Altri quarantadue decessi in seguito alla persecuzione confermati nell' Ottobre 2004

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Fonti non governative e informazioni pubblicate su Clearharmony hanno confermato che altri 42 praticanti del Falun Gong sono morti in seguito alle persecuzioni in Cina. Al 31 ottobre 2004 le morti confermate sono salite a 1101 dal 20 luglio 1999, quando il gruppo politico di Jiang Zemin ha cominciato la persecuzione del Falun Gong.

Il fatto che altri 42 praticanti siano morti in seguito alla persecuzione è stato confermato in ottobre. Trenta di essi sono morti nel 2004, 4 nel solo mese di ottobre.

Questi 42 casi di praticanti perseguitati a morte si sono verificati in 19 provincie, regioni autonome e municipi: 6 casi nella provincia di Jilin; 5 casi nella provincia di Hebei; 4 casi nella provincia di Heilongjiang; 3 casi nella provincia di Liaoning; 3 casi nella provincia di Sichuan; 3 casi nella provincia di Hubei; 3 casi a Chongqing; 2 casi a Tianjin; 2 casi nella provincia di Shaanxi; 2 casi nella provincia di Henan; e un decesso in ciascuna delle suguenti località: Pechino, provincia di Anhui, provincia di Guangdong, provincia di Guangxi, provincia di Gansu, provincia di Shanxi, regione autonoma di Ningxia, regione autonoma Xinjiang e regione autonoma della Mongolia Interna.

Questi 42 casi di morte a seguito della persecuzione hanno una cosa in comune: i praticanti sono stati soggetti a torture sia fisiche che mentali. Questi praticanti hanno subito pestaggi spietati, altre forme di tortura, lavaggi del cervello e estorsioni finanziarie. Sono stati mandati in centri di detenzione, campi di lavoro forzato, prigioni e ospedali psichiatrici. Hanno sperimentato oltraggi nelle stazioni della polizia locale e la persecuzione del crudele “Ufficio 610” che ha tentato di costringerli a rinunciare al loro credo nei principi di Verità-Tolleranza-Compassione.

Molti casi di persecuzione sono stati particolarmente brutali. Ad esempio il praticante Zhou Qingtian della città di Xi’an nella Provincia di Shaanxi ha subito l’inserimento chiodi in tutte le dieci dita, che sono così state seriemante danneggiate. Il praticante Cui Fengqi, dipendente della compagnia Tangshan Iron and Steel, è stato rapito e esposto al pubblico disprezzo. La polizia ha bruciato con una sigaretta accesa il dipendente delle ferrovie signor Song Wenhua della provincia di Jilin e poi lo hanno percosso brutalmente dopo averlo svestito completamente. Il praticante Ma Jijun della città di Changji nella regione autonoma di Xinjiang non solo è stato rapito e portato in un centro per il lavaggio del cervello presso il locale Ufficio 610, ma è stato poi rinchiuso in un ospedale psichiatrico dove trattamenti terrificanti gli hanno procurato edemi in tutto il corpo. Ha sofferto fino alla morte.

Di questi 42 casi ventiquattro erano donne (57%); 23 persone avevano più di 50 anni (55%). Trenta persone sono morte in seguito alla persecuzione nel corso 2004. Il più vecchio aveva 68 anni, Mo Jiaying di Guilin, Provincia di Guangxi; il più giovane aveva 31 anni, il professore di scuola superiore Xiao Guobing della provincia di Jilin.

Chen Lijun ha perso la vita in seguito alla persecuzione

La praticante di 40 anni Chen Lijun della città di Zhengzhou, nella Provincia di Henan è stata detenuta due volte nel Campo di Lavoro Forzato Shibalihe nella città di Zhengzhou ed è stata sottoposta ad ogni genere di tortura. Le guardie della prigione la hanno picchiata selvaggiamente colpendola al torace, all’addome e nelle parti intime. Hanno inoltre riempito la sua bocca di escrementi umani, assorbenti femminili e stracci sporchi. In molte occasioni il capo del gruppo, Zhou Xiaohong, e Ren Yuanfang hanno incitato detenuti tossicodipendenti a torturare Chen Lijun.

la Signora Chen Lijun morta il 29 settembre 2004 in seguito alla persecuzione.

