Un praticante occidentale: Imparare il Cinese – Un Processo di Coltivazione

Presentato alla Conferenza di Condivisione delle Esperienze della Falun Dafa di New York 2010
 
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Quando ho iniziato a praticare il Falun Gong, non avevo quasi alcuna idea della cultura cinese e non sapevo nulla della lingua cinese o della storia della Cina. Imparare il cinese è stato un processo di coltivazione per me. Vorrei condividere alcune esperienze e i benefici che ho ottenuto in questo processo. Spero che la mia esperienza possa incoraggiare i praticanti orientali e occidentali a comprendersi e ad imparare di più gli uni dagli altri.

Quando sono andato a Hong Kong per la prima volta, potevo dire solo alcune parole di cinese, e la maggior parte dei praticanti attorno a me non potevano parlare inglese. Dopo aver imparato il cinese, quando sono tornato a Hong Kong, qualche anno dopo, ero in grado di comunicare liberamente con i praticanti. Così alcuni praticanti veterani della Cina, che avevano attraversato così tante cose nella loro coltivazione e che avevano avuto esperienze così incredibili e profonde comprensioni, potevano condividerle con me. Mi sentivo incoraggiato e arricchito, e la mia mente ha potuto aprirsi a modi differenti di pensare.

Sono anche diventato più consapevole di nozioni preconcette basate su elementi culturali in me stesso e negli altri. In Australia, circa metà dei praticanti sono occidentali e metà sono cinesi, così, penso, che una grande sfida sia quella di comprenderci l’uno con l’altro quando ci troviamo davanti per lavorare bene insieme.

Ad esempio, ho notato che gli occidentali sono molto aperti nei loro pensieri interiori, ma danno valore alla privacy e alle maniere esterne. I praticanti cinesi tendono a prendere con leggerezza le maniere esterne e la privacy, ma hanno altri modi per mostrare di essere veramente sinceri e gentili nelle loro azioni. Naturalmente avere delle buone maniere è una cosa buona, specialmente avendo a che fare con le persone comuni, ma ho visto che alcuni praticanti occidentali si alterano quando un praticante cinese non usa le maniere occidentali. Ho anche visto come alcuni praticanti cinesi cercano di immaginare le intenzioni nascoste di altri praticanti e di rendere le relazioni interpersonali complicate più del necessario.

Una volta ad Hong Kong, una praticante mi ha invitato a mangiare con lei ed io ho declinato l’invito. Non mi piaceva il fatto che i praticanti non mi permettessero mai di pagare. Le dissi che avrei mangiato del cibo che avevo portato con me. Questa praticante ha concluso, da questo episodio, di non piacermi e questo pensiero è cresciuto nella sua mente al punto che alla fine provava disagio ogni volta che si trovava in mia compagnia. Io non avevo alcuna idea di questa situazione e non ne ho saputo niente fino a quando è diventato un grande problema per lei. Lei teneva per sé questo pensiero e non faceva notare nulla in superficie, così io non pensavo che lei avesse tali pensieri, perché non ero abituato a persone che tenevano i loro pensieri così privati. Ora comprendo che devo essere più sensibile verso gli altri e verso le loro condizioni culturali, e che devo pensare di più alle conseguenze delle mie parole e delle mie azioni.

Imparare il cinese non è necessario per coltivare bene o per comprendere la Fa in profondità, ma sento che essere capace di ascoltare le lezioni del Maestro, le sue espressioni e il suo tono di voce, così come l’essere in grado di leggere le Sue parole e di comprendere, superficialmente, il significato delle parole nel loro contesto culturale originale, mi ha permesso di avere fondamenta più profonde nella Fa. Soprattutto con riferimento ad alcuni termini della coltivazione, il cui significato interiore si è sviluppato nei secoli all’interno della comunità di coltivazione cinese, sento che è molto difficile tradurre accuratamente il loro significato superficiale. Penso che quelli di noi che possono comprendere il cinese o sono bilingue e in qualche modo bi-culturali, hanno la responsabilità di aiutare gli amici praticanti a comprendere meglio il contesto culturale in cui la Fa è stata originariamente insegnata.

