Il Governo Cinese non ha mai ufficialmente “Messo al Bando” il Falun Gong - Parte 2

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I' Parte

(Clearwisdom.net) Dopo il 20 luglio 1999, i media e persino delle opere di approfondimento al di fuori della Cina hanno spesso usato le parole, "Il Governo Cinese ha messo al bando il Falun Gong a partire dal luglio 1999." Io credo che il PCC non abbia mai avuto un fondamento legale per i suoi 11 anni di persecuzione, perché il Governo Cinese non ha mai ufficialmente messo al bando il Falun Gong. Non mi metterò a discutere per adesso sulla legittimità dell'attuale Governo Cinese dalla sua ascesa al potere nel 1949, ma proprio secondo le stesse leggi del Governo Cinese, la persecuzione da parte del PCC e della banda di Jiang Zemin è illegale.

La prima causa della confusione di gran parte della gente è scambiare il “PCC” con il “Governo Cinese”, o fare una gran confusione fra il PCC, la Cina come paese ed il Governo Cinese come entità. La seconda causa è che il PCC intenzionalmente usa questa espressione nella sua propaganda per confondere l'opinione pubblica. La terza causa è il non comprendere che cosa significhi in termini legali mettere al bando qualcosa.

Vorrei sviluppare ognuna di queste tre cause di confusione.

II. La propaganda e la diffamazione dal PCC

A cominciare dalla mattina del 20 luglio 1999, il Ministero di Pubblica Sicurezza ha condotto simultaneamente, nelle principali città della Cina, degli arresti di massa di praticanti del Falun Gong. Nel corso di quell'azione vennero arrestati i membri fondatori della disciolta Società di Ricerca del Falun Gong, come pure migliaia di assistenti volontari. Il 21 e il 22 luglio praticanti del Falun Gong in tutto il paese si recarono negli uffici del PCC locali per chiedere la fine della persecuzione, ma si imbatterono nella violenza della polizia, detenzioni illegali ed interrogatori. Solo in quei pochi giorni si stima che vennero arrestati più di 300 mila praticanti.

A. Ci sono alcune cose da notare. Gli arresti di massa iniziati il 20 luglio 1999, furono condotti senza alcun fondamento legale e risultarono quindi in arresti illegali. L'appello presentato il 25 aprile dello stesso anno dai praticanti del Falun Gong era completamente in accordo con le leggi e i regolamenti della Cina. Seguirono il percorso legale per le petizioni, non interruppero le operazioni del governo e non causarono danni ad alcuna proprietà pubblica—le loro azioni furono in completo accordo con la legge. Ho elencato qui sotto alcuni estratti a sostegno.
• L' articolo 41 della Costituzione della Repubblica Popolare Cinese recita, "I cittadini della Repubblica Popolare Cinese hanno il diritto di criticare e dare suggerimenti ad ogni organo o funzionario dello stato. I cittadini hanno il diritto di sporgere delle lamentele o denunce nei confronti di organi dello stato, o di denunciare qualunque violazione delle leggi da parte di organi dello stato o funzionari, o negligenze, ma è proibita la fabbricazione di fatti o la loro distorsione a scopo di diffamazione o falsa incriminazione. L'organo statale competente deve occuparsi delle lamentele, delle denunce o delle segnalazioni fatte dai cittadini in modo responsabile dopo aver accertato i fatti. Nessuno può reprimere tali lamentele, denunce e segnalazioni o punire i cittadini che le fanno. Quei cittadini che hanno subito danni a causa di un immotivato attacco ai loro diritti civili da parte di qualunque organo di stato o ufficio pubblico hanno diritto al rimborso dei danni secondo la legge."
• L'Articolo 7 dei Regolamenti Provvisori per gli impiegati statali cinesi recita, “Gli impiegati statali hanno il diritto di rivolgere critiche e suggerimenti riguardo al lavoro degli organi amministrativi nazionali e dei loro capi."
• L'Articolo 8 dei Regolamenti che Governano gli Appelli dichiara che gli Appellanti “possono rivolgere critiche, suggerimenti e richieste agli organi amministrativi di governo ed ai suoi impiegati" e "depositare denunce contro attività che infrangono i propri interessi e diritti legali."
• L'Articolo 27 dei Regolamenti che Governano gli Appelli dichiara, "Gli organi amministrativi ad ogni livello ed i loro impiegati, nell'occuparsi degli appelli devono adempiere scrupolosamente ai loro doveri e occuparsi imparzialmente di tali pratiche, investigando accuratamente i fatti, separando con chiarezza i propri compiti, eliminando gli ostacoli, ed occupandosi delle pratiche puntualmente, in modo appropriato e corretto. Non possono scaricare la responsabilità ad altri, occuparsene solo formalmente o in ritardo."
• L'Articolo 10 dei Regolamenti che Governano gli Appelli dichiara, "Gli Appellanti devono rivolgersi all'organo amministrativo adeguato alla questione sottoposta, o all'organo immediatamente superiore a quello."

