con cadenza settimanale, la pratica della Falun Dafa presso una sede messa a disposizione dal comune, inserendoci in un programma di corsi proposti dal comune.

Il corso gratuito è iniziato nell'ottobre 2012 e nell'arco dell'anno oltre 40 persone sono intervenute all'insegnamento dei cinque esercizi di meditazione. Anche nell'anno successivo il referente ci ha di nuovo convocati per rinnovare l'invito, come anche per quest'anno. Durante questi due anni oltre 100 persone si sono avvicinate per conoscere la Falun Dafa. Alcune di loro sono rimaste negli anni per continuare a seguire il corso, e in molte hanno apprezzato la bontà della pratica e i benefici riscontrati. Nel tempo è stato introdotto anche lo studio, cosi le persone interessate ad approfondire hanno potuto integrare la parte degli esercizi con lo studio.

Durante questi due anni, attraverso il corso abbiamo potuto chiarire la verità e diffondere la Falun Dafa, e ho avuto la possibilità di poter imparare molte cose sul coltivare il cuore. Ogni volta che il mio punto di partenza non era sulla Fa ed era indirizzato tendenzialmente alla convalida di me stessa, oppure a proteggere le mie paure, se non rimuovevo subito attivamente quei pensieri egoistici, si verificavano puntuali interferenze.

Mi è capitato ad esempio pochi giorni prima di tenere il terzo incontro del corso, di provare molta paura ad entrare in contatto con tutte queste persone e non mi sentivo all'altezza. Il giorno prima dell'incontro, il referente del comune mi ha contattata dicendomi che non avevamo più la sala perché serviva per altri corsi, comunicando che avrei dovuto avvisare le oltre 40 persone partecipanti al corso. Inizialmente non ho pensato subito a negare l'interferenza e ho guardato dentro di me.

Ho potuto vedere che in realtà provavo diversi sentimenti umani come la paura, la paura di sbagliare, di non essere all'altezza, di parlare davanti a tante persone e di perdere la faccia. Ho potuto rendermi conto che i miei attaccamenti mi portavano a diventare sempre più egoista e pigra e a voler fare le cose in maniera sempre più comoda e a negare le difficoltà e le mie responsabilità. Il male ne ha subito approfittato.

Ho ascoltato la comprensione di altri praticanti su quello che era appena successo e anche loro hanno concordato che si trattava di un'interferenza, dicendomi che avrei dovuto affrontare la situazione con pensieri retti, apertamente e con dignità. Il Maestro dice:

Ogni volta che nella vostra pratica c’è un’interferenza, di un tipo o di un altro, dovete cercarne la causa in voi stessi e trovare che cosa non avete ancora abbandonato. (Zhuan Falun)

Cosi ho coltivato via questi pensieri di paura e ho continuato a pensare solo a ciò che ero tenuta a fare. Ho quindi deciso di richiamare il referente e parlare direttamente con lui. Mentre parlavo con lui, ero molto serena in cuor mio, mi sentivo responsabile e consapevole di ciò che stavo facendo e sapevo che per lui sarebbe stata una scelta su come posizionarsi.

Gli ho detto che non era prevista un'interruzione del corso e che avremmo potuto trovare insieme altre soluzioni dal momento che non avevamo i contatti di tutte queste persone, e alcuni arrivavano anche da lontano e non avremmo potuto avvisarli per tempo. Abbiamo parlato molto sulla responsabilità delle conseguenze, e che infine la responsabilità stessa dell'accaduto non sarebbe potuta ricadere sul nome dell'Associazione Falun Dafa. Mi ha detto che mi avrebbe richiamata per farmi sapere. Ho mantenuto forti pensieri retti e pochi minuti dopo mi ha richiamata dicendo che era tutto sistemato e che avremo potuto continuare il corso annuale. Grazie a questa umile esperienza ho compreso che se sono nella Fa e per la Fa, nessuna interferenza può ostacolare e interferire in ciò che sono tenuta a fare.

Ho potuto comprendere nel tempo che la dignità e la rettitudine con la quale portiamo avanti le tre cose può essere testata nel momento in cui ci sono delle mancanze, e tutto dipende da come guardiamo alle cose. Ogni volta che mi trovo davanti alle difficoltà non cerco più di pensare prima di tutto a evitarle come facevo prima, ma le affronto come nuove opportunità per migliorarmi. In questo modo le vecchie forze non avranno più modo di poter trarre vantaggio dalle mie mancanze e contemporaneamente io migliorerò la mia xinxing.

Quando noto delle mancanze, oppure ci sono situazioni da affrontare insieme agli altri praticanti, cerco di non usare più queste frasi: “Dovremmo fare cosi, tu dovresti fare cosi... dovremmo comportarci cosi o dire cosi...” ma cerco di parlare in prima persona “Dovrei fare cosi, dovrei comportarmi cosi... dovrei dire cosi...”.

Le tensioni e le interferenze spariscono molto velocemente se parto con l'intenzione di migliorare il mio cuore invece di fermarmi ad indicare e giudicare gli altri, siano essi praticanti, familiari, amici, colleghi,... Sono consapevole di aver molti attaccamenti ancora da eliminare. Ma rispetto al passato mi sento sempre più determinata nel raggiungere gli standard richiesti dal Maestro.

Grazie Maestro, per avermi donato questa irripetibile opportunità di coltivarmi nella Dafa.

Vi prego di farmi notare ogni cosa non in linea con la Fa.

Grazie Maestro!
Grazie amici praticanti!

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