Ho sempre sentito in modo molto forte che devo salvare molti cinesi. Quando chiarisco la verità ai cinesi e li aiuto a dimettersi dalle organizzazioni del PCC, sento molto profondamente che sto adempiendo alla mia missione. Nulla può essere confrontato con quel sentimento, per quanto il processo possa essere doloroso. Anche se in questa vita sono un occidentale, non penso troppo alle difficoltà che la mia razza pone nell’aiutare i cinesi a dimettersi dal PCC. Uso la mia posizione unica per chiarire la verità dalla mia prospettiva – racconto loro come il Falun Gong è sostenuto e benvenuto nel mondo intero, inclusa Hong Kong. Essendo un occidentale possono facilmente fidarsi di me su questo punto. Chiedo loro di pensare: “Se il Falun Gong fosse veramente come il PCC lo dipinge, il Falun Gong sarebbe sostenuto nel mondo intero?” Molte persone conoscono il Massacro di Piazza Tiananmen del 1989. Racconto loro che molti media occidentali hanno riferito su di esso, e nel mondo si sono viste le immagini di molte persone uccise. Tuttavia fino ad oggi il PCC non vuole far sapere quante persone sono state massacrate. “Ovviamente il PCC sta mentendo, così, come è possibile fidarsi di ciò che il PCC dice? Perché anche se vi forniamo così tante informazioni, comprese fotografie e video, non è possibile vederle nella Cina continentale? Non significa forse che il PCC sta nascondendo la verità?”.

Molte volte mi sono venute le lacrime pensando ai cinesi e alla situazione in cui si trovano oggi. Per molti di loro, è la deviazione di altri esseri che hanno messo la loro esistenza in grande pericolo. Non meritano di essere eliminati. Sono quegli esseri magnifici che hanno fede che i discepoli della Dafa possano salvarli. Il semplice mettermi nei loro panni mi fa sentire a disagio e mi sprona a fare tutto ciò che posso. Coloro che perseguitano i discepoli della Dafa stanno perseguitando l’ultima speranza per gli esseri senzienti. Non possiamo permetterlo.

Non ho fatto bene nella mia coltivazione e ho ancora molti attaccamenti. Ci sto lavorando, ma ho sempre avuto molto chiaro che ho questo corpo umano in questo periodo solo per uno scopo. Sono venuto in questo mondo per una sola ragione. Fare qualunque altra cosa per lo scopo di farla, sarebbe privo di significato. Così tanta sofferenza, così tante vite…dobbiamo fare bene.

Ho imparato che fintanto che il nostro punto di partenza è retto e altruista, se sentiamo nei nostri cuori che qualcosa deve essere realizzato e fatto, allora non dovremmo lasciare che troppe nozioni, riguardo a quanto può essere difficile realizzarlo, si intromettano, dovremmo solo andare a realizzarlo. Proprio come in quella storia cinese di quel vecchio sciocco che spostò una montagna, le divinità saranno toccate dai nostri cuori puri, e di sicuro nel processo avverranno dei miracoli. Durante un certo periodo di tempo, sono stato in grado di aiutare ogni giorno circa 100 persone a dimettersi dal PCC. Spero che la mia esperienza incoraggi i praticanti ad andare avanti insieme, senza pensare alle difficoltà o a ciò che pare impossibile. Come ha detto il nostro grande Maestro, “È difficile da sopportare, ma può essere sopportato. È difficile da fare ma può essere fatto.”

Vi prego di farmi notare se qualcosa di ciò che ho condiviso oggi non è nella Fa.

Grazie.

Versione inglese: http://www.clearwisdom.net/html/articles/2010/9/19/120106.html

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