(Minghui.org) «Ho sequestrato e distrutto i volantini del Falun Gong per il chiarimento della verità, gli opuscoli e diversi striscioni negli ultimi anni. Il comitato residenziale del Partito Comunista Cinese (Pcc) mi ha ordinato di farlo perché avevo ricevuto le sovvenzioni per il basso reddito.
« Ho una gamba rotta e non posso camminare da sola. So che sono andata incontro a una retribuzione karmica perché ho seguito il Pcc. So che il Falun Gong è buono e che i suoi praticanti sono brave persone. Mi scuso sinceramente con il Falun Gong e chiedo perdono. Non voglio più fare queste cose. Il Falun Gong è bene. È una frase che ripeto spesso nella mia mente».
Questa sopra è una dichiarazione che Lu Qin, una non-praticante in Cina, ha presentato a Minghui.org e che l'ha pubblicata il 4 Luglio 2014.
Sempre più cinesi stanno comprendendo la persecuzione del Falun Gong e le cose che accadono intorno a loro in un contesto tradizionale di retribuzione (Bao Ying o 报应), una visione di causa ed effetto morale.
«A chi fa del bene, il cielo concede tutte le benedizioni, a chi fa del male, invia tutte le calamità», così dicono i libri scritti oltre 2.000 anni fa.
I cinesi credono esista una morale nell'universo, in cui causa ed effetto si manifestano attraverso la retribuzione, che in questo contesto può essere positivo o negativo. Esso funge anche da collegamento tra gli esseri umani e il cielo (o l'universo in generale), nel senso che le azioni umane vengono giudicate e hanno conseguenze cosmiche.
Nel libro di merito e demerito: cambiamento sociale e morale dell'Ordine nella tarda Cina imperiale, Cynthia Brokaw, professoressa di Storia presso la Brown University, descrive la punizione come una «credenza in una punizione soprannaturale o cosmica, un credenza che è stata molto importante, a volte fondamentale, nelle fedi religiose cinesi fin dall'inizio della storia».
Una sensazione di «senso di colpa e di soccorso»
I praticanti del Falun Gong continuano a parlare alla gente della bontà della pratica ed espongono la persecuzione, così le persone hanno sempre un quadro più chiaro del perché la persecuzione sia fondamentalmente sbagliata.
Un praticante ha aiutato quasi tutti i funzionari sul posto di lavoro, un'agenzia del Pcc, a dimettersi dal Pcc e dalle sue organizzazioni affiliate. Un giorno, un vice segretario, è venuto nel suo ufficio e gli ha chiesto: «Perché non mi aiuti a dimettermi dal Pcc?»
Il praticante era sorpreso, così come lo erano gli altri cinque colleghi presenti in ufficio e hanno risposto: «Non stai scherzando vero?»
«No. Io non sto scherzando», ha risposto il vice segretario del Pcc.
Quando gli è stato offerto uno pseudonimo, ha risposto: «Voglio usare il mio vero nome. Vi prego di venire nel mio ufficio quando avete tempo. Ho altre cose da dirvi».
Il giorno dopo ha rivelato di aver arrestato e picchiato i praticanti del Falun Gong quando era segretario del Pcc, nella sua città natale. Ha chiesto: «Non voglio subire la retribuzione. Cosa devo fare?» Seguendo i consigli del praticante ha scritto una dichiarazione e l'ha inviata a Minghui.org per esprimere il suo rammarico.
La persecuzione del Falun Gong, che dura da 15 anni, non solo ha causato la morte e ha danneggiato oltre 70 milioni di praticanti, ma è anche un enorme onere per tante persone che devono svolgere la persecuzione come parte del loro lavoro.
Un poliziotto che aveva torturato i praticanti del Falun Gong ha recentemente sperimentato grandi cambiamenti nella sua vita. Ha avuto un ictus, la moglie ha chiesto il divorzio e il suo unico figlio è stato imprigionato. Sembra invecchiare di dieci anni ogni giorno che passa, appare sofferente e sul bordo del baratro.
Un praticante lo ha riconosciuto per strada e gli ha raccontato i principi di retribuzione: comportarsi bene o male ha delle conseguenze, un qualcosa che è sia al difuori della dottrina del Pcc, sia direttamente contro i principi insegnati nell'ateismo.
