Verbania: Lettera al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

Appello inerente al tema dei Diritti Umani negati in Cina
 
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Prof. PAOLO FERRANTE
Via XXIV Maggio, 9
28921 VERBANIA


Ill.mo Signor Presidente
Repubblica Italiana
ROMA


Illustrissimo Signor Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano, Le scrivo a nome e per conto di tutti gli Insegnanti firmatari dell'appello (circa 1.000) inerente al tema dei Diritti Umani negati in Cina, dei quali si è tanto parlato in questi giorni di celebrazione olimpica.

La situazione è drammatica: dai tre ai sei milioni di persone (prigionieri politici, giornalisti dissidenti, religiosi d’ogni fede, criminali comuni…), costrette ai lavori forzati, al lavaggio del cervello, alle torture fisiche e alla morte, sono rinchiusi nei Laogai, i campi di concentramento cinesi.

La parola Laogai è una sigla ricavata da LAODONG GAIZAO DUI e significa "Riforma attraverso il lavoro".

I Laogai sono strettamente funzionali allo stato totalitario cinese per un doppio scopo:
a. perpetrare la macchina dell'intimidazione e del terrore, con il lavaggio del cervello per gli oppositori politici;
b. fornire un'enorme forza lavoro a costo zero.
Ogni Laogai ha due nomi, uno come campo di concentramento/prigione e uno come impresa commerciale. Nella vendita dei prodotti compare il nome commerciale e non quello del carcere. In tal modo, la produzione dei Laogai diventa simile a quella di normali industrie. Nei Laogai si produce di tutto: autobus, articoli per la casa, componenti elettronici, computer, giocattoli, macchinari di ogni genere, mobili, prodotti tessili e agricoli, scarpe, etc.

La decisione di rinchiudere gli accusati è spesso a totale discrezione della polizia.

La vita nei Laogai: l'orario di lavoro arriva fino a 16 ore al giorno; sicurezza e igiene non esistono; il giaciglio è sulla nuda pietra; il cibo è inadeguato e proporzionato al lavoro eseguito; la fame è continua compagna del detenuto.

Le punizioni nei Laogai: i pestaggi e le torture sono all'ordine del giorno; frequenti le scariche elettriche e la sospensione per le braccia; isolamento forzato per numerosi giorni, poco cibo e chiusi in celle di due-tre metri cubi, in compagnia dei propri escrementi.

In questa situazione di abusi, fame, maltrattamenti e vessazioni alcuni detenuti cedono e si suicidano.

Signor Presidente, sapevamo tutti che, calato il sipario olimpico, ci sarebbe stato un ulteriore giro di vite. É notizia di ieri (26 agosto 2008) che domenica, poche ore prima della spettacolare cerimonia conclusiva delle Olimpiadi, che io e altri amici abbiamo deciso di non seguire in TV, quattro agenti si sono presentati nella cattedrale di Wuqiu, nella regione di Hebei, e hanno trascinato via monsignor Giulio Jia Zhiguo, vescovo della Chiesa cattolica sotterranea cinese, che al momento dell'arresto stava celebrando la Santa Messa. Mentre, attraverso le Olimpiadi il regime mostrava al mondo il suo volto "liberale", altri eventi simili si sono succeduti nel mese di agosto, soprattutto contro la comunità tibetana. Inoltre, prima delle olimpiadi sono stati arrestati 8.000 aderenti al movimento Falun Gong e, alcuni di essi, sono stati torturati a morte. Non Le elenco altre situazioni perché alcune repressioni sono riuscite a superare il ferreo controllo del Governo cinese e giungere fino a noi e pubblicate su alcuni nostri quotidiani.

Ci rivolgiamo a Lei, Presidente, non solo per l'alta carica che ricopre, ma anche per la sua sensibilità verso l'umanità. Con questo appello non abbiamo nessuna pretesa. Siamo un gruppo di insegnanti promotori dell'iniziativa a favore dei diritti umani e la vorremmo condividere con Lei e con il Ministro della Pubblica Istruzione Mariastella Gelmini.

I nostri obiettivi sono fondamentalmente cinque:
1. che del problema se ne parli;
2. che si possa arrivare al rinoscoscimento dei fondamentali diritti umani in Cina e altrove (per es. India, Pakistan e Iraq);
3. che si metta fine alla repressione liberando i prigionieri politici, religiosi e giornalisti non in linea col pensiero del Governo cinese;
4. che si chiudano i Laogai
5. che, a livello di Ministero della Pubblica Istruzione, si possa elaborare un progetto sui totalitarismi presenti oggi nel mondo, da sottoporre all'attenzione di tutti gli alunni delle scuole e in particolare a quelli delle Superiori.

Signor Presidente, grato per l'attenzione che vorrà mostrarci, mi permetto di allegare alla presente le firme raccolte tra gli insegnanti. La Sua vicinanza ci sprona a mettere al centro della nostra attenzione l'uomo, ovunque sia e chiunque sia.

Le auguriamo buon lavoro e restiamo in attesa di un Suo riscontro.

Verbania, 27.08.08
Prof. PAOLO FERRANTE

P.S.:
1. Allego la raccolta delle firme.
2. Molti hanno offerto sostegno e documentazione, così come si evince da allegato.

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