Eliminare i sentimentalismi e percorre bene il resto del cammino

Esperienza letta alla Conferenza Europea di Condivisione delle Esperienze di Varsavia
 
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Mi chiamo Mary. Ho ottenuto la Fa sei anni fa. Con mia grande sorpresa due anni più tardi il mio matrimonio è andato in pezzi. In superficie è dipeso dal fatto che il mio ex-marito aveva avuto una relazione con un'altra donna. Dopo un lungo e doloroso auto-esame, sono arrivata a capire che la radice della rottura del mio matrimonio era probabilmente la mia incapacità di seguire la Fa. Io quindi, senza volerlo, mi sono esposta agli spietati tentativi del male di impedirmi di coltivare. Servendosi liberamente delle mie insufficienze, il male ha condotto mio marito ad abbandonare la sua famiglia ed a perseguire nozioni ateistiche e desideri cattivi.

Lo stato che io come coltivatrice della Grande Via potevo raggiungere era così elevato che il male avrebbe fatto qualunque cosa pur di fermarmi. Venni profondamente scossa da una serie di attaccamenti e sperimentai una miriade di paure e una profonda solitudine; mi sentii sopraffatta dalle responsabilità. É terribile ricordare come il male mi trascinò giù ed amplificò i miei attaccamenti. Sebbene credessi nella Dafa con tutto il mio cuore, non ero nello stesso tempo matura a sufficienza nella mia coltivazione e le mie fondamenta, a loro volta, non erano solide. Più profonda e più potente di quanto chiunque possa immaginare, la coltivazione in questa Dafa, come spiega il Maestro, è una faccenda molto seria.

Sono stata sposata per 21 anni e ho avuto 7 figli. In termini ordinari sono stata una moglie e una madre leale e fedele. Alla fine, tuttavia, devastata dagli attaccamenti di colpevolezza, solitudine, paura ed eccessiva responsabilità, la mia resistenza è crollata e ho iniziato una relazione con un uomo con cui non ero sposata. All'inizio fui in grado di spiegare a quella persona quali erano le cose in cui credevo e lui le rispettò, ma stando vicino a lui la tentazione crebbe sempre più forte, finché divenne troppo forte perché riuscissi a resistere. All'inizio si manifestò sotto forma di una cosa naturale, calda, che dava conforto, romantica e gratificante.

La prima sera facemmo ciò che il Maestro dice che un praticante non deve fare; andammo in un pub. Uscimmo in una dolce serata estiva, lui mi disse che mi amava e mi strinse la mano. Mentre lo faceva mi resi conto che c'era una festa di matrimonio nella stanza accanto e, con mia grande sorpresa, una giovane sposa cinese, molto bella, improvvisamente apparve sulla porta proprio mentre noi entravamo. Mentre noi ci girammo a guardarla, lei rimase assolutamente immobile e mi fissò negli occhi. Quando ottenne la mia totale concentrazione, lentamente mosse i suoi occhi verso l'alto e poi sulla destra. I miei occhi seguirono i suoi fino ad una casetta per gli uccelli da cui due colombe, il simbolo dell'amore romantico, immediatamente volarono via. La sposa allora sorrise, girò sui tacchi e corse di nuovo fra i suoi ospiti.

Il mio futuro compagno mi guardò nel profondo degli occhi e io rimasi colpita da quanto fossero del tutto simili a quelli di mio padre, scomparso poco prima, che tanto desideravo e che mi mancava così tanto. Pensavo che fossero tutti segni che quell’amore era giusto ed era una ricompensa per la mia coltivazione. Accecata dal sentimentalismo non vedevo che erano predisposti per sfruttare “i miei sogni e desideri meravigliosi” e condurmi lontano dal mio Maestro.

Mi dimenticai di quel giovane descritto nello Zhuan Falun che vide il fascino pericoloso che si celava dietro quelle bellezze che ondeggiavano verso di lui mentre sedeva in meditazione. Pensavo che il nostro amore fosse predestinato. Mi convinsi che ci saremmo sposati appena possibile e mi accontentai di questa giustificazione. In un certo senso mi sentivo sollevata – dopo tutto era più facile cedere che resistere.

