Chiunque salva una vita salva il mondo intero"

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Michel Wu, La Grande Epoque
All'avvicinarsi dei Giochi Olimpici di Pechino, le iniziative in Francia si moltiplicano per denunciare la situazione tragica di milioni di cinesi che continuano ad essere perseguitati dal regime. E’ il caso del 17 maggio a Nancy con l’organizzazione di una conferenza che ha dato onore ad una vittima costretta a fuggire in Francia, questione ancora poco conosciuta quella del Falun Gong. Un fervente difensore della causa tibetana, Marc Biondetti ha scelto di far conoscere "La Vera Cina: Libera e Millenaria" invitando a parlare il presidente dell'associazione Falun Gong in Francia, Alain Tong, e Michel Wu.

Dopo aver lavorato per 13 anni come capo redattore della redazione in lingua cinese di Radio France Internationale (RFI), Michel Wu si è licenziato dall'agenzia Xinhua controllata e manipolata dal Partito comunista cinese dopo il massacro degli studenti di Piazza Tian An Men nel 1989. La Grand Epoque ha pubblicato il suo discorso.

"Sapete tutti che nella Cina comunista esiste il problema dei diritti umani. Si, da oltre mezzo-secolo, il socialismo reale ha già soppresso un numero di cinesi quanti sono la popolazione francese. Sapete anche che si tratta di un periodo di pace e di un mezzo di propaganda politica. Pertanto alla domanda per sapere quali, tra le vittime della dittatura comunista, soffre di più attualmente? Questa comunità comprende, praticanti e le loro famiglie, incluso parenti ed amici, parecchie centinaia di milioni di persone sotto il nome di Falun Gong. Falun Gong?

Sì, questo movimento di ispirazione buddista, è una delle scuole di Qigong più apprezzate, una pratica che si estende in tutta legalità da Hong Kong, a Taiwan così come in più di 80 paesi del mondo salvo nella Cina comunista dove è oggetto di una persecuzione equiparabile allo Shoah. In breve, qual è la verità sul movimento del Falun Gong? E’ che da quasi 10 anni, il regime costringe, i suoi praticanti ad abbandonare il loro credo e la pratica, con mezzi estremi come la tortura e la morte. E in nome dei Giochi Olimpici, intensifica arresti e condanne. Solo quest’anno, almeno un centinaio di praticanti sono morti in detenzione.

Il dramma di un giovane musicista di nome Yuzhou, è riportato ampiamente dai media indipendenti. Arrestato nel gennaio scorso a Pechino in seguito ad un controllo di sicurezza, alla vigilia delle Olimpiadi, questo praticante del Falun Gong fu incarcerato e trovato morto qualche giorno dopo dalla sua famiglia. La forza è di costatare che questo genere di dramma quotidiano perdura da 10 anni. Secondo le statistiche, incomplete, più di 3.000 praticanti sono morti sotto tortura, altri 6.000 condannati, 100.000 mandati ai lavori forzati e parecchie centinaia di migliaia arrestati.

PERCHÉ QUESTA FOLLIA OMICIDA?

Il Falun Gong è stato fondato nel 1992 nella grande disillusione in seguito alla caduta del muro di Berlino, preceduta del massacro di Tian An Men. Il Falun Gong è nato al momento giusto. Propone un metodo di esercizio fisico per migliorare la salute. La sua efficacia è apprezzata, quando si conosce l'assenza della sicurezza sociale, gli ospedali sono inaccessibili secondo la legge del mercato.

Il Falun Gong propone allo stesso tempo i valori morali da applicare per completare il miglioramento della salute fisica. Si tratta di tre parole sepolte dal regime comunista, -sono- Verità, Benevolenza e Tolleranza. La riscoperta di questi valori ha permesso di colmare il vuoto lasciato dal fallimento dei precetti ideologici come lotta di classe, il paradiso comunista, l‘obbedienza assoluta al Partito, ecc. Queste pratiche fisiche e morali sono basate su una visione del mondo vicino al buddismo.

Il Falun Gong è un servizio volontario. L'insegnamento si fa in luoghi pubblici. Non ci sono quote né contributi. Ciascuno agisce come gli sembra conforme ai principi morali. Tutto questo piace molto ai cinesi che hanno sofferto troppo di una società incomprensibilmente controllata. E’ così che il Falun Gong era riportato sulla stampa in prima pagina e che era all'interno dell'ambasciata di Pechino, a Parigi dove il suo fondatore, Li Hongzhi, nel 1995, tenne la sua prima conferenza europea. Il Falun Gong è diventato in pochi anni uno spazio di libertà con l'adesione massiccia dei cinesi, compresi i militanti del Partito, alti funzionari e degli ufficiali superiori. Dallo scoppio del campo socialista, il regime vede nemici ovunque. Di fronte allo sviluppo del Falun Gong, i capi del partito stimarono che il Falun Gong avrebbe potuto essere un Solidarnosc alla cinese. L'interdizione e gli arresti cominciarono nell'aprile 1999 a Tianjin, una città portuale a 200 chilometri da Pechino.