Durante la sua seconda detenzione tre tossicodipendenti hanno chiesto di incontrare Chen Lijun in un locale al secondo piano di un edificio del Campo di Lavoro Forzato Shibalihe. La hanno pestata violentemente colpendole il volto, il torace e la schiena. In seguito a questo pestaggio le è venuta una febbre molto alta che le è durata per un mese. Lei ha chiesto di vedere un dottore e gli esami hanno riscontrato che aveva la tubercolosi. Il capo del gruppo, Ren Yuanfang, ha poi costretto Chen Lijun a rivolgersi alla sua famiglia e a quella di un altro praticante e le guardie della prigione hanno così potuto estorcere diverse migliaia di yuan per le spese mediche ad entrambe le famiglie. Il 7 settembre 2004 Chen Lijun è riuscita a scappare dall’ospedale. Le autorità del Campo di Lavoro e altre persone coinvolte hanno cominciato immediatamente le ricerche, temendo che potesse rendere pubbliche le loro azioni malvagie. I parenti di Chen sono stati intimiditi perché non le dessero rifugio, così lei ha dovuto andare a casa di praticanti che aveva conosciuto in passato.

Chen Lijun prima della persecuzione era alta 1,65 metri e di carnagione chiara. Dopo la fuga dal Campo di Lavoro, il suo colorito era giallo pallido, i suoi occhi erano scavati e soffriva di una grave dilatazione dell’addome. Era magra e con le braccia più minuscole di quelle di un bambino. Aveva bisogno di aiuto anche solo per camminare. Era molto debole e la sua memoria era molto frammentaria. Era terrorizzata e in uno stato di continuo stupore. Si agitava alla sola vista di un estraneo, perché aveva paura di essere riportata nel Campo di Lavoro, così non aveva il coraggio di rimanere troppo a lungo nello stesso luogo, né aveva il coraggio di pubblicare su Internet le sofferenze che aveva dovuto subire. Chen Lijun è morta alle 4 del pomeriggio del 29 settembre 2004.

Dopo la sua morte la Polizia di Zhengzhou, l’Ufficio 610 e il Campo di Lavoro Forzato Shibalihe hanno cercato di negare le loro responsabilità sulla morte di Chen. Non hanno voluto ammettere ai praticanti che si sono presi cura di lei e a coloro che avevano contatti con lei di avere avuto una responsabilità diretta nella sua morte. In più essi hanno mantenuto una sorveglianza su alcuni dei praticanti che erano informati dei fatti.

Li Chunwen ha subito una brutale persecuzione ed è morto in seguito ad essa

Il Signor Li Chunwen, 61 anni, viveva nel villaggio di Wujiazhuang, presso la città di Xiulin, provincia di Hebei. Ha subito anni di inumana persecuzione a causa del suo risoluto credo nella Falun Dafa ed è morto il 10 giugno 2004.

Dopo il 20 luglio 1999 il Signor Li e alcuni altri praticanti sono stati arrestati, interrogati e trattenuti. Poi sono stati rilasciati, ma solo dopo aver pagato una multa di 200 yuan esterta illegalmente. Il 9 febbraio 2000 Li Chunwen è stato arrestato di nuovo dalla Polizia di Xiulin, perché si rifiutava di interrompere la pratica del Falun Gong. Era pieno inverno e lo ammanettavano in una stanza fredda o all’aperto vestito con abiti leggeri.

Li Chunwen si rifiutava ancora di abbandonare la pratica del Falun Gong e così dieci giorni dopo dei poliziotti lo hanno portato in un ufficio abbandonato nella Sesta Fabbrica di Ceramiche per perseguitarlo con più brutalità.

I poliziotti erano attorno a lui. Uno a sinistra con un bastone per colpirlo, uno a destra con un bastone elettrico per dargli delle scariche, i due che stavano dietro e di fronte a lui reggevano una fune che era legata attorno al suo corpo e con la quale potevano tirarlo verso direzioni opposte, costringendolo ad inginocchiarsi e questi due poliziotti calpestavano i suoi polpacci con tutta la loro forza. Sei giovani uomini stavano torturando un anziano. Hanno messo una corda fine sotto le sue braccia e mentre due di loro lo tiravano verso l’alto con tutta la loro forza, gli altri stavano sui suoi polpacci per fare resistenza a quel movimento, finchè la corda non ha lacerato la sua carne, producendo un istantaneo sanguinamento. Li Chunwen aveva difficoltà a respirare e sudava copiosamente dopo cinque minuti del primo round di questo essere “tirato”. Ha smesso di respirare dopo 10 minuti. I poliziotti vedendo che stava per morire, lo hanno forzato a bere dell’acqua, se non avesse bevuto lo avrebbero bastonato e colpito con i bastoni elettrici. Poi hanno ripetuto la tortura per una seconda e una terza volta, fino a quando i poliziotti non sono statti troppo stanchi per continuare.