L'ex poliziotto ha ascoltato in silenzio e con attenzione. Improvvisamente è scoppiato in lacrime, singhiozzando ad alta voce, come si fosse appena liberato di un peso che si portava dietro da molti anni. Ha deciso di inviare una dichiarazione solenne a Minghui.org e prendere una posizione contro quello che aveva fatto.
Tre mesi più tardi, sembrava molto più giovane e riposato, come se fosse diventato una persona nuova.
Antico concetto guida le decisioni del popolo cinese
I media ufficiali cinesi hanno riferito che oltre 500 giudici si sono dimessi a Pechino e oltre 300 a Shanghai, nel corso degli ultimi cinque anni. Nella Provincia dello Jiangsu si è arrivati a quota 1.850 giudici, negli ultimi cinque anni. Nel solo 2013 Shanghai ha perso più di 70 giudici. Questo problema è particolarmente grave nei tribunali locali. Minghui.org ha anche riferito che 610 uffici locali stanno avendo difficoltà di copertura dei posti vacanti.
Questo è probabilmente collegato al fatto che la gente in Cina vede i problemi degli alti funzionari del Pcc causati dalle retribuzioni per le loro cattive azioni nella persecuzione del Falun Gong. I giudici in particolare hanno un ruolo fondamentale nel seguire la politica di persecuzione e condannare i praticanti in prigione.
«Gli alti funzionari del Pcc caduti sono coloro che hanno perseguitato i praticanti del Falun Gong e incontrano ora la loro retribuzione. Questa percezione è diffusa in Cina. Me ne sono reso conto. Ognuno dovrebbe essere informato della verità. In caso contrario non capiamo perché ci accadono dei problemi quando arriva una retribuzione», ha detto quest'estate un turista cinese, praticante del Falun Gong, a Lucerna – Svizzera.
Temere la legge celeste di retribuzione è uno dei principali fattori dietro il successo del movimento Tuidang (dimissioni dal Pcc) in Cina: oltre 170 milioni di cinesi hanno scelto di rinunciare alle loro appartenenze alle organizzazioni comuniste, per evitare di essere inclusi nella retribuzione che il Pcc e i suoi membri dovranno affrontare in futuro.
La gente sa che la persecuzione è malvagia, e verrà il tempo in cui i colpevoli verranno ritenuti responsabili.
Sensibilizzazione a beneficio di tutti
Il concetto di retribuzione esiste in molte culture, le persone possono vederla solo nel senso di una punizione, o come un qualcosa simile alla legge «occhio per occhio». L'idea del castigo esprime chiaramente invece un principio guida universale sulla bontà di essere ricompensati e sulle conseguenze per i malfattori e per le loro azioni.
Si tratta di un concetto prevalente nella maggior parte delle fedi del mondo, ma potrebbe non essere così importante per tante persone nei tempi moderni. I praticanti del Falun Gong che riportano queste storie di retribuzione, sia positive che negative, lo fanno per ricordare alle persone quello in cui una volta la gente credeva fermamente e che utilizzava per guidare le loro vite.
Un praticante ha scritto una lettera al capo locale della divisione sicurezza interna – uno incaricato spesso di perseguitare i praticanti – pensando alle difficoltà che questo poliziotto ha attraversato nella sua vita: la morte del padre quando aveva solo pochi mesi, lasciato dalla madre e poi cresciuto in casa di suo zio sotto la cura di sua nonna; il praticante ha pianto quando ha scritto la lettera.
Considerava il poliziotto solo un essere umano e non voleva che lui soffrisse più a causa delle conseguenze della persecuzione dei praticanti del Falun Gong. Ha detto al poliziotto di non seguire la politica di persecuzione che gli avrebbe causato solo disastri.
Due giorni dopo, ha chiamato il poliziotto e gli ha chiesto: «Hai ricevuto la mia lettera?» Il poliziotto ha risposto: «Sì, ho letto la lettera. Era lunga». Poi lo ha informato di aver rilasciato i praticanti detenuti nella sua divisione.
Informando tutti i cinesi dell'antico concetto di retribuzione e guidandoli ad utilizzare questa conoscenza a loro vantaggio, i praticanti del Falun Gong stanno portando cambiamenti positivi nella società cinese. Sembra che questo antico concetto stia vivendo un periodo di rinascita e possa, ancora una volta, contribuire a guidare il popolo cinese.
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