La signora Zhang Jimbo di Yanji praticante del Falun Gong è stata torturata crudelmente

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Le immagini qui sotto documentano le lesioni riportate da una praticante del Falun Gong, la signora Zhang Jimbo, dieci giorni dopo aver subito le torture il 14 aprile 2008.

Durante i nove anni di persecuzione del Falun Gong in Cina, Zhang Jimbo ha subito crudeli torture ed oggi non è in grado di condurre una vita matrimoniale ed una comune esistenza. Per via della lunga detenzione nel campo di lavoro forzato, la sua salute fisica e mentale sono drasticamente peggiorate. Il suo corpo ha sopportato enormi dolori derivanti dalle torture e sono emersi molti disturbi. La sua richiesta di residenza fu respinta e solo nel caso in cui avesse rinnegato la sua fede l’avrebbero accettata. Le fu negata la possibilità di lavorare fuori casa. Dovette vivere un’esistenza povera e tormentata in esilio. Quella che segue è una descrizione della persecuzione contro la signora Zhang Jimbo attraverso le sue parole.

Mi chiamo Zhang Jimbo, ho 39 anni e sono nubile. Provengo da Yanji, provincia di Jilin. Ho iniziato a praticare il Falun Gong nell’agosto del 1996 e poi andai a vivere Singapore nel 1997. Il 20 luglio 1999, il Partito Comunista Cinese (PCC) iniziò la persecuzione contro il Falun Gong. Ritornai a casa allo scopo di appellarmi attivamente alla giustizia in favore del Falun Gong. Stranamente fui condannata al lavoro forzato sulla base di false accuse.

Durante la lunga persecuzione che è seguita, sono incorsa in traumi fisici e psichici. Come risultato, ho sviluppato una grave ipertensione. In fine, le guardie del campo di lavoro furono preoccupate che potessi morire e così mi rilasciarono su consulto medico per ricevere le cure. Ritornai a casa ma la persecuzione non era ancora finita. Ricominciarono a molestarmi e fu impossibile per me rimettermi in salute. Dovetti vivere in esilio e recuperare la salute praticando il Falun Gong.


Alle 20:00 del 14 aprile 2008, stavo ritornando a casa con la mia bicicletta. Quando salii nel palazzo quattro o cinque poliziotti in borghese saltarono fuori all’improvviso e mi presero. Mi portarono presso la Domestic Security Division. Per quanto ne sapevo uno di loro era il capo della Domestic Security Division Song Lihai, mentre gli altri erano tutti di nazionalità koreana. Sapevo solo che uno di loro era chiamato Wu. Presso la Domestic Security Division essi estorsero confessioni con ogni mezzo di tortura possibile.

Mi portarono in cella di isolamento e uno dei poliziotti che mi prese in custodia iniziò ad interrogarmi. Questo poliziotto aveva circa 40 anni, alto un metro e settanta, molto magro con occhi molto piccoli. Mi urlò: “Sai dove ti trovi? Noi siamo lo strumento della dittatura e serviamo la nostra nazione…” Lo ascoltai e capii soltanto che non mi avrebbero trattata in modo umano e con coscienza. Non volevano ascoltarmi. Tre poliziotti fecero i turni durante l’interrogatorio ed io rimasi in silenzio.

Dopo circa un’ora, essi realizzarono che avevano sprecato le loro parole e iniziarono le loro vergognose torture. Inizialmente legarono i miei piedi e mi fecero sedere su una sedia di ferro con uno schienale molto alto. Mi misero le braccia dietro lo schienale e mi legarono i polsi dietro alle spalle.

Prima illustrazione: Le mie braccia dietro alla schiena con i polsi legati.

Poi mi tirarono indietro le spalle, con le braccia legate con stracci di tela. Dapprima provai un dolore atroce alle braccia ed il sudore mi cadeva sul volto. Poi misero un’altra sedia di ferro con lo schienale alto di fronte a me e mi misero i piedi legati sulla cima della sedia. Il mio corpo aveva assunto la forma di una “V”.

Seconda illustrazione: il mio corpo nella forma di una “V”


Il poliziotto Wu stava in piedi dietro di me e spingeva le mie braccia legate in su con molta forza, mentre un poliziotto più piccolo spingeva in alto le mie gambe che erano legate. Stavo per svenire e rimasi appena cosciente pensando che le braccia e le gambe si potessero rompere.

