Guardarsi dentro, attaccamenti e vera coltivazione

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(Minghui.org) Leggendo la Fa del Maestro mi rendo conto che la vera coltivazione non significa che la persona non ha attaccamenti o che non fa nulla con i suoi attaccamenti. Al contrario, coltiva se stesso per sbarazzarsi dei suoi attaccamenti. Questo è il processo della vera coltivazione. Questo significa che se vedo che qualche praticante fa bene nella coltivazione, è per incoraggiarmi a coltivare. Se vedo che qualche praticante ha alcuni attaccamenti, è uno specchio per farmi vedere le mie insufficienze nella mia coltivazione. Dovrei tenere questo in mente: è uno specchio per farmi vedere le mie insufficienze. È per me, per coltivare me stesso. Il Maestro mi sta dando l'opportunità di liberarmi del mio attaccamento, e non è per farmi parlare male di altri praticanti. Devo essere chiaro sul non cercare i difetti degli altri.

Dalla Fa sappiamo che abbiamo bisogno di guardarci dentro, così ci si può coltivare più velocemente. Ma guardarsi dentro non è qualcosa semplicemente di cui parlare o da recitare, dobbiamo farlo davvero in base alle nostre comprensioni della Fa.

Il Maestro ha detto in "Dialogo con il Tempo" (Elementi essenziali per un Ulteriore Avanzamento),

"Sarebbe bene, se essi potessero riuscire a cercare in sé stessi le cose che sono in grado di trovare negli altri"

Nella vita quotidiana, dobbiamo usare la nostra forte determinazione e i pensieri retti per controllare i nostri pensieri. Potrebbe essere difficile, ma possiamo farlo un po' ogni giorno e continuare a farlo fino a quando non diventerà un'abitudine naturale. Così un meccanismo si è formato. In caso contrario, ogni volta che abbiamo un pensiero, continueremo a guardare gli errori degli altri. Il livello di un praticante aumenta attraverso la vera coltivazione. Non è fatto dall'essere osservato o criticato da me. Se spesso ci limitiamo a guardare le mancanze degli altri praticanti, invece di confrontarle rispetto a noi stessi, ciò, nel corso del tempo, genererà sostanze che si accumuleranno nei nostri pensieri. Nel nostro gruppo di praticanti si formerà un campo molto negativo. Questo campo separa fortemente i praticanti, e ci rende difficile essere un corpo unico. Questo ha un impatto anche sulla nostra capacità di lavorare insieme per salvare gli esseri senzienti, e più seriamente, ci rende incapaci di adempiere ai nostri voti preistorici.

Finché stiamo coltivando la Dafa, il Maestro porterà allo scoperto gli attaccamenti di ogni persona. Non abbiamo bisogno di preoccuparci. Ma ci dobbiamo preoccupare se non possiamo usare questa opportunità della vera coltivazione per sbarazzarci dei nostri attaccamenti e ci dovremmo preoccupare se abbiamo il pensiero di guardare gli altri, invece che noi stessi.

Quando il Maestro ha iniziato a insegnare la Fa, ha affrontato i cuori molto complicati degli uomini. Il Maestro ha usato la sua benevolenza senza limiti per svegliarci. I praticanti hanno ancora attaccamenti. Dobbiamo usare la nostra comprensione della Fa per limitare noi stessi e trattare gli altri praticanti con tolleranza. Ogni praticante che continua la coltivazione oggi, ha sicuramente coltivato bene in alcune zone e ha convalidato la Dafa in alcuni settori. Ciò che non coltiva bene è perché lo coltiverà in futuro. Prima di raggiungere il compimento, staremo sempre coltivando e avremo delle insufficienze. Avere insufficienze non vuol dire che un praticante non sta coltivando veramente. Credo che ogni praticante ci stia provando duramente nella coltivazione. Ciò che viene mostrato a me attraverso gli altri è per aiutarmi a coltivare. In quasi ogni conferenza della Fa, il Maestro afferma ripetutamente la frase "guardarsi dentro". Così, quando ci imbattiamo in una qualsiasi situazione, il nostro primo pensiero deve essere quello di guardare noi stessi.

Durante le mie numerose incarnazioni, il karma mi ha seppellito e ha abbassato la mia qualità di illuminazione e la mia capacità di guardarmi dentro. Nella mia mente si è formato un concetto forte. Sono stato guidato inconsciamente da questo concetto pensando che ero io. Questo concetto è una sostanza viva che mi ha confuso. Se non lo avessi eliminato e non avessi interrotto il collegamento tra esso e il mio vero sé, mi avrebbe portato a fare cose non corrette. Mi farebbe guardare all'esterno per cercare le mancanze degli altri praticanti. Il suo scopo è quello di proteggere se stesso. Se mi guardo dentro, morirà, quindi continua a riversare idee sbagliate nella mia testa: "Hai ragione. È lui che non coltiva veramente e non si guarda dentro". Può anche portare altri praticanti a rafforzare questa idea in me: "Tu hai un livello superiore di comprensione. Tu coltivi veramente. Lui non coltiva".

La Fa del Maestro mi ha risvegliato e mi ha permesso di riconoscere questo. Mentre scrivo, so che i miei attaccamenti sono stati veramente eliminati, mentre sento mal di testa e mi sento come se non riuscissi più a scrivere questo articolo. Ma so che scriverlo è un processo di eliminazione, e si sta disintegrando proprio in questo momento.

Un'altra cosa: Non dobbiamo avere paura di avere attaccamenti. Anche se non possiamo sbarazzarci di tutti in una volta, dovremmo almeno sapere che sono attaccamenti e continuare a cercare di sbarazzarci di loro. Non dovremmo mai dire che non abbiamo attaccamenti, altrimenti, sarà come dire che quegli attaccamenti siamo noi, il che significa che vogliamo proteggerli e mantenerli. Allora non saremo in grado di sbarazzarcene. Mantenere gli attaccamenti ci impedirà di salvare gli esseri senzienti che hanno riposto le loro speranze illimitate in noi.

Versione inglese

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