Il 18 marzo 2006, i praticanti del Falun Gong si sono riuniti davanti all’ambasciata cinese in Norvegia per protestare contro il campo di concentramento di Sujiatun dove i praticanti vengono rinchiusi per asportare loro gli organi che vengono poi rivenduti al mercato nero. La speranza è che i funzionari del PCC si sveglino e lascino il partito così che la persecuzione finisca.
Secondo delle fonti certe, il campo situato nella provincia di Liaoning, vicino l’Ospedale per Trombosi di medicina cinese e occidentale integrate, 49 Xuesong Road, Sujiatun, ha accolto dal 2001 sei mila praticanti. Nessuno ne è mai uscito vivo perché i loro organi vengono asportati per essere venduti, i corpi poi cremati nell’inceneritore interno al campo per eliminare ogni traccia.
Dopo aver appreso la verità le persone ne sono rimaste scioccate. Una donna è scesa dalla sua auto e ha espresso la sua speranza che tutto questo finisca e ha detto che avrebbe raccontato tutto ad un amico giornalista. I praticanti hanno parlato allo staff dell’ambasciata attraverso un megafono chiedendo di capire la natura diabolica del PCC e lasciarlo per pensare al loro futuro.
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