(Minghui.org) Un ricco uomo d'affari cinese coinvolto nelle proposte per acquistare il New York Times, ha tenuto una singolare conferenza stampa la mattina del 7 gennaio. I giornalisti invitati hanno ascoltato la sua offerta per l’emblematico giornale, ma mentre si svolgeva la conferenza stampa lui si è messo a diffamare il Falun Gong.
Più di 20 media commerciali statunitensi hanno riportato la notizia, con differenti punti di vista:
Il Wall Street Journal si è focalizzato solo sull'aspetto commerciale e non ha menzionato il Falun Gong o l'auto-immolazione in Piazza Tiananmen che ebbe luogo nel gennaio del 2001.
La storia scritta su Forbes, nell’edizione mattutina del 9 gennaio, ha esposto superficialmente la questione dell’uomo d'affari. Sebbene l'articolo riguardasse principalmente l'offerta di Chen per il New York Times, nell'ultimo paragrafo dichiarava che le due donne che stavano per beneficiare della donazione di Chen, erano praticanti coinvolte nell'auto-immolazione e ora «denunciavano» il Falun Gong.
Nel corso della giornata, l'articolo è stato aggiornato con l'ultima frase: «Erping Zhang, portavoce presso il Centro Informativo della Falun Dafa di New York, ha contestato la loro storia, sottolineando che 'gli insegnamenti del Falun Gong proibiscono esplicitamente l’uccisione e il suicidio'».
L’Associated Press ha pubblicato un dispaccio di agenzia che poneva principalmente l'attenzione sulle «vittime dell’auto-immolazione», sebbene precisasse come queste «siano state messe in rilievo dalle autorità cinesi prima che dai giornalisti» e che «l'incidente di piazza Tiananmen è diventato la colonna portante di una campagna che giustifica l'oppressione dei praticanti del Falun Gong da parte delle autorità cinesi». Questo dispaccio di agenzia è stato riportato da diversi media, come il Washington Post, philly.com e Sacramento Bee.
Il Sacramento Bee, dopo aver pubblicato la versione di AP, ha diffuso due comunicati del Falun Dafa Information Center: "Commenti del Falun Dafa Information Center alla Conferenza stampa di Chen Guangbiao" (articolo in inglese ) e "FDIC: Il regime cinese ha ingannato i media di New York?".
Altri media hanno scritto le proprie storie, riferendo sulle vittime dell'auto-immolazione ed equilibrando gli articoli con le dichiarazioni dei praticanti del Falun Gong sul fatto che l'auto-immolazione è stata una messa in scena e che le vittime sono state raggirate ed usate dal governo cinese. Il New York Times non ha riportato la notizia.
Una scelta tra due versioni
Fondamentalmente ci sono due versioni della storia: una è che l'auto-immolazione è stata una bravata messa in scena nel gennaio 2001 dal governo cinese per contribuire a giustificare la persecuzione del Falun Gong e riutilizzata oltre un decennio più tardi per lo stesso scopo. L'altra è la fandonia del governo cinese secondo cui il Falun Gong avrebbe incoraggiato l’auto-immolazione per attirare l'attenzione su di sé come forma di protesta. Il dispaccio dell'Associated Press la interpreta in modo molto vicino alla versione del Pcc.
Ovviamente, solo una versione della storia può essere vera. Quindi, chi ha guadagnato di più dalla menzogna, i praticanti del Falun Gong o il Pcc?
Se i praticanti del Falun Gong avessero mentito, tale azione avrebbe violato direttamente i loro principi. Come mai, all'infuori di questa grande manifestazione in piazza Tiananmen, durante i 14 anni trascorsi da quando la persecuzione è cominciata, non c’è stata nessuna auto-immolazione, o qualsiasi altra forma di protesta violenta da parte dei praticanti del Falun Gong?
La richiesta e il nucleo di forza del Falun Gong deriva dal suo credo, che specificamente vieta tutte le forme di uccisione, compreso il suicidio. L'incoraggiare, approvare, o persino tacitamente permettere una azione del genere andrebbe contro tutto ciò in cui crede un praticante del Falun Gong.