Dopo la torturail corpo di Li Chunwen era coperto di sangue e la sua bocca sanguinava perché si era ferito le labbra per il dolore. Le sue gambe erano così deboli che non poteva stare in piedi. Quando un poliziotto ha visto la scena ha detto, riferendosi al capo e al suo vice: “Quanto sono crudeli! Non hanno alcun sentimento umano!”

Spesso i poliziotti estorcono anche somme di denaro ai praticanti che perseguitano con le loro crudeli torture. In pratica chiedono loro somme che vanno da un minimo di 1,000 a un massimo di 10,000 yuan per rilasciarli e se non pagano li recludono in cella di isolamento. Questa forma di abuso è stata usata anche contro Li Chunwen a partire dal 23 febbraio. La polizia ha mandato Li Chunwen e altri a Xiantai per il lavaggio del cervello forzato. A Xiantai il vice capo del Dipartimento di Polizia della Contea, Li Zhongyong, aveva ricevuto l’incarico di occuparsi dei praticanti del Falun Gong. Il tribunale, l’Ufficio Giudiziario e ogni stazione di Polizia invia qualcuno con questo compito. I praticanti sono stati costretti a fare lavori pesanti dalla mattina alla sera tardi. Poi le autorità della città di Xuilin li hanno rinchiusi per venti giorni in gabbie di metallo, in genere usate per i detenuti violenti. Nelle gabbie c’erano urina e escrementi, non c’era possibilità di dormire e i detenuti non erano nutriti in modo appropriato. Per rilasciarli hanno chiesto alle loro famiglie di sborsare 3,000 yuan. Dopo aver subito un trattamento di questo tipo per 51 giorni li Chunwen, una volta sano e forte, era diventato giallastro in volto, magro e molto debole.

Dopo il suo ritorno a casa, il Dipartimento di Polizia della Contea, il governo locale e la polizia andava a casa sua quasi ogni giorno per tormentarlo. Non poteva respirare bene e i suoi organi interni erano continuamente doloranti. Non poteva mangiare, né bere, né dormire normalmente. È sopravvissuto in queste condizioni fino al 10 giugno 2004, quando ha perso conoscenza ed è morto.

Qin Jinxiu è morta a cusa della persecuzione

Qin Jinxiu aveva iniziato una nuova vita dopo avere cominciato a praticare la Falun Dafa ed ha dovuto subire la persecuzione e una tragica morte per avere detto la verità. È morta nella sua casa il 23 febbraio 2004 dopo essere stata torturara molte volte.

la Signora Qin Jinxiu deceduta a casa sua il 23 febbraio 2004

La praticante di 60 anni Qin Jinxiu, pensionata, che viveva nella città di Wuhan, provincia di Hubei, nella seconda metà del 1998 era stata sul punto di morire a causa del diabete e i suoi familiari la avevano portata di peso al gruppo di pratica di Baiyushan per imparare gli esercizi del Falun Gong. In meno di due mesi il suo diabete era scomparso. La persecuzione iniziò poco dopo, ma nonostante avesse appena iniziato a praticare la sua fede nella Falu Dafa era veramente forte. Stava distribuendo materiale per chiarire la verità nella regione di Baishan quando è stata arrestata.

Il primo marzo 2000, Qin Jinxiu si è recata a Pechino per validare la Fa ed è stata fermata e detenuta per parecchi giorni prima di essere rimandata a Wuhan. L’Ufficio 610 la ha trattenuta persso la Stazione di Polizia di Quingshan dove è stata torturata in molti modi. È stata rilasciata dopo 29 giorni e da quel momento in poi è stata tenuta sotto sorveglianza da parte dell’Ufficio di Quartiere e obbligata a presentarsi ogni mattina, perdendo così la sua libertà personale.

