Quando i praticanti sembrano avere il karma di malattia o affrontano tribolazioni nelle loro famiglie, alcuni praticanti lo attribuiscono ai “loro attaccamenti” o ad una “mancanza di pensieri retti”. E proseguono facendo loro notare i loro attaccamenti. I praticanti che sono criticati non sanno come affrontare la cosa. Quei praticanti a volte mettono in evidenza gli attaccamenti degli altri dal punto di vista delle loro proprie nozioni e dei loro attaccamenti. I praticanti che sono criticati trovano difficile accettarlo e diventano ostili verso quell’atteggiamento accusatorio e quel modo di fare. Sentono la pressione, ma possono non aver compreso di quali loro attaccamenti si tratti. Naturalmente i praticanti che hanno messo in luce gli attaccamenti lo hanno fatto perché loro potessero migliorare. Ma perché non raggiungono il risultato desiderato?
Ha detto il Maestro in “Insegnamento della Fa nella città di Los Angeles”,
"I miglioramenti di un coltivatore non derivano dal puntare il dito, né risultano dal mio criticarvi in quanto vostro Maestro o dal vostro puntare il dito contro altri o criticarvi l’uno con l’altro. Derivano da voi che coltivate voi stessi."
Personalmente non credo che sia appropriato fare notare gli attaccamenti degli altri praticanti nel modo che ho descritto. Critiche di quel tipo sono un riconoscimento degli arrangiamenti delle vecchie forze e forniscono veramente una scusa alle vecchie forze per perseguitare i praticanti. È qualcosa che fa soltanto piacere alle forze del male e rende ancora più difficile per i praticanti superare le tribolazioni.
Quando un praticante si trova di fronte ad una tribolazione, è come qualcuno che è caduto in acqua e che è in difficoltà. Ha bisogno del nostro aiuto per uscire. Così la prima cosa che dovremmo fare è dargli una mano per uscire dall’”acqua”. Non importa quale attaccamento può avere, prima di tutto dovremmo aiutarlo a uscire dalla tribolazione, poi studiare la Fa con lui, rafforzare la sua fede nel Maestro e nella Fa, così che sia in grado di rimuovere il suo attaccamento coltivando nella Fa. Non dovremmo restare sulla riva, puntando il dito contro di lui dicendogli, “Hai un attaccamento,” oppure “Dovresti guardarti dentro e scoprire perché sei caduto in acqua. Sarai in grado di uscirne quando avrai trovato il tuo attaccamento e quando avrai pensieri retti.”
Naturalmente non sto dicendo che non possiamo far presenti gli attaccamenti degli altri praticanti quando li notiamo. Se non sottolineiamo gli sbagli degli altri praticanti, ma manteniamo l’atteggiamento di chi pensa, “Io sono ok, e tutto va bene”, allora stiamo andando all’altro estremo, e siamo irresponsabili verso noi stessi e verso gli altri praticanti. Quando un praticante vive una tribolazione, deve avere un qualche attaccamento che non ha ancora riconosciuto e del quale non si è ancora liberato. Quando guardiamo gli altri spesso inconsciamente li giudichiamo in base alle nostre nozioni, e ciò che vediamo potrebbe non essere la situazione reale. Se facciamo notare un suo possibile attaccamento ad un altro praticante con una mente davvero tollerante e che ha compreso, senza l’intento di criticare e senza un tono di voce troppo duro, può essere più facile che quel praticante ascolti. Il Maestro ci ha detto,
" Mentre lavorate, il tono della vostra voce, la benevolenza del vostro cuore, il vostro ragionamento, possono cambiare il cuore di una persona, mentre un comando non lo potrà mai fare! " ("Fare chiarezza" in Elementi Essenziali per un Ulteriore Avanzamento)
Quando seguiamo le istruzioni del Maestro, il praticante che vive la tribolazione accetterà la nostra gentilezza. Solo quando aiutiamo un praticante a rafforzare la sua fede nel Maestro e nella Falun Dafa, e lo aiutiamo ad avere più fiducia nel fatto può eliminare l’attaccamento coltivando la Falun Dafa, lo stiamo veramente aiutando.
Per un praticante in difficoltà, egli dovrebbe guardare dentro se stesso negando completamente gli arrangiamenti delle vecchie forze, e cercare i suoi attaccamenti e pensieri umani in modo da liberarsene. Quando viene criticato, dovrebbe mantenere la mente calma, correggere il suo errore, se ne ha fatto uno o riflettere su ciò che sta accadendo.
In breve, se tutti i praticanti possono veramente coltivare se stessi, considerare sempre gli altri, essere comprensivi e tolleranti con gli altri e mantenere una mente calma, allora saremo capaci di coordinarci meglio nel fare le tre cose che il Maestro ci ha chiesto di fare e potremo fare meglio nel salvare gli esseri senzienti.
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