Le recenti proteste dei monaci tibetani contro il dominio tirannico del Partito Comunista Cinese (PCC) sono state represse nel sangue. Questa tragedia ha sconvolto il mondo, riportando alla mente gli orrori del Massacro di Piazza Tiananmen del 1989.
Quanto sta accadendo in Tibet e il Massacro di Piazza Tiananmen hanno qualcos'altro in comune. In entrambi i casi il PCC ha collocato degli oggetti trafugati su della gente innocente e poi li ha crudelmente colpiti.
Prima del bagno di sangue in Tibet, notizie riportano che i funzionari comunisti hanno infiltrato un gruppo di teppisti facendoli confondere tra i Tibetani. I teppisti sono stati i primi a distruggere e saccheggiare i negozi ed i primi a depredare ed incendiare negozi e veicoli.
Hanno anche preparato accuratamente le armi, cioè i bastoni e le pietre e hanno incoraggiato i Tibetani a servirsene per attaccare la polizia, lanciandole contro i loro automezzi.
I disordini si sono sviluppati sotto la direzione e l'istigazione del PCC, e i Tibetani sono caduti nella trappola, dando ai funzionari la scusa che cercavano per entrare in azione e massacrare la popolazione locale. La portavoce del Partito, la televisione di stato, ha cominciato immediatamente a diffondere servizi che mostravano scene di “disordini” già accuratamente preparati portando le immagini delle violenze in tutte le case cinesi. Tutto è stato attentamente pianificato per creare un opinione pubblica sfavorevole nei confronti dei Tibetani, dando così la giustificazione al Partito di cui aveva bisogno per dare inizio alla violenta repressione delle proteste, fino a quel momento pacifiche.
Che astuzia e inganno!
Nelle ore che hanno preceduto il Massacro di Piazza Tiananmen del 1989, è accaduta più o meno la stessa cosa. Furono i soli funzionari del Partito a dirigere le operazioni, guidando i teppisti che incendiarono i veicoli, minacciarono i soldati cinesi, per poi accusare gli studenti che protestavano di essere i colpevoli. Poco dopo, naturalmente, entrarono in funzione i carri armati e le mitragliatrici, e Piazza Tiananmen si ricoprì del sangue di centinaia e forse di migliaia innocenti studenti cinesi. Il loro "crimine?" Una protesta pubblica per chiedere al PCC di attuare riforme politiche più consistenti.
Durante i nove anni di persecuzione del Falun Gong, la direttiva ufficiale del PCC su come condurre la persecuzione è stata "distruggerli fisicamente, rovinarli finanziariamente, e diffamare la loro reputazione." Il PCC ha cercato molte volte di fabbricare prove per accusare il Falun Gong di "crimini" mai commessi. In effetti, per montare l'opinione pubblica contro il Falun Gong si sono raggiunti degli estremi ridicoli.
Il 23 e 24 Aprile del 1999, alcuni praticanti del Falun Gong di Tianjin si recarono da funzionari del Tianjin Educational Institute per spiegare i fatti che concernevano il Falun Gong. Richiesero ai funzionari di correggere un articolo diffamatorio diffuso ampiamente e scritto da He Zuoxiu. Il regime ordinò al Dipartimento di Polizia di Tianjin Police di spedire 300 poliziotti in assetto anti-sommossa per disperdere i praticanti. Molti vennero picchiati e 45 arrestati. Dissero agli altri praticanti di andare a Pechino perché solo i capi del Governo Centrale erano in grado di risolvere il problema.
Il 25 Aprile così fecero.
Più di 10 mila praticanti si riunirono di fronte agli Uffici Statali per i Reclami di Pechino, chiedendo di incontrare i funzionari governativi per discutere di ciò che stava accadendo. I funzionari diressero la polizia facendo in modo che conducessero i praticanti in una zona nelle vicinanze di (la sede del governo centrale del PCC). I praticanti pacificamente attesero di incontrare i capi del paese, e dopo che il problema fu risolto altrettanto pacificamente se ne andarono. I praticanti non fecero nulla di male. Numerosi rapporti unanimemente descrissero la manifestazione come pacifica, tranquilla e rispettosa. I praticanti si presero cura anche di ripulire l'area occupata dai manifestanti, lasciandola più pulita di come l'avevano trovata.
Ciò nonostante, mandarini del partito sfruttarono l'episodio distorcendo i fatti e diffusero dappertutto che 10 mila praticanti del Falun Gong avevano "circondato e attaccato" Zhongnanhai.
Vennero così gettate le basi su cui il regime comunista poté dare inizio alla persecuzione del Falun Gong il 20 Luglio 1999.
