Fatti dell’estensione della persecuzione del Falun Gong

Amnesty Internazional ha fatto appello alle autoritá cinesi per fermare la campagna di persecuzione del Falun Gong, incluso il rilascio di tutti coloro che sono detenuti soltanto a causa della loro religione o credo e pratica spirituale.
 
Facebook Logo LinkedIn Logo Twitter Logo Email Logo Pinterest Logo

Gao Rongrong, dieci giorni dopo il ricovero in ospedale nel 2004.

Gao Rongrong è morta in giugno, sotto sorveglianza, dopo essere stata detenuta a Longshan, per essere Rieducata attraverso il lavoro nel campo di Shenyang, provincia Liaoning. I funzionari, secondo quanto riferito l’avevano picchiata nel 2004, con bastoni elettrici (sul volto e sul collo), e questo le causò gravi problemi alla vista e gonfiore; questo trattamento le era stato inflitto perchè era stata trovata a leggere materiali del Falun Gong.

Deng Shiying, è stata riportata la sua morte il 19 luglio 2003, il giorno dopo il suo rilascio dalla prigione femminile di Jilin, nella città di ChangChun, provincia di Jilin, dove stava scontando sette anni di prigione in relazione alla sua condanna per aver distribuito materiale informativo che descriveva le violazioni di diritti dell'uomo contro i praticanti del Falun Gong in Cina. Secondo fonti del Falun Gong, è stata picchiata da altri detenuti, su ordine di ufficiali della prigione, poco prima essere liberata.

Repressione dei gruppi spirituali e religiosi in Cina
• Le osservazioni fuori dai canali ufficiali in Cina rimangono saldamente circoscritte. Nel marzo 2005, le autorità cinesi hanno promulgato una nuova “Regolamentazione sugli affari religiosi” rivolta ad intensificare i controlli ufficiali sulle attività religiose.

• I cattolici ed i protestanti non iscritti, associati con chiese non ufficiali sono stati molestati, detenuti arbitrariamente ed imprigionati.

Persecuzione del Falun Gong
• Il movimento spirituale del Falun Gong è vietato. Quando, nel luglio 1999, il movimento è stato proibito, la polizia ha radunato migliaia di praticanti in uno stadio di Pechino.

• Nell’aprile 2005, il provvedimento è diventato ancora più rigoroso nei confronti del movimento spirituale del Falun Gong. Un funzionario di Pechino ha chiarito che da quando il gruppo è stato vietato come "organizzazione eretica", tutte le attività collegate al Falun Gong vengono considerate illegali.

• Amnesty Internazional ha espresso la preoccupazione che, la campagna ufficiale della diffamazione pubblica del Falun Gong, nella stampa ufficiale cinese, abbia generato un clima di odio nei confronti dei praticanti del Falun Gong in Cina che possa incoraggiare azioni di violenza contro quest’ultimi

• Un grande numero (il numero esatto è sconosciuto) di praticanti del Falun Gong, è detenuto ed il rischio che siano sottoposti a tortura è elevato.

• Oltre 250.000 persone in Cina sono state detenute in campi conosciuti come 'Rieducazione con il Lavoro ', Sono stati detenuti in campi, con accuse vaghe che non hanno mai visto un avvocato, una corte o alcuna forma di giudizio. Non si sa quanti appartenenti al Falun Gong siano detenuti in questi campi.

• Tortura e maltrattamento sono diffuse a livello locale e su un’ampia varietà di istituzioni pubbliche; vengono usate di frequente come punizione contro coloro che sono ritenuti essere “sovversivi" o "resistenti alla rieducazione”.

• Metodi comuni di tortura includono calci, percosse, scosse elettriche, appendere dalle braccia, incatenare in posizioni dolorose, e privare del sonno e del cibo. Inoltre sono state segnalate, forme specifiche di tortura in base al sesso, incluso la violenza e l'abuso sessuale.

Commercio di organi di prigionieri condannati a morte

• Le autorità cinesi nascondono le statistiche nazionali sulla pena di morte come "segreto di stato". Sulla base di rapporti pubblici disponibili, l' IA ha calcolato che almeno 1.770 persone sono state sottoposte ad “esecuzione capitale” e 3.900 persone sono state condannate a morte nel 2005, anche se le cifre reali si pensa siano di parecchio superiori. Nel marzo 2004, un anziano membro del Congresso Nazionale del Popolo ha reso noto che il numero delle esecuzioni capitali è attorno alle 10.000 l'anno.

• C’è una pratica, ampiamente documentata, di acquisto e di vendita di organi di prigionieri condannati a morte in Cina. La mancanza di trasparenza che circonda queste pratiche rende impossibile determinare se siano stati ottenuti i consensi scritti. Amnesty International, inoltre, rimane profondamente preoccupata che coloro che siano minacciati dall'imminente esecuzione non siano in una posizione per fornire “ liberamente e consapevolmente il consenso” al prelievo dei loro organi.

• Amnesty International sottolinea l'introduzione, in Cina, di nuove regolamentazioni sui trapianti di organi a partire dal 1 luglio 2006 che vietano l'acquisto e la vendita di organi. Tuttavia, rimane il dubbio su come le regolamentazioni saranno fatte rispettare, in particolare tenuto conto dell’alto valore commerciale delle vendite di organi in Cina. Amnesty International, inoltre fa notare che i regolamenti non fanno riferimento al fondamentale problema della fonte degli organi per i trapianti

Rapporto sul presunto prelievo di organi nei confronti di praticanti del Falun Gong ancora vivi.

• Un rapporto pubblicato il 6 luglio 2006, da due ricercatori indipendenti David Matas e David Kilgour, conclude che un gran numero di praticanti del Falun Gong sono vittime di un sistematico “prelievo di organi”, mentre sono ancora vivi, in tutta la Cina.

• Amnesty International stà continuando ad analizzare le fonti delle informazioni riguardo alle affermazioni di prelievo di organi nei confronti di praticanti del Falun Gong, compreso il rapporto pubblicato dai Canadesi David Matas e David Kilgour.

• Amnesty International sta effettuando una propria ricerca su questa questione. Queste indagini vengono ostacolate dalla particolare difficoltà di raccolta di prove certe in Cina, compreso le limitazioni ufficiali di accesso alle organizzazioni internazionali di diritti dell'uomo.

• Amnesty International ha riportato la risposta delle autorità cinesi, al rapporto canadese, che dichiara tra le altre cose che, la Cina ha 'fatto fronte in modo considerevole ai principi guida dell'Organizzazione Mondiale della Sanità approvati nel 1991, proibendo la vendita di organi umani e facendo sottoscrivere in anticipo un’autorizzazione da parte dei donatori'. Amnesty International considera questa dichiarazione come in disaccordo con i fatti in considerazione della pratica ampiamente documentata dell'acquisto e della vendita di organi di prigionieri condannati a morte in C

Versione originale: http://www.amnesty.org.nz/web/pages/home.nsf/dd5cab6801f1723585256474005327c8/83fba691f912206bcc2571d3001824ed!OpenDocument

* * *

Facebook Logo LinkedIn Logo Twitter Logo Email Logo Pinterest Logo

Potete stampare e diffondere gli articoli ed i contenuti pubblicati su Clearharmony, ma per favore citate la fonte.