Ya Jun
Ya Jun, la giovane donna cinese che pratica il metodo buddista Falun Gong ha potuto raggiungere la Francia nel 2006 dopo avere vissuto il calvario dei campi di lavori forzati cinese. Torture fisiche e psicologiche le davano l'impressione di essere in "un inferno" dove "ogni minuto sembrava un anno." È grazie ad un riscatto versato da un amico alla polizia cinese, che è stata liberata. Sempre sotto stretta sorveglianza, riuscì in occasione di un controllo allentato, a fuggire dalla Cina a piedi con suo fratello, verso la Tailandia. Ya Jun adesso vive a Parigi. La sua storia eroica con le foto Shock è raccontata nei dettagli, sulla rivista del numero di maggio

I praticanti hanno reagito con delle manifestazioni pacifiche. La manifestazione organizzata il 25 aprile nel centro di Pechino ha dato alle autorità il pretesto di lanciare la campagna di repressione su scala nazionale. Da un giorno all'altro, una comunità che cerca la bontà e la pace fu sottomessa, dopo dieci anni gli studenti sono al rango di nemici del popolo. Accuse menzognere e processi intentati andavano al passo con le raffiche di arresti. Tutti i colpi bassi sono permessi per quelli che rifiutano di abbandonare la pratica e il loro credo. Pertanto, contro tutte le aspettative delle autorità, la repressione e la persecuzione non hanno dato mai posto a resistenza tanto arrendevole.

Per far conoscere la verità e salvare i loro compagni, i praticanti che sono riusciti a stabilirsi negli Stati Uniti, hanno creato con i propri mezzi tre media indipendenti: i giornale The Epoch Times, il canale televisivo satellitare New Tang Dynasty e la radio Sound of Hope. Dalla pubblicazione nel 2003 dei celebri Nove commentari sul Partito comunista cinese, oggi questi mezzi si occupano in particolare delle posizioni di 'opinione anticomunista.

Il Falun Gong non è un'organizzazione politica. Ho cercato invano il loro programma. Ma un buon numero di praticanti oggi è persuaso che solo con un cambiamento di regime si potrebbero salvare i loro amici in prigione e riottenere la libertà. Questi praticanti del Falun Gong, li ho incontrati ed osservati da parecchi anni. Sono sorpreso dal fatto che tra loro vi siano molti laureati, scienziati, informatici e letterati di alto livello. Sono guidati nella vita individuale come nelle relazioni umane nei valori di tre parole. Difendono senza esserne coscienti una causa ad interesse di tutta l'umanità, vale a dire, la fine dell'ultimo bastione del comunismo e l'avvenimento di un mondo dove i Diritti Umani sono rispettati ovunque, un mondo di pace.

La mia attenta considerazione su questo avvenimento dove gli aspetti umani superano largamente le implicazioni politiche, prendo a testimone Davide Kilgour, ex ministro del Governo Canadese, così come Davide Matas, avvocato internazionale per la difesa dei Diritti Umani. Nel 2006, hanno reso pubblico un primo rapporto di inchiesta sul prelievo di organi su praticanti del Falun Gong, sotto l'egida delle autorità cinesi, destinati al traffico disumano e per incrementare l'economia di mercato. Prendo come testimone Edward McMillan - Scott, vicepresidente del Parlamento Europeo. L’anno scorso si è recato a Pechino per raccogliere le testimonianze di due praticanti del Falun Gong, scomparsi poco dopo l'incontro. Inoltre prendo come testimone Manfred Novak, relatore speciale dell'ONU che ha confermato non solo che "la tortura è moneta corrente" nella Cina comunista, ma che tra i detenuti, i praticanti del Falun Gong sono i più numerosi e sottoposti ai peggiori trattamenti.

Prendo a testimone ben altre donne e uomini che hanno alzato la loro voce per chiedere la fine dello Shoah alla cinese. Quando è stato detto, che cosa può fare fronte ad un regime che cerca sempre di imbrogliare il mondo esterno? Bene, a tutte quelle e tutti quelli che sperano nella giustizia, suggerisco quanto segue:

1. Non vendetevi alle accuse menzognere contro il Falun Gong. È importante soprattutto per i media che non sono assoldati da Pechino.

2. Approfittate del poco tempo che ci resta prima dell'apertura dei Giochi di Pechino per denunciare le violazioni dei Diritti Umani da parte della Cina comunista.

3. Continuate a mobilitare le organizzazioni non governative ed i nuovi eletti affinché il nostro potere pubblico esiga dal regime di Pechino la liberazione immediata dei praticanti del Falun Gong così come degli altri cinesi incarcerati per la loro convinzione o il loro credo, onorando la sua promessa di fare delle Olimpiadi "umane, verdi e tecnologiche."

Per concludere il mio intervento, mi permetto di citare questa bella frase tratta dal film “La lista di Schindler” :«Chiunque salva una vita, salva il mondo intero."

Fonte: http://www.lagrandeepoque.com/LGE/content/view/4255/104 /

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