FDCI: Una sistematica soppressione di 100 milioni di persone

Come i praticanti del Falun Gong sono divenuti il gruppo di prigionieri di coscienza più grande della Cina – se non del mondo
 
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Tutto è cominciato nel cuore della notte del 20 luglio 1999. Approfittando del buio calato su tutta la Cina, la polizia ha trascinato centinaia di persone ordinarie fuori dai loro letti. Molti sarebbero stati poi portati in centri di detenzione e prigioni, altri picchiati ed alcuni sarebbero morti come conseguenza delle torture subite.

Cosa avevano fatto? Nient'altro che praticare il Falun Gong, una forma tradizionale di esercizi e meditazione, proveniente dalla Cina che ha raggiunto col tempo un'immensa popolarità.

La polizia ha agito in base agli ordini ricevuti da Jiang Zemin, leader del Partito Comunista, che ha ordinato la distruzione del gruppo. Secondo la gran parte dei resoconti, Jiang provava del risentimento nei confronti della ben nota pratica – i cui aderenti si stimava fossero circa 100 milioni – e ha voluto dare una dimostrazione di potere.

Due giorni dopo, il 22 luglio 1999, il Falun Gong è stato bandito in tutto il Paese, segnando l'inizio ufficiale di una violenta campagna persecutoria che in Cina sta continuando da più di un decennio e per la quale decine di milioni di cittadini apolitici sono stati etichettati come nemici dello Stato.

Jiang ha dichiarato che “nessun mezzo è eccessivo” nel tentativo di “sradicare il Falun Gong”. Ad oggi più di 3.500 morti sono state documentate, le più delle quali dovute a torture subite durante la custodia della polizia. Centinaia di migliaia di persone deperiscono in prigioni e nei campi di lavoro cinesi, dove sono detenuti illegalmente come prigionieri. Abuso fisico, stupro e lavoro forzato sono una routine. Permeando ogni singolo aspetto della società, la persecuzione è caratterizzata dalla sua portata e gravità.

Georges-Henri Beauthier, un avvocato per i diritti umani che in passato si è attivato contro il dittatore cileno Augusto Pinochet e gli autori del genocidio ruandese, ha chiamato la campagna una “terrificante forma di genocidio”.

Di seguito le caratteristiche principali della persecuzione

Propaganda e campagna di odio

Molti milioni di dollari sono stati utilizzati per diffondere una propaganda diffamatoria attraverso le notizie della TV cinese, radio e giornali. L'intenzione è duplice: primo, distorcere e demonizzare il Falun Gong in modo che il pubblico gli si rivolti contro; secondo, mascherare gli abusi dei diritti umani da parte del Partito Comunista, facendo passare la soppressione come umana, benefica e necessaria per “l'ordine sociale”.

L'estensione della propaganda è difficile da immaginare per gli occidentali. Gli scolari vengono costretti a studiare invenzioni odiose nei libri di testo; gli esami di ingresso all'università contengono domande nelle quali viene criticato il Falun Gong; nei luoghi di lavoro vengono organizzate “sessioni di studio” obbligatorie. Mentre i media gestiti dallo stato non sono attivi come un decennio fa nel mandare in onda una raffica infinita di servizi diffamatori, gli effetti residui di tali resoconti sono rimasti inculcati in molte menti in Cina.

Controllo delle informazioni

Il regime cinese non si è limitato a controllare le notizie del Falun Gong da parte dei media; sono stati anche banditi tutti i libri, registrazioni audio, video, volantini e oggetti che pongono il Falun Gong sotto una buona luce.

I siti web non facenti parte della propaganda, così come quelli che menzionano il Falun Gong, sono stati bloccati. I messaggi sui siti cinesi di microblogging vengono sistematicamente cancellati. Alle persone conosciute per praticare il Falun Gong, vengono intercettate le telefonate e le loro caselle di posta vengono monitorate.