Cominciai a far fatica a fare gli esercizi. Mi allontanai dai gruppi e spesso non riuscivo ad inviare i pensieri retti. I miei attaccamenti crebbero e l'oscurità dentro di me divenne più profonda.

Sentivo che nel mio peccato, non ero all'altezza di queste cose preziose. Non potevo chiarire la verità in queste condizioni, perché non potevo tradire me stessa e il Maestro essendo così falsa.

Quando la sensazione di completezza si trasformò in corruzione e bramosia, il desiderio portò alla lussuria. Divenni l'ossessione di quell'uomo. Cominciai ad avere paura del desiderio che provavo. La lussuria generò ulteriore lussuria. Da questo punto di vista diventai peggio di una persona normale e non mi riconoscevo più. Il resto della mia vita cominciò a cadere a pezzi. Persino la mia casa andò a fuoco.

Fallii una prova dopo l'altra. L'oscurità dentro di me divenne più profonda fino al punto che una notte, dopo aver perso altra mia essenza vitale fra le braccia di quest'uomo, mi risvegliai nel bel mezzo della notte da un sonno profondo ma inquieto. Era buio ed ebbi la sensazione di una sostanza nera che si contorceva dentro di me. Si trattava di una creatura, ma senza una testa o dei lineamenti.

Improvvisamente compresi con orrore che cos'era! Era Karma! Un profondo terrore mi avvolse, dato che la mia parte consapevole non ignorava ciò che mi stava minacciando. Seppi allora che se non mi illuminavo sarei stata perduta. Ma le “montagne di granito” che formavano i miei profondi attaccamenti non si spezzavano. Quindi fui gettata in una lotta di vita o di morte per la mia stessa salvezza e per quella degli esseri che dipendevano da me.

Sentii la fredda mano nascosta dietro il mio dolore, mentre venivo gettata in ciò che sembrava un perpetuo conflitto. La verità della Dafa, tuttavia, sopravviveva dentro di me, anche se venivo sbattuta senza possibilità di aiuto da una parte all'altra dal male, con il mio sangue vitale che gocciolava dai miei denti digrignanti. Abbandonai la mia relazione non retta molte volte, solo per ricaderci dentro di nuovo con ogni genere di scuse: avevo responsabilità insormontabili, avevo problemi finanziari, avevo bisogno di qualcuno, avevo bisogno di aiuto, non era giusto essere da soli, potevamo essere solo amici, avevo diritto anch'io alla mia felicità, ero stata offesa da mio marito e così via.

Il Maestro non mi aveva abbandonato, non aveva rinunciato a me, sebbene io avessi quasi rinunciato a me stessa. Anche se avevo deviato allontanandomi da lui, non mi aveva mai abbandonato, né mi permetteva di nascondere le cose. Una notte, mentre stavo lottando disperatamente con la solitudine, la mia visione si aprì ed il Maestro mi permise persino di vedere la costruzione dell'universo e che tutte le cose erano in realtà fatte di Verità, Compassione, Tolleranza. Tutti gli oggetti della mia stanza erano completamente composti da minuscoli Falun. Questo mi indicò che in effetti non c'era nessuna solitudine. Come me, ogni cosa, organica e inorganica, era composta della divina sostanza che si estendeva ovunque.

Indulgendo nella mia illusione avevo fatto un errore fondamentale. Avevo cercato di assimilare la Fa a me stessa, non me stessa alla Fa. Avevo cercato di usare la vecchia Fa dei sentimenti, intuizioni e segni come guida, al fine di giustificare l'aggrapparmi ai miei attaccamenti. Avevo cercato di fissare le mie cose alla Fa del cosmo, la qual cosa era impossibile da ottenere, nemmeno se ci avessi provato per un milione di anni.

Continuando ad inciampare mentre cercavo di percorrere il mio sentiero predestinato, molte volte volevo chiedere aiuto al Maestro. Il ricordare che mi aveva insegnato a non guardare fuori da me stessa mi faceva però vergognare, quindi i miei appelli morivano sulle mie labbra. La mia coscienza non era sicura che io avessi provato assolutamente tutto per cercare di vincere da sola le mie tribolazioni. Nel profondo del mio cuore non potevo negare la Dafa e sapevo che comunque difficili diventassero le cose, quando arrivava la resa dei conti avrei dovuto abbandonare tutto quanto oppure distruggere il mio benevolente destino predestinato.