Effettivamente, se questa fosse stata un'azione pilotata dal Falun Gong, gli altri praticanti non avrebbero incoraggiato l'azione e non avrebbero seguito il gesto, come è accaduto con i 120 monaci tibetani che hanno compiuto auto-immolazioni dal 2011?
Ma la realtà è piuttosto il contrario. Questa azione è stata immediatamente denunciata dal Falun Gong come inganno del governo per indirizzare l'opinione pubblica contro questa pratica.
Non fatevi fuorviare – l'incidente dell’auto-immolazione è stata un'acrobazia della propaganda molto efficace. L'astuzia è riuscita ad orientare milioni di cittadini cinesi contro il Falun Gong. I media cinesi, controllati dallo Stato, hanno trasmesso la propaganda dell’immolazione in modo ripetitivo e continuo per anni. E come i despoti e i tiranni sanno da secoli, quando si ripete una bugia più e più volte per lungo tempo, prima o poi la gente comincia a crederci.
Citazioni da osservatori indipendenti riguardo alla «auto-immolazione»
Qui di seguito alcune citazioni tratte da studiosi ed organismi per i diritti umani in merito alla loro indagine sull'auto-immolazione:
«I rappresentanti del Falun Gong al di fuori della Cina hanno immediatamente contestato l'attendibilità dei rapporti che vengono dal continente. Hanno insistito continuamente – e correttamente – che nelle scritture di Li Hongzhi o nella pratica del Falun Gong non c'è nessuna giustificazione della violenza – che si tratti della violenza verso qualcun altro o verso se stessi».
– Professor David Ownby, studioso canadese di religioni, autore di numerosi libri e articoli sul Falun Gong.
«La storia del governo sulle auto-immolazioni era piena zeppa di incoerenze. Tra queste: il fatto che gli insegnamenti del Falun Gong proibiscono la violenza e il suicidio, le riprese video con posture di meditazione scorrette degli immolati e un'inchiesta di Philip Pan del Washington Post, che non aveva trovato nessuna prova che la donna morta sulla piazza avesse mai praticato il Falun Gong».
- Sarah Cook, analista ricercatrice esperta, Freedom House.
«Il regime menziona un presunto incidente di auto-immolazione in piazza Tiananmen il 23 gennaio 2001… Tuttavia, abbiamo ottenuto un video di quell'incidente che, dal nostro punto di vista, prova che questo evento è stato messo in scena dal governo».
- Sviluppo educativo internazionale. Dichiarazione della sotto-commissione delle Nazioni Unite alla cinquantatreesima sessione sulla promozione e sulla protezione dei diritti umani.
«Significativamente, uno dei produttori della CNN, che stava ad appena 15 metri di distanza dalla scena, dice di non aver visto nemmeno un bambino [in contrasto con la versione degli eventi ampiamente diffusa dalla televisione di stato cinese]».
- Danny Schecter, analista dei media di New York.
Stiamo tutti facendo una scelta
Tutti i mezzi di comunicazione, giornalisti ed editori occidentali, a differenza delle loro controparti gestite dallo stato in Cina, possono scegliere a quale versione credere per poi presentarla al loro pubblico. Volete scegliere di ripetere le menzogne, o aiutare chi è perseguitato portando alla luce la verità?
Davvero tante persone sono state irrevocabilmente danneggiate da questa persecuzione e altre centinaia di migliaia di vite sono ancora in gioco. La persecuzione che ha ucciso migliaia di persone, che ne ha mutilate decine di migliaia, che ha tolto la libertà fisica a centinaia di migliaia di persone e cerca di strappare la libertà di fede a cento milioni di esseri umani, è fondata sull’inganno, dentro e fuori della Cina.
Il modo migliore per combattere questa persecuzione è quello di esporre l'inganno in modo preciso, e chi può farlo meglio dei media? Incoraggiamo tutti a ragionare su questo tragico evento, a porsi delle domande, a decidere chi sta dicendo la verità e di conseguenza fare la propria scelta.
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