Repubblica.it: La censura cinese si abbatte su Skype Registrate le comunicazioni voce e video

Facebook Logo LinkedIn Logo Twitter Logo Email Logo Pinterest Logo

Il Grande Fratello cinese è arrivato su Skype. Un gruppo di attivisti per i diritti umani canadesi è riuscito a penetrare nei computer della polizia informatica cinese, scoprendo che gli utenti del popolare strumento di comunicazione vengono regolarmente spiati. Skype è un programma di messaggistica istantanea che permette di comunicare tramite chat, telefono oppure via webcam. In Cina, Skype opera in joint venture con la società cinese Tom.
L’associazione canadese rivela che le parole chiave che bloccano i messaggi di testo (mentre quelli in voce e video vengono semplicemente registrati ed archiviati) sono tra le altre Falun Gong (la setta religiosa messa fuorilegge dal governo di Pechino), indipendenza di Taiwan, Partito Comunista Cinese.
Altre parole vietate sono "democrazia", ma anche "terremoto" e "latte" a causa delle critiche che le autorità cinesi hanno ricevuto per la gestione del postterremoto nella provincia del Sichuan e in occasione del recente scandalo del latte in polvere contraffatto.
Gli attivisti umanitari, studenti e professori dell'Università di Toronto, raccontano di aver scoperto un mese fa che a causa di un difetto di programmazione era possibile 'entrare' nella memoria di alcuni dei supercomputer usati dai poliziotti informatici cinesi che si ritiene siano circa 30 mila. All'interno dei computer hanno trovato 166 mila messaggi censurati a 44 mila utenti di TomSkype.
"E' il peggiore incubo dei fautori delle teorie del complotto diventato realtà", ha commentato Ronald J.Deibert, uno dei professori dell'Università di Toronto. Una portavoce di Ebay, il sito di commercio online che è anche proprietario di Skype, ha affermato che la compagnia ha espresso ai dirigenti di Tom "la propria preoccupazione".
In passato, gli attivisti per i diritti umani hanno criticato aspramente il manager del motore di ricerca Yahoo!.com, che ha collaborato con la polizia nell'identificazione di Shi Tao, un giornalista cinese che aveva diffuso attraverso internet una circolare del Dipartimento di propaganda del Partito comunista cinese che ordinava di censurare alcuni temi.

Fonte: http://www.repubblica.it/supplementi/af/2008/10/06/multimedia/030mondiz.html

* * *

Facebook Logo LinkedIn Logo Twitter Logo Email Logo Pinterest Logo

Potete stampare e diffondere gli articoli ed i contenuti pubblicati su Clearharmony, ma per favore citate la fonte.