Il Grande Revival Culturale della Cina

Fonte: www.theepochtimes.com
 
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Gli artisti di Holiday Wonders ringraziano il pubblico alla fine dello spettacolo. (The Epoch Times)
Grazie ad anni di promozione, alle somme stanziate sempre maggiori, e ad i riflettori puntati dei media internazionali, l'anno 2008 è diventato sinonimo della Cina e è più specificamente, dei Giochi Olimpici di Pechino. I prossimi giochi hanno attirato l'attenzione sulla sua crescente potenza, eppure in molti credono che la vera voce della Cina, del suo passato e del suo futuro, si debba cercare al di fuori dei suoi confini.

Questo è ciò che crede la Compagnia della Divine Performing Arts, un gruppo di ballerini classici e musicisti, di base a New York, che spera di infondere nuova vita nelle tradizioni artistiche, culturali e morali antiche della Cina – tradizioni che erano state completamente distrutte sotto il dominio comunista.

La compagnia, che ha cominciato a formarsi solo cinque anni fa, ora consiste di centinaia di artisti, tra i quali vi sono i più grandi ballerini di danza classica cinese al mondo e grandi musicisti.

Tutto è cominciato nel 2004 allo Spettacolo del Capodanno Cinese di New Tang Dynasty Television, e da un inizio in tono minore si è avuta una crescita a livello stellare. Quest'anno, la compagnia toccherà in tour più di 60 città in tutto il mondo, esibendosi davanti a più di 600 mila persone.

Accompagnata da un'orchestra che unisce gli stili musicali dell'Oriente e dell'Occidente, la Divine Performing Arts si esibisce in danze che spaziano dai balli etnici della Mongolia e del Tibet, ai balli delle corti imperiali, a danze che narrano leggende antiche cinesi e danze moderne che affrontano temi contemporanei della Cina, come quello dei diritti umani.

Cultura, Non Comunismo

Se uno vuole conoscere cosa rende così uniche queste esibizioni, per prima cosa deve parlare con gli artisti che compongono la compagnia.

Ciò che distingue questi artisti – siano essi ballerini, costumisti, coreografi – è la profonda affinità che condividono per la cultura tradizionale cinese. Sono tutte persone che non si sono limitate solo a studiare le antiche tradizioni cinesi, ma che le hanno completamente assimilate. Alcuni artisti praticano attivamente la meditazione o praticano “il far attenzione alle parole” e l'essere veraci – caratteristiche coltivate dai saggi cinesi del passato. Sono qualcosa di più di semplici artisti di classe mondiale.

In Cina, sotto il dominio comunista, la cultura tradizionale è stata annichilita e denunciata per decenni. Il decennio che va dal 1966 al 76 è stato testimone della “Rivoluzione Culturale” di Mao Zedong, che ha sguinzagliato le Guardie Rosse contro ogni possibile vestigia delle tradizioni cinesi del passato—dai templi confuciani, alle statue buddiste, agli scritti e alle biblioteche. Il loro motto era "distruggere il vecchio mondo!"

Il ricco retaggio culturale della Cina era visto come un ostacolo per la legittimità del dominio del Partito Comunista. Dove la cultura tradizionale esaltava la gentilezza, l'armonia e la pietà, il Marxismo-Leninismo celebrava la violenza, l'ateismo e la lotta di classe.

Ecco quindi che alle arti e agli artisti vennero recise profondamente le loro radici.

Ma se tutto questo non fosse bastato, sotto il dominio comunista al danno si è aggiunto l'insulto: la cultura tradizionale è stata riciclata, con un macabro ribaltamento. Le opere, le commedie e le storie tradizionali sono state ricreate al fine di servire ai fini politici di Mao Zedong; ciò che rimaneva della cultura cinese venne masticata e riprogettata dal Partito. Perfino oggi è possibile assistere alla TV di stato cinese al bizzarro spettacolo di soldati che danzano – vestiti di tutto punto – una danza ibrida in parte basata sul balletto della Dinastia Qing, in parte sulla Propaganda Maoista.

Ecco perché gli spettacoli della Divine Performing Arts sono più di una semplice boccata d'aria fresca; segnano una ripartenza per la Cina. Negli spettacoli della Divine Performing Arts, le bandiere rosse del comunismo cinese sono sparite; spariti sono i soldati dell'Esercito di Liberazione del Partito. Spariti sono tutti quei testi artefatti per eccitare il patriottismo.

Al contrario, la Divine Performing Arts cerca di mettersi al servizio delle migliori tradizioni artistiche della Cina in tutta la loro gloria, il loro vigore e la loro robustezza spirituale.

Si potrebbe dire anche che gli artisti e gli autori sappiano anche ciò che non è. Molti di loro, come il direttore d'orchestra Rutang Chen, hanno subito il dolore e l'umiliazione della Rivoluzione Culturale.

Lui e sua moglie vennero separati e spediti nelle campagne per essere “ riformati” attraverso il duro lavoro nei campi – il loro unico crimine era quello di essere degli artisti che suonavano il violoncello e il flauto. Quando venne permesso loro di suonare di nuovo i loro strumenti nella Orchestra Sinfonica Centrale della Cina, tutta la musica che dovevano eseguire doveva essere stravolta per favorire le canzoni patriottiche. (Tutte le altre orchestre erano state sciolte)

Decenni più tardi, nel 2000, il loro figlio venne percosso quasi a morte dalla polizia perché credeva nel Falun Gong. Anche sua moglie, nello stesso anno, venne arrestata dalle autorità comuniste perché aderiva al Falun Gong. Per Chen e gli altri, la Divine Performing Arts significa ricominciare “fuori dalla cultura comunista” come loro dicono.

"E' un distillato di ciò in cui credevano i nostri antenati," dice Samuel Zhou, uno dei direttori della New Tang Dynasty TV, "che il bene viene ricompensato, che la vita è sacra, e che alla fine la giustizia vince."

E' un messaggio che sembra riuscire ad arrivare—la Divine Performing Arts ha toccato una corda potente in qualsiasi pubblico davanti al quale si è esibita.

Persino all'interno della Cina continentale, dove la Divine Performing Arts rimane proibita, numerose notizie che fuoriescono raccontano che i venditori nei mercatini non riescono a soddisfare le richieste dei DVD delle esibizioni della Divine Performing Arts. E questa è una grande notizia, perché la Divine Performing Arts non rappresenta solo un rinnovato interesse per le arti classiche cinesi, ma anche l'accettazione di un messaggio di giustizia, umanità e di libertà dalla repressione.

Versione inglese: http://www.bestchineseshows.com/cultural_revival

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