Nei passati cinque anni, la polizia, l’ufficio di quartiere e le guardie della sicurezza sono andati spesso a casa sua per tormentarla e per frugare tra le sue cose. Nel gennaio 2003 è stata denunciata per avere distribuito materiale per chiarire la verità ed è stata arrestata a casa sua. La polizia la ha rinchiusa in una gabbia progettata per la tortura.

Nel freddo dell’inverno la polizia la ha costretta a stare in una gabbia di metallo a piedi nudi senza poter mangiare, bere, dormire e neppure sedersi. Non le consentivano di usare il bagno. Quattro persone (agenti della polizia locale o dell’Ufficio 610) si davano il turno per interrogarla 24 ore su 24.

La signora Qin ha ribadito la verità a ciascuno di loro. Dovendo stare per molto tempo nella gabia di metallo a piedi nudi, il so corpo si era gonfiato e le sue gambe e le sue mni non funzionavano bene. I poliziotti hanno temuto che potesse morire e così la hanno rimandata a casa. Quando è tornata a casa non era in grado di prendersi cura di se stessa e era molto magra ed emaciata. È morta a casa sua il 23 febbraio 2004.

“Non lo rilasceremo finchè è ancora vivo”. Song Wenhua è morto a causa delle torture.

Il praticante Song Wenhua, 56 anni, risiedeva nella città di Tonghua, nella provincia di Jilin. Era dipendente della Società Ferroviaria della città di Tonghua. Nel mese di ottobre Song Wenhua è stato torturato a morte nel Campo di Lavoro Forzato della città di Changchun, provincia di Jilin.

Nel 2003, mentre Song Wenhua chiariva la verità sul Falun Gong nellacittà della località di Hulutao, impiegati del governo locale lo hanno arrestato. È stato condannato a due anni di lavori forzati presso il Campo di Lavoro Forzato della città di Changchun. Secondo fonti attendibili, la sua salute ha cominciato a deteriorarsi nel marzo 2004. Tre o quattro visite mediche hanno accertato che aveva la tubercolosi e altri disturbi. La situazione era tanto seria che fluidi si erano accumulati in tutto il suo corpo, riepiendo i polmoni all’80%. Si trattava di una condizione molto grave e rischiosa, Song poteva morire da un momento all’altro. Li Fei, un medico del Campo di Lavoro, ha detto “Se Song muore, il Campo di Lavoro non si assumerà alcuna responsabilità”. I famigliari di Song hanno chiesto che fosse rilasciato per poter essere curato, ma il Campo di Lavoro si è rifiutato, dicendo di non avere una autorità sufficiente per prendere questa decisione. La famiglia ha allora fatto richiesta alle autorità competenti, ma queste hanno detto che era una cosa di competenza del Campo di Lavoro. Le autorità si scaricavano la responsabilità a vicenda.

In più il Campo di Lavoro non ha più autorizzato visite da parte dei famigliari. Hanno detto: “Noi non ci occupiamo dei vecchie e dei malati. E non lo rilasceremo finchè è ancore vivo. Se starà per morire, all’ultimo istante lo porteremo fuori dai cancelli del Campo perché muoia fuori, così la sua morte non potrà essere considerata come ‘morte per torture nel Campo di Lavoro’ “. Sebbene Song Wenhua soffrisse terribilmente e fosse estremamente debole, gli sono state rifiutate le cure mediche e non era più nutrito. In più era ancora costretto a fare giornalmente lavori fisici pesanti.

Per più di dieci giorni Song ha avuto la febbre molto alta, sopra i 39°. Non è stato in grado di ricevere alcun nutrimento per circa cinque giorni. Il suo aspetto peggiorò drammaticamente. Il personale del campo non riportò la sua situazione ai superiori, così che non ha potuto ricevere le necessarie cure medich in tempo.

Quando i suoi famigliari sono stati autorizzati a visitarlo, Song non era in grado di prendersi cura di se stesso ed era molto emaciato. L’8 ottobre 2004, dopo 18 mesi di torture, il Campo di Lavoro lo ha rilasciato. Le sue condizioni erano ormai irreversibili e nessuna cura medica poteva salvarlo. Nove goiorni dopo essere tornato a casa, il 17 ottobre 2004, è morto avendo sofferto una grande ingiustizia.
Versione inglese disponibile a: http://www.clearharmony.net/articles/200411/23363.html

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