Cominciò allora una continua campagna di propaganda, nel corso della quale vennero girate al pubblico innumerevoli menzogne contro il Falun Gong. Pazienti psichiatrici che avevano commesso omicidi venivano etichettati pubblicamente come “praticanti del Falun Gong”, e la macchina della propaganda non solo diffuse voci che era stato il Falun Gong a spingerli non solo a commettere omicidi, ma li aveva fatti anche uscire fuori di senno. Tutto questo accadde ripetutamente in ogni parte del paese. I dettagli cambiavano come pure i crimini attribuiti, ma l'intento era sempre lo stesso: demonizzare il Falun Gong e i suoi praticanti, volgendo così l'opinione pubblica contro di loro.
L'autore di questo articolo conosce personalmente i dettagli di uno di questi casi, che ha a che fare con un impiegato della Camera dell'Industria e del Commercio della Contea di Kai di Chongqing City che soffriva di una malattia mentale. Questa persona, casualmente, era venuta in possesso di una copia del libro Zhuan Falun in un centro di pratica del Falun Gong e a quel punto si era messo a praticare una serie di movimenti degli esercizi del Falun Gong. Più tardi ebbe una ricaduta della sua malattia mentale, e si gettò giù da un grattacelo perdendo la vita. I funzionari del partito e tutti i media dello stato si misero a proclamare che costui si era gettato nel vuoto perché aveva praticato il Falun Gong.
Ci sono molti esempi del genere. All'inizio del Luglio 1999, l'autore esaminò personalmente un documento estremamente confidenziale: “La lettera di Jiang Zemin ai compagni della Commissione Militare del Comitato Centrale del PCC". Questa lettera era stata distribuita a tutti i prefetti. In questa lettera, Jiang sottolineava che c'erano troppe persone, inclusi molti quadri del Partito e funzionari del governo che praticavano il Falun Gong, la qual cosa aveva influenzato negativamente "la coesione del Partito," "per ci il PCC doveva risolutamente eliminare il Falun Gong". Questa è la vera faccia del PCC nella sua persecuzione del Falun Gong.
Successivamente il PCC ha fabbricato molti altri casi per incastrare il Falun Gong, come la storia degli omicidi di Fu Yibin a Pechino; 16 mendicanti avvelenati a morte nella Provincia di Zhejiang; l'omicidio di un poliziotto nella Mongolia Interna da parte di Zhao He, praticanti del Falun Gong che diffondono batteri di antrace, e la storia di praticanti del Falun Gong auto infettatisi con la SARS per poi viaggiare in vari luoghi della Cina per diffondere la malattia infettiva. Queste erano tutte notizie allo stesso tempo scioccanti e ridicole, ma il pubblico non aveva nessun mezzo per capire che erano tutte menzogne.
Il PCC aveva anche affermato che i praticanti del Falun Gong erano responsabili di ogni genere di proteste e agitazioni; che il Falun Gong era responsabile per virtualmente tutti i mali della Cina.
Il più potente mezzo di propaganda escogitato; l'evento che ha tratto in inganno più efficacemente il più gran numero di persone e molti milioni sono tuttora vittime di quell'inganno, è stata la messa in scena dell'auto-immolazione di Piazza Tiananmen. Quell'episodio fu diffuso in tutto il mondo, e praticamente ventiquattro ore su ventiquattro per mesi in Cina. Fu così efficace nel raggiungere i suoi scopi sinistri di propaganda che segnò l'inizio di una vasta escalation della persecuzione del Falun Gong.
Oggi, le uccisioni che si succedono in Tibet mostrano di nuovo al mondo i mezzi astuti e camuffati che il PCC usa per reprimere i dissidenti. Fintanto che il PCC può raggiungere il suo scopo malvagio e mantenere la sua dittatura, userà ogni mezzo per compiere ogni genere di azioni inumane.
Nei 50 anni trascorsi da quando il PCC è salito al potere, le sue direttive hanno direttamente o indirettamente causato la morte prematura di otto milioni di Cinesi. Il PCC è un lupo che si nasconde sotto un travestimento da pecora, che può uccidere chiunque senza batter ciglio. Solo separandosi da questo malvagio Partito, solo abbandonandolo e disintegrandolo completamente i gruppi etnici della Cina potranno riguadagnare la loro libertà.
34 milioni di persone hanno già rinunciato alla loro tessera del PCC e alle altre organizzazioni ad esso collegate. L'ulteriore diffusione dei Nove Commentari sul Partito Comunista aiuteranno la gente a capire meglio la vera natura malvagia del PCC ed incoraggerà altri ancora a rinunciare alla loro associazione al Partito, la qual cosa porterà alla fine il Partito a sgretolarsi e cadere, e solo allora ci sarà finalmente una possibilità per la Cina e la sua gente di essere liberi.
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