Coloro che esprimono disapprovazione alla campagna anti-Falun Gong del Partito vengono incontro a dure risposte – alcuni vengono mandati in prigione per più di 10 anni solo per aver visitato siti web del Falun Gong vietati e per aver stampato materiale con contenuti relativi alla pratica.

Piegare la legge

Il sistema legale offre una piccola protezione. Leggi discutibili vengono create per punire retroattivamente i praticanti del Falun Gong. I comitati del Partito Comunista manipolano i giudici affinché inviino i praticanti in prigione dopo processi fittizi.

Il più delle volte le autorità non si preoccupano nemmeno di dare un'apparenza di legalità alle loro azioni. La polizia rapisce i praticanti dalle loro case – 8.000 sono stati detenuti solamente durante le preparazioni delle Olimpiadi di Pechino. Molti di loro sono stati inviati ai campi di lavoro forzato dai comandi burocratici.

Campi di lavoro “ri-educativi”

Questi campi “ri-educativi” – una risposta della Cina ai gulag sovietici – sono i principali luoghi nei quali vengono trattenuti i praticanti del Falun Gong. In alcuni casi, un singolo campo può trattenere sino ad un centinaio di praticanti.

Le vittime sono costrette ad eseguire del lavoro pesante per 18 ore al giorno in condizioni disumane. Coloro che crollano, falliscono nel raggiungere le quote assegnate loro o non obbediscono vengono picchiati, torturati o fatti morire di fame. A centinaia sono morti in questi campi.

Coercizione e lavaggio del cervello

La parte di “ri-educazione” di tali esperienze si riferisce allo sforzo di costringere i praticanti a “rinunciare” al Falun Gong. Ma le vittime non sono solo limitate a coloro che vengono portati nei campi. Tutti i praticanti sono assoggettati ad un lavaggio del cervello atto a distruggere la vera identità di una persona ed a riprogrammare la sua mente. Chi rifiuta di lasciare il proprio credo viene minacciato con la perdita del lavoro, della pensione, della casa – e della libertà.

Nel 2010, il Partito ha rinvigorito questi sforzi, lanciando una campagna triennale dove migliaia di persone in tutto il Paese sono stati rapiti e costretti a seguire sessioni di lavaggio del cervello, spesso tenute in alcuni hotel, case di riposo e persino templi buddisti. Una volta in custodia, vengono torturati e privati del sonno fino a che non cedono.

Violenza sulle donne

Uno degli aspetti più inquietanti della campagna è la frequenza con la quale le praticanti vengono abusate sessualmente – tra cui venire colpite con bastoni elettrici sui seni e addirittura essere stuprate dalle guardie. Diverse donne hanno subito un'interruzione violenta della gravidanza da parte delle autorità, che hanno cercato di trattenerle più a lungo in prigionia.

Vivere al limite

Ci sono innumerevoli altre cose che noi non sappiamo. Sono emerse considerevoli prove di prelievo forzato di organi su praticanti del Falun Gong imprigionati, ma non si è ancora a conoscenza dell'intera gamma dei crimini commessi nei confronti del Falun Gong.

Nel frattempo, decine di milioni di vite stanno subendo danni che probabilmente non verranno riparati nel breve periodo. Molti dipendono da un equilibrio delicato: dall'ufficiale che bussa alla porta di casa al venire reclusi illegalmente il passo è breve; alcuni rischiano da un momento all'altro di subire un ulteriore violento interrogatorio; altri rischiano di morire per un pugno o scossa elettrica in più. Sebbene le dinamiche della politica in Cina siano caotiche e stiano cambiando, la campagna contro il Falun Gong continua tuttora.

Eppure tra tanta oscurità, c'è ancora un po' di speranza. È annidata nei cuori di persone determinate. Rinforzate dal loro credo, continuano a sopportare, resistere ed a richiedere il nostro aiuto.

Resta a noi dargli una risposta.

Versione inglese

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