Immediatamente dopo l'episodio del 23 aprile, dove la polizia di Tianjin assaltò violentemente e arrestò i praticanti del Falun Gong, i praticanti, il 24 aprile, si recarono all'ufficio governativo per gli appelli della città di Tianjin per presentare un ricorso. In quel giorno, l'ufficio degli appelli di Tianjin non prese in carico l'appello con celerità, ma piuttosto usò tattiche dilatorie e cercò di evitare le responsabilità. Oltre a questo, il Dipartimento di Polizia di Tianjin arrestò altri quaranta praticanti. In tali circostanze, i praticanti del Falun Gong si recarono dall'organo amministrativo di grado superiore al governo di Tianjin, che è il Governo Centrale (dato lo status di Tianjin di municipalità direttamente controllata), e presentarono lì il loro ricorso. Questo era a in accordo con i regolamenti che governano i processi di appello.

B. Oltre ad essere in accordo con la legge cinese, l'appello dei praticanti del Falun Gong era conforme anche con i regolamenti del PCC.
• L'Articolo 4 della Costituzione del Partito Comunista della Cina afferma, "I membri del partito godono dei seguenti diritti: ...Fare suggerimenti e proposte riguardo al lavoro del partito."
• I "Regolamenti Riguardanti la Vita Politica Dentro il Partito" richiedono che i membri rispettino sempre la verità dei fatti in ogni dato momento, ovunque, riguardo a se stessi o ad altri. Viene richiesto loro di riportare al partito la situazione reale.

La realtà è che da quando lo spettro del comunismo si è fatto strada in Cina ed ha stabilito il suo potere, non ha mai seguito le regole dettate dalla legge, né ha mai rispettato la moralità e la giustizia. Verso qualunque cosa lui tema e perciò metta come bersaglio della sua persecuzione, il PCC per prima cosa li accusa di crimini sensazionali a cui segue rapidamente una persecuzione sanguinosa. Questo è esattamente ciò che ha fatto con i praticanti del Falun Gong. La legge è semplicemente un pretesto che il PCC usa per nascondere i suoi crimini dalla luce del giorno. La premessa per l'azione della legge è la promozione dell'equità, della giustizia e dei valori retti ed impedire l'erosione dell'ordine sociale mentre la moralità umana scivola verso il basso. Una buona legge è quella che è in accordo con i concetti di equità, giustizia e rettitudine, mentre una legge che va contro questi principi ed è ridotta ad essere uno strumento nelle mani del male è una legge perversa. In verità, il PCC ha fatto molte leggi perverse di questo tipo. Non serve a nulla che in questo articolo si citino leggi cinesi, la Costituzione Cinese e la Costituzione del PCC se non per ricordare al lettore che il PCC non ha mai rispettato le leggi, nemmeno le cattive leggi che lui stesso ha fatto. Non ha mai considerato nulla in base alla moralità, né ha mai dato valore alla razionalità o ha cercato giustizia o equità davanti alla legge. Nel prossimo futuro, quando il PCC sarà di fronte al giudizio finale, non avrà alcuna scusante per il suo comportamento.

Quando il PCC pubblicò quei documenti, immediatamente prima degli arresti di massa di praticanti, il suo unico scopo era diffamare il Falun Gong e creare un ambiente in cui potesse, eseguire i suoi intendimenti abominevoli. In effetti, il capo del PCC, Jiang Zemin, aveva dichiarato la sua intenzione di "eliminare il Falun Gong" in poco più di tre mesi.

