Alcune riflessioni su come trattare i conflitti con altri praticanti

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È molto difficile trattare ogni cosa in modo amichevole e senza conflitti. Quando si verificano dei conflitti, non vuol dire che si è creata una cattiva relazione, o che parole improprie sono state scambiate. I conflitti possono presentarsi quando osserviamo un problema da prospettive diverse, quando abbiamo una comprensione diversa della Fa, o quando c'è un divario tra i livelli di comprensione.

Un compagno di pratica ed io abbiamo avuto dei diverbi. Si sono creati perché abbiamo fallito nell’accordarci. Dopo un certo periodo e per evitare ulteriori conflitti, abbiamo cercato di evitarci reciprocamente. Secondo il principio universale, ogni volta che scoppia un diverbio, le parti implicate hanno delle insufficienze in alcuni punti che richiedono un miglioramento. Scegliere la strada dell'evitarsi non è una buona soluzione, poiché i punti dove si deve migliorare se stessi, non scompariranno semplicemente evitandosi reciprocamente. Un praticante ha anche cambiato luogo di pratica e luogo di studio della Fa, solo per evitare di avere conflitti con gli altri. Tuttavia, il problema non è stato risolto.

Per andare alla radice, si deve affrontare la causa del conflitto. È preferibile per le parti implicate sedersi e parlare assieme. Questa, che segue, è la mia esperienza personale, che desidererei condividere con voi.

I praticanti, nel nostro gruppo di studio della Fa avevano dei disaccordi, che li hanno portati ad avere dei diverbi. Di conseguenza ad un certo punto, il gruppo di studio della Fa si è fermato per un periodo. Dopo aver condiviso le nostre opinioni, lo studio della Fa ha ripreso, ma non tutti i compagni di pratica vi hanno partecipato. Fra questi, c'era un nuovo praticante, che forse non avendo capito il problema, rifiutava di venire.

I conflitti riguardavano tre membri del nostro gruppo, ed io ero uno di loro. Fino ad ora, ho pensato che ci fosse una specie di nodo dentro di noi. Pratico la Falun Data da parecchio tempo, e non ho considerato in modo serio l’accaduto. Ma il nuovo praticante sembrava avesse preso molto seriamente la questione. Ho sentito che avevo la responsabilità di aiutarlo.

Il pensiero di aiutarlo era presente in me, ma per una ragione o per l’altra, il nodo era ancora presente. Nel più profondo del mio cuore, lo incolpavo di ascoltare le opinioni e di fomentare la discordia con gli altri membri. Inoltre, pensavo che lui non dovesse implicarsi in qualcosa che non lo riguardava. Io incolpavo anche gli altri praticanti di ascoltare delle cose infondate. Certamente, ho provato anche ad osservare in me. In un modo o nell’altro, pensavo sempre che i problemi non li riguardassero, e che non dovevano immischiarsi in qualcosa che sapevo poter risolvere da solo.

Non sarebbe stato possibile unire tutti i membri del gruppo di studio della Fa se continuavo ad avere questo pensiero. Se il mio nodo personale non si fosse sciolto, come potevo sperare che gli altri potevano cambiare? Dato che c’era molto lavoro per la Dafa da fare, ho messo da parte il problema ed ho tentato di evitare di risolverlo. Adesso che ho un po’ più di tempo, voglio farlo riaffiorare e cercare la causa del nostro problema.

Dopo aver riflettuto sul problema, ho scoperto che il problema era ancora in me. Senza preoccuparmi delle condizioni nelle quali si trovano i miei compagni di pratica, non posso giudicarli con nozioni preconcette e nello stesso tempo, dirmi che li avrei aiutati. Devo innanzi tutto adattarmi a loro. Che il praticante ritorni o no nel gruppo di studio della Fa non è il problema; lui ha il diritto di scegliere. Inoltre, lui è ancora un nuovo praticante. Il fatto che io sia fermo sulla mia preconcetta opinione su di lui, è il vero problema.
Il Maestro ha detto:

"Dico spesso che se una persona non ha concetti personali, non è motivata all’interesse personale, e tiene realmente conto di beneficiare gli altri, poi quando indica l'insufficienza di un'altra persona o dice alle altre persone quello che è giusto, quelle persone piangeranno". Insegnamento della Fa alla conferenza di Singapore)

Da un lato, volevo aiutare il nostro compagno di pratica e dall’altra parte, non volevo abbandonare la mia opinione personale su di lui. Questo voleva dire che non lo facevo semplicemente per il suo bene.

La mia azione non avrebbe commosso nessuno alle lacrime. Per sbarazzarsi di questo elemento negativo, si deve essere completamente retto. Adesso che ho capito questo principio, non esprimerò giudizi sugli altri se voglio che gli altri siano buoni.

Grazie, Maestro, per averci dato un principio universale così meraviglioso. Grazie, ai miei compagni di pratica per avermi dato l’opportunità di imparare. Voglio aggiungere che i conflitti non sono così terribili in sé. La chiave è come fare ad affrontare i conflitti, e come orientarli allo scopo di migliorare la nostra xinxing.

Vogliate, cortesemente, indicarmi ogni punto sbagliato.
Versione inglese: http://www.clearwisdom.net/emh/articles/2006/1/25/69321p.html

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