Terza illustrazione: un dolore atroce mi travolse immediatamente con questa tortura; stavo quasi per svenire rimanendo appena cosciente.

Mi torturarono in questo modo molte volte. Quando videro che stavo per svenire, si fermarono temporaneamente e poi ripresero. Durante questo periodo, divenne troppo doloroso per le mie gambe così allentarono la pressione di poco. Song Lihai arrivò per aiutare. Questa tortura ad intermittenza avvenne parecchie volte e la mia coscienza andava e veniva. Quando mi risvegliai, provai un così forte dolore che il mio spirito sembrava avermi abbandonato. Mi era difficile respirare e persi nuovamente conoscenza. In fine, gli agenti videro che avevo perso conoscenza e si preoccuparono che potessi morire. Fermarono le torture e abbassarono le mie gambe lasciando le braccia legate allo schienale dietro alla schiena. A quel punto sentii qualcuno chiedere che ora fosse e gli altri risposero le tre. Ciò significò che mi avevano torturata per circa 6-7 ore.

Alle 10:00 circa del 15 aprile, mi mandarono nel carcere di Yanji. Quando mi liberarono dalla sedia di ferro, ebbi un collasso e caddi sul pavimento e non fui in grado di camminare. I poliziotti mi maledirono e dissero che stavo fingendo. Nel carcere, i poliziotti mi chiesero cos’era successo ed io raccontai l’accaduto. Dopo un esame medico, trovarono che la mia pressione sanguigna si era alzata per via delle torture. Il secondo giorno in carcere, due agenti dell’Ufficio 6-10 (*) iniziarono ad interrogarmi. Dissero che sapevano che mi avevano torturata e volevano condurre un’indagine. Descrissi i metodi di tortura e mostrai loro i lividi. Più tardi mi dissero che il capo della Domestic Security Division affermò che le lesioni erano dovute alla mia resistenza all’arresto e che non mi avevano torturata. Quando udii queste menzogne, dissi: “Potete portarmi da un dottore e se possiede un pò di umanità e coscienza, vi dirà la differenza tra i segni rimasti dopo una lotta e quelli che rimangono dopo le torture.” (Dopo queste torture, non fui in grado di alzare le braccia normalmente) Gli agenti dell’Ufficio 6-10 in fine mi chiesero: “ Osi davvero essere legalmente responsabile per ciò che hai affermato?” Capii dal profondo del mio cuore che sarebbe stato impossibile aspettarmi che avessero fatto chiarezza a mio favore.

Per protestare contro mia persecuzione, iniziai uno sciopero della fame. Al terzo giorno, si sottoposero ad alimentazione forzata. Poiché avevo la pressione sanguigna alta mi dovettero effettuare una trasfusione. Non sapevo che cosa mi stessero mettendo nel mio corpo. Il mio cuore batteva in modo non normale e sentii tutto il corpo intorpidito. Alla fine mi mandarono all’Ospedale di Yanji per cure di emergenza. La mia pressione sanguigna era di circa 200 – 130. Ero in serio pericolo.

A partire dalla notte del 14 aprile, quando fui arrestata, fino al 21 aprile, sono stata senza cibo e acqua. Ero sulla soglia della morte, ma gli agenti della Domestic Security Division non si presero cura per niente di me. Mi mandarono ancora nel campo di lavoro forzato di Heizuzi a Changchun e vollero condannarmi al lavoro forzato. Il medico del campo di lavoro si rifiutò di ammettermi e mi dovettero rilasciare.

Questa è la vera storia di una normale praticante che solo per essersi rifiutata di abbandonare la sua fede in “Verità-Compassione-Tolleranza”, fu torturata brutalmente. Ciò che ho vissuto io è solo la punta dell’iceberg. Esistono molti più casi di persecuzione, i quali sono ancora più crudeli, che non sono ancora stati scoperti per via di varie ragioni. Qui ho mostrato la malvagità e faccio appello alla gente con una coscienza e dal cuore gentile affinché ci aiutino a fermare la persecuzione dei praticanti al più presto possibile.

Versione cinese: http://minghui.ca/mh/articles/2008/5/18/178709.html

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Here is the article in English language:
http://en.clearharmony.net/articles/a44882-article.html

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