Le cose vennero tutte a capo una notte quando la mia coscienza non mi lasciò più negare la Dafa. Ciò nonostante mi ritrovai a guidare verso casa sua con le lacrime che scorrevano sul mio viso. La natura di Budda e quella demoniaca stavano combattendo una battaglia decisiva del bene contro il male, come se nel mio petto ci fossero state due tigri. Il mio corpo, contro la mia volontà, mi stava portando alla distruzione, mentre il mio cuore voleva essere salvato. Questa volta, senza nessun tipo di riserva, pregai il Maestro dal profondo del cuore di darmi la volontà di resistere al demone. Lui mi udì. La sua stupenda compassione si manifestò e improvvisamente le parole “lo spirito principale deve predominare” apparvero davanti ai miei occhi in una luce dorata.

Mentre arrivavo di fronte all'appartamento dell'uomo, la mia coscienza principale si risvegliò ed io lasciai andare il mio attaccamento. Come nella parte del Capitolo VII dello Zhuan Falun che parla del mangiare carne: quando è giunta l'ora di abbandonare l'attaccamento il corpo la rigetterà. Il mio fece proprio così. Guardai su alla finestra; lui stava guardando fuori, in attesa. Ma l'incantesimo era spezzato. Tutto divenne calmo e immobile.

Girai la mia macchina e non tornai mai più indietro. La mia natura di Budda era emersa. Aveva scosso, esattamente come aveva descritto il Maestro, il mondo delle dieci direzioni. Le montagne di granito allora si sbriciolarono come macerie sotto la potente forza della Dafa.

Interi piani della Fa che non avevo mai compreso prima, da quel giorno si sono rivelati a me. Io spesso la leggo come se fossi veramente dentro di essa, proprio come feci quando la predestinazione mi mise in mano il libro per la prima volta sei anni fa. É anche dentro di me e la porto nel mio cuore ovunque io vada. La mia capacità di guardarmi dentro per trovare i miei attaccamenti ha a sua volta raggiunto un altro livello.

Ora rabbrividisco e la mia faccia si contorce come quando si assaggia del limone amaro quando guardo da quassù ciò che ho fatto e capisco la repulsione che provoca negli dei.

Ora vedo le mani del Maestro e la sua benevolenza ad ogni tappa di questo arduo cammino. Sono sfuggita ai mali della mia vita che ho descritto e ho la possibilità di coltivare le parti di me che ancora devo scoprire. La terra pura rimane ancora entro le mie possibilità, se solo seguirò la legge del Maestro. Oggi il mio cuore si sente innocente e le mie lotte passate sono solo dei difficili passaggi sul mio percorso a salire.

Ogni cosa, persino i peccati che ho descritto, può essere rettificata dalla potente Fa. Il Maestro ha visto la mia innocenza, la mia bontà e la mia sincerità. Il mio cuore sa che il Maestro non mi giudica. Quindi io non giudico me stessa, ma procedo con lacrime di gioia e profonda gratitudine poiché sono stata salvata anche solo per coltivare un giorno di più. Sapendo che “La luce di Budda splende ovunque, rettificando tutte le anormalità”, posso guardare innanzi “ai fiori splendidi e a un altro villaggio più in là”. Se davvero coltivo bene posso recuperare tutto ciò che ho perso.

Se qualcuno di voi sta ancora lottando con le cose che ho descritto, posso dirvi che queste cose possono prendersi la vostra vita e possono portarvi via ciò che avete atteso fin dai tempi più remoti. Quindi spero che qualcosa di ciò che ho detto la possiate riconoscere e vi possa aiutare in qualche modo.

Il nostro Maestro sta aspettando, il più a lungo possibile, che noi ci risvegliamo e percorriamo bene il resto del nostro sentiero.

Grazie, grande e benevolente Maestro per essersi chinato su di me con la sua stupenda misericordia.

Grazie e perdonatemi miei cari e preziosi amici coltivatori.

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