Avvenire: IL Regime Uccide la Cina

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(Estratto)

18 maggio 2001, Torino. "La pratica del regime cinese in fatto di religione è oggi esattamente identica a quella di 50 anni fa. Lo dimostra un documento del Partito del maggio 2000 che ancora una volta che la politica di libertà di fede religiosa è finalizzata alla definitiva eliminazione della religione". E' quanto ha affermato padre Politi, missionario del Pime e sinologo, intervenendo mercoledì sera a Torino al seminario organizzato dal Cesnur (Centro Studi sulle Nuove Religioni) per esaminare il fenomeno Falun Gong, a cui ha partecipato anche il portavoce internazionale del movimento Erping Zhang. Massimo Introvigne, direttore del Cesnur e massima autorità mondiale sul tema, ha ricordato le molte zone d'ombra sul movimento del Falun Gong e sui suoi rapporti col regime cinese, cosa che peraltro non giustifica la repressione in atto.

Secondo padre Politi l'azione repressiva del governo contro il Falun Gong va inquadrata in una più ampia politica del governo contro ogni forma religiosa, in sintonia con i principi già fissati da Mao Zedong, secondo cui la religione - inutile e dannosa - va estirpata in ogni modo e a qualunque prezzo.

[..........] I numeri parlano chiaro: da quando nel luglio 1999 il Falun Gong è stato messo fuorilegge più di 50.000 aderenti sono stati mandati nei campi di lavoro senza processo, almeno mille sono stati rinchiusi negli ospedali psichiatrici, oltre 600 hanno subito pesanti condanne (fino a 18 anni di galera) e almeno 202 sono morti in stato di detenzione. Numeri da guerra totale a cui si devono dommare le indicibili torture a cui gli aderenti vengono sottoposti. Per il regime cinese la caccia al Falun Gong è diventata una sorta di ossessione, che fa da contrasto con l'aspetto apparentemente pacifico di tante persone - normalmente nei parchi pubblici - quegli esercizi ginnici tradizionali nella cultura cinese.

Ma che il regime comunista tema il Falun Gong e ne segua ogni movimento non è dubbio: lo dimostra il fatto che Erping Zhang è stato seguito fino a Torino, dove mercoledì sera ha partecipato a un seminario del Cesnur dedicato proprio al Falun Gong. Così martedì pomeriggio alla porta del Cesnur ha bussato - venuto apposta da Milano - il console generale della Cina popolare, chiedendo che il seminario venisse annullato. Fortunatamente il Cesnur è meno ricattabile di alcuni governi, il seminario si è tenuto e noi abbiamo potuto parlare con Erping Zhang.

Perchè il regime cinese ce l'ha tanto con voi'

Il governo ha cominciato ad avere paura quando verso la fine del 1998 si è reso conto che i praticanti del Falun Gong in Cina erano tra i 70 e 100 milioni, molto più degli aderenti al Partito Comunista..........

Veramente il governo dice che siete meno di due milioni.

Questo lo dice adesso per propaganda. Ma fino all'inizio del 1999 era il governo a parlare di cento milioni di praticanti e incoraggiava questa pratica.

Come? Lei vuol dire che fino al 1999 il regime era dalla vostra parte?

Certo. Lo dimostra un articolo dell'autorevole giornale americano US News and World Report del febbraio 1999, dove si parla dei benefici della pratica del Falun Gong per la salute. Ebbene, un alto funzionario del governo dichiarò: "Il Falun Gong e altri tipi di qigong possono far risparmiare annualmente in medicine mille yuan per persona. Se i praticanti sono cento milioni, vuol dire un risparmio di 100 miliardi di yuan (20 mila miliardi di lire, ndr). Il premier Zhu Rongji è molto contento di questo. Il paese può usare questo denaro in altro modo."

Allora cosa è successo all'inizio del 1999 per aver cambiato così radicalmente la politica del governo? Non credo che l'alto numero di praticanti possa spiegare tutto.

Credo che il regime tema di non poter controllare persone che grazie al Falun Gong sperimentano la libertà interiore. I comunisti non credono in qualcosa di superiore, e chi ci crede - ai loro occhi - diventa incontrollabile.

Qualcuno sostiene che i timori del governo nascano anche dalle analogie del vostro movimento con le antiche società segrete cinesi che già in passato, vedi la Rivolta dei Boxer nel 1900, ha destabilizzato la Cina.

Ma la nostra non è una società segreta. Il qigong è una disciplina antichissima e il Falun Gong è un movimento pubblico fin dal 1992.

Cosa vi differenzia dalle altre scuole di qigong?

Al tradizionale esercizio fisico, il Falun Gong associa dimensione più spirituale, basata su tre principi che secondo noi sono universale: Verità, Compassione e Tolleranza. Sono principi che devono essere coltivati dentro di noi. In pratica, il fondatore del Falun Gong, il maestro Li Hongzhi dice che la dimensione fisica senza quella spirituale non è efficace.

C'è anche un'altro aspetto del vostro movimento che fa paura al regime cinese. Caso unico nella Cina cominista, siete riusciti a mobilitare contemporaneamente persone da tutta la Cina per delle manifestazioni di protesta, a cominciare da quel 25 aprile 1999 quando oltre diecimila di voi si sono ritrovati a Zhongnanhai, il quartiere generele a Pechino dei leader del partito e del governo. Segno di una organizzazione molto efficiente.

Niente affatto. Il Falun Gong non ha organizzazione, la nostra è una pratica individuale. Quella del 25 aprile fu una manifestazione spontanea dopo che a Tianjin nei giorni precedenti c'era stata una violenta repressione, la prima, contro praticanti del Falun Gong. Erano persone arrivate lì per spiegare le loro ragioni, una reazione spontanea di gente che non capiva il perchè di quella violenza. Erano diecimila, ci fosse stata una regia, un'organizzazione ci sarebbero state centomilla persone, solo di Pechino.

Certo, che dopo quello che successe in Piazza Tienanmen nel 1989, il governo si è preso una bella paura...

C'è però una differenza. Allora a protestare erano soprattutto studenti, intellettuali, una fascia ben circoscritta della popolazione cinese. Ma i praticanti del Falun Gong sono contadini, operai, intellettuali, scienziati, accademici, perfino membri del Partito e dell'esercito. C'è dentro tutta la popolazione. Se il governo attacca questa gente, allora attacca le radici stesse della nazione.

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