Italia: Conclusa con successo la mostra Zhen Shan Ren agli "Antichi Chiostri" di Torino

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A Torino presso gli “Antichi Chiostri”, un edificio risalente al 1692, è stata allestita la mostra d’arte “Zhen-Shan-Ren”(Verità, Compassione, Tolleranza) con il patrocinio del Comune e della Provincia di Torino. La bellezza del luogo ha creato una cornice indubbiamente suggestiva, anche se l’antica struttura ha creato qualche problema aggiuntivo nell’allestimento.

Gli “Antichi Chiostri” si affacciano su Via Garibaldi, una bella via pedonale nel cuore della città. Il flusso di persone era continuo, non potevamo disporre di luogo più favorevole per chiarire la verità alla gente. Il giorno dell’inaugurazione abbiamo avuto degli ospiti d’eccezione anche per la concomitanza con un forum sulla situazione tibetana che si teneva a poca distanza.

Entrata della mostra in Via Garibaldi

Hanno rivolto un saluto alla Cerimonia d’inaugurazione l’On. Bruno Mellano del Partito Radicale; il Consigliere Regionale Giampiero Leo; il Dirigente del sindacato CISL e della Campagna per la liberazione del Tibet, Claudio Tecchio; Piero Verni, giornalista e scrittore. Durante l’inaugurazione anche Wei Jingsheng, premio Sacharov del Parlamento Europeo, ha visitato la mostra e ha accettato di dire qualche parola di saluto; come Antonello Brandi rappresentante in Italia della Laogai Research Fundation. Tra i visitatori da segnalare il monaco tibetano Palden Gyatso, incarcerato e torturato per più di trent’anni dall’esercito cinese. Tanta gente, storie diverse, ma tutti racconti di dolore, persecuzione, sopraffazione. I quadri parlavano a tutti loro, ognuno riceveva il suo messaggio, ognuno poteva trarre il proprio insegnamento. Il nostro grande Maestro campeggiava su tutto e tutti mentre “Girava la ruota”…..

Finita l’inaugurazione, è iniziato il lento flusso dei visitatori che attoniti si aggiravano tra le austere colonne, con disseminati tutt’intorno i dipinti suddivisi in quattro sezioni:

La bellezza della coltivazione
Il coraggio senza compromessi
L'appello alla giustizia
La giustizia prevale.

Alla fine del percorso, spesso gli occhi erano lucidi e la voce bassa. I praticanti si guardavano e ammiccavano, forse un’altra fiammella s’era accesa.

Molti torinesi increduli si chiedevano: perchè tanta efferatezza contro delle persone buone? Molti sostenevano che il partito doveva essere veramente spaventato per scagliarsi contro di loro con tanta ferocia.

Sig. Wei Jingshen e signora Huang Ciping Palden Gyatso Visitatori
Visitatori

Molti sono stati i visitatori, di cui una parte ha voluto lasciare un ricordo scritto sul nostro libro. Testimonianze che ci danno ancora più stimoli per continuare a raccontare alla gente che cos’è la Falun Dafa e perchè è perseguitata in Cina.

Vogliamo riportarne una piccola parte:

- La mostra consente di entrare nel nostro stesso cuore, nella nostra vera essenza. Grazie per questo momento intensissimo…un po’ di paradiso si può vedere anche su questa terra.
- E’ assurdo che si venga ancora perseguitati mentre si cerca di raggiungere Dio!
- Bella,….un’intensa emozione che mostra la bellezza delle persone e delle loro anime nonostante il male inflitto.
- La mostra è commovente; spero che l’Universo illumini il cuore dei malvagi, perché la loro anima torni a splendere di bontà…
- Nel mio cuore s’è accesa la luce!
- Veramente molto ispirata e commovente. Aiuta le persone a rafforzare la propria fede in ciò che crede.
- Che terribile realtà! Che la coscienza di questi aguzzini possa illuminarsi.

Durante la mostra molte persone hanno espresso il desiderio di approfondire il Falun Gong e di imparare gli esercizi.

Anche Lu Decheng ha visitato la mostra, era in Italia per un giro di conferenze nell’anniversario dei moti di Piazza Tiananmen del Giugno 1989. Diciotto anni fa, in compagnia di altri due amici, lanciò, delle uova e vernice contro il grande ritratto di Mao che campeggia di fronte alla “Città proibita”, alla vigilia del massacro contro studenti e operai. Ha pagato per quell’azione con nove anni di carcere, è stato liberato grazie agli sforzi di Amnesty Int’l. Ora vive a Calgary in Canada ma la moglie e suo figlio sono ancora in Cina, perché il governo di Pechino impedisce loro di emigrare.

Chiusura

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