C. Esaminando i tre documenti pubblicati dal PCC i primi giorni della persecuzione, ognuno di essi mostra delle falle nella sua logica. La "Nota del Comitato Centrale del PCC che Proibisce ai Membri del PCC di Praticare il Falun Gong" era un documento interno del PCC e non poteva essere usato per stabilire un regolamento amministrativo generale. Solo la “Decisione del Ministero degli Affari Pubblici di Mettere al Bando la Falun Gong Research Society" aveva rilevanza sul piano giuridico, e ciò che affermava era che la Falun Gong Research Society non era stata registrata secondo quanto stabilito dai regolamenti. Anche se ciò fosse vero, in base ai regolamenti che governano le registrazione dei gruppi sociali, il fatto di non essersi registrati non significa che un gruppo sia illegale. Il Ministero degli Affari Pubblici non ha nessuna giurisdizione sulla messa al bando di un certo gruppo, tanto meno sull'esistenza di 100 milioni di praticanti del Falun Gong e sulle loro azioni. La "Nota delle Sei Proibizioni del Ministero di Pubblica Sicurezza" poi illegalmente ampliava la portata dell'infondata decisione del Ministero degli Affari Civili. Questi due ministeri possono solo emettere regolamenti all'interno dei loro dipartimenti, e non hanno nessun potere legiferante. Quindi, entrambi i documenti andavano ben oltre la loro giurisdizione. Oltre a ciò, entrambi i documenti erano in diretta violazione dell'Articolo 36 e dell’Articolo 5 della Costituzione Cinese:
• Articolo 36: "I cittadini della Repubblica Popolare Cinese godono di libertà religiosa. Nessun organo statale od organizzazione pubblica o individuo può costringere i cittadini a credere o non credere in qualunque religione, Né possono discriminare cittadini che credono o non credono in una religione. Lo stato protegge le normali attività religiose. Nessuno può utilizzare una religione in attività che sconvolgano l’ordine pubblico, mettano a rischio la salute dei cittadini o interferiscano con il sistema educativo dello stato. Organi religiosi e attività religiose non devono essere soggette ad una dominazione straniera."
• Articolo 5: "La Repubblica Popolare Cinese governa il paese secondo la legge e la costruzione di un paese socialista. Lo stato sostiene l’uniformità e la dignità del sistema legale socialista. Nessuna legge o regolamento amministrativo o locale può contravvenire alla Costituzione. Tutti gli organi dello stato, le forze armate, i partiti politici e le organizzazioni pubbliche e tutte le imprese e le istituzioni devono aderire alla Costituzione e alla Legge. Tutti gli atti che violano la Costituzione e la legge devono essere investigati. Nessuna organizzazione o individuo ha il privilegio di essere al di là della costituzione o della legge."

D. Commenti rilasciati da Jiang Zemin il 25 ottobre 1999, al giornale francese Le Figaro ed il suo editoriale pubblicato nell’edizione del 27 ottobre del People's Daily non vanno a definire la legge cinese. Tuttavia, un lettore informato può avere dedotto che Jiang in quei casi stava citando una legge.

E. Il 30 ottobre 1999, Il Comitato del Congresso del Popolo Cinese ratificava la "Decisione di Mettere al Bando, Prevenire e Punire Attività di Culto." Tuttavia, esso contraddice l’Articolo 36 della Costituzione ed è a sua volta non valido. In più, il documento non menzionava il Falun Gong. Forse gli estensori del documento avevano ancora dei dubbi su tale decisione nel contesto della loro coscienza e delle leggi celesti.

F. Altri documenti come la "Spiegazioni della Corte Suprema e della Suprema Procura del Popolo Riguardo all’Applicazione della Legge nel Trattamento dei Casi che Coinvolgono le Organizzazioni Culto" Parte 1 e Parte 2 sono similmente non validi e oltrepassano la loro giurisdizione. L’Articolo 42 del Codice Cinese dichiara che i chiarimenti riguardanti la corretta esecuzione di una data legge possono essere fatti solo dal Comitato del Congresso Nazionale del Popolo. La Corte Suprema e la Procura Suprema del Popolo non hanno nessuna capacità giuridica per interpretare la legge come hanno fatto ed inoltre così facendo hanno violato l’Articolo 36 della Costituzione. Infine, nessuno di questi due documenti citava il Falun Gong.

G. I sopraccitati documenti anti-culti vengono comunemente usati in Cina contro il Falun Gong. Tuttavia, nel 2005, un documento pubblicato dal Ministero di Pubblica Sicurezza identificava 14 culti religiosi. Questo documento andava oltre alla giurisdizione del ministero e violava anche l’Articolo 36. Dato tutto questo, le 14 religioni a cui ci si riferiva nel documento non includevano il Falun Gong.

L’Articolo 300 del Codice Penale Cinese è il mezzo più comune per incriminare i praticanti del Falun Gong stabilendo che “usare organizzazioni di culto per sabotare l’applicazione della legge” è un crimine che a sua volta va al di là dell’Articolo 36 della Costituzione contraddicendolo e che non può essere legittimamente applicato al Falun Gong anche usando una legge, regolamento o codice del PCC. In pratica, gli organi governativi che hanno cercato di incriminare i praticanti del Falun Gong su istigazione "dell’Ufficio 610" non sono stati in grado di legittimamente accusarli di un vero crimine. Anche in base alle leggi del PCC, la persecuzione del Falun Gong è illegale.

(continua) …..

Versione inglese: http://www.clearwisdom.net/html/articles/2010/7/19/118687.html

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