In occasione del 14mo Anniversario dell'Appello pacifico del 25 Aprile 1999 a Pechino, i praticanti italiani si sono radunati - in alcune delle zone pedonali più frequentate - a Milano, Firenze e Padova.
Come consuetudine, in modo ordinato, i praticanti hanno allestito le loro postazioni con strutture nelle quali hanno fissato cartelloni illustrativi, raffiguranti alcuni metodi di tortura inflitti tutt'oggi in Cina.
Le immagini esposte hanno attirato l'attenzione dei passanti che si sono soffermati a leggere i pannelli ed a chiedere spiegazioni sul perchè il Partito Comunista Cinese perseguita brave persone che eseguono esercizi di meditazione - per migliorare il loro corpo, mente e spirito - basati sui principi di Verità, Compassione e Tolleranza.
Molte persone indignate da quanto stà accadendo tutt'oggi nei confronti del Falun Gong e per esprimere la loro solidarietà ai praticanti hanno firmato la petizione che chiede la fine della persecuzione.
b>Antefatti
In quello che è stato definito l' "Incidente del 25 Aprile 1999", più di 10.000 praticanti del Falun Gong si recarono di fronte all’Ufficio degli Appelli adiacente all’ufficio centrale di Zhongnanhai a Pechino. Andarono lì per fare appello al governo cinese contro l'arresto e le percosse ai danni di 45 praticanti che si erano recati alla redazione di un giornale che aveva pubblicato un articolo che attaccava il Falun Gong con storie inventate, calunnie e false accuse, e svilivano il Falun Gong ed il suo Fondatore.
Nel raduno del 25 aprile, i praticanti chiesero l'immediato rilascio dei 45 praticanti, il permesso di pubblicare legalmente i libri del Falun Gong e la garanzia di praticare liberamente il Falun Gong. Gli arrestati vennero rilasciati a Tianjin.
La notte del 25 aprile, Jiang Zemin scrisse al comitato permanente del Politburo del PCC e agli altri leader del PCC. Nella lettera, affermò che "sarebbe stato strano, se il PCC non sarebbe riuscito a sconfiggere il Falun Gong". Questa lettera fu trasmessa a tutti i livelli del PCC come documento “interno e riservato”. La speranza di Jiang di "eliminare il Falun Gong in tre mesi" fu accettata, così come la nascita dell'Ufficio 610. Inoltre "infangare la loro [dei praticanti] reputazione, rovinarli finanziariamente, e stermanarli" erano anch’essi ordini scritti nella lettera.
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