Il ruolo degli operatori sanitari nel documentare le torture, dibattuto durante la 13ª seduta del Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite

Facebook Logo LinkedIn Logo Twitter Logo Email Logo Pinterest Logo

(Clearwisdom.net) Nel corso della 13ª sessione del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani tenutasi a Ginevra, si è istituita una tavola rotonda sul ruolo degli operatori sanitari nel documentare la tortura. Molte volte, i funzionari di governo di vari paesi sono stati violatori dei diritti umani, e chi si occupa della sanità ha documentato le torture e offerto le prove perché venga applicata la legge. Alla discussione, organizzata dal Dr. Manfred Nowak, Relatore Speciale sulla tortura, si sono aggiunti esperti dell’Associazione Medica Mondiale e rappresentanti dei governi per discutere il ruolo dei professionisti del settore medico nel dimostrare la tortura.

La Convenzione delle Nazioni Unite contro la Tortura ed altre Pene o Trattamenti Crudeli, Inumani o Degradanti è uno strumento dei diritti umani internazionali, sotto il controllo delle Nazioni Unite, che mira a prevenire la tortura in tutto il mondo.

L'Articolo 1 della Convenzione delle Nazioni Unite definisce la tortura come, qualsiasi atto con il quale sono inflitti a una persona dolore o sofferenze acute, fisiche o psichiche, al fine di ottenere da questa o da una terza persona informazioni o confessioni, di punirla per un atto che ella o una terza persona ha commesso o è sospettata di aver commesso, di intimidirla o esercitare pressioni su di lei o di intimidire od esercitare pressioni su una terza persona, o per qualunque altro motivo basato su una qualsiasi forma di discriminazione, qualora tale dolore o tali sofferenze siano inflitti da un funzionario pubblico o da qualsiasi altra persona che agisca a titolo ufficiale.

La Cina ha firmato la Convenzione della Tortura il 12 dicembre 1986 e ratificata il 4 ottobre 1988.

Un rappresentante della Turchia ha fatto un’introduzione sull’efficacia della formazione per i medici al fine di identificare la tortura. Il “Manuale per un’efficace indagine e documentazione di tortura o altro trattamento o pena crudele, disumano o degradante”, comunemente conosciuto come il Protocollo di Istanbul, è la prima serie di linee guida internazionali per documentare le torture e le sue conseguenze. È diventato un documento ufficiale delle Nazioni Unite nel 1999. Il Protocollo di Istanbul è destinato a servire come un insieme di linee guida internazionali per la valutazione delle persone che sostengono la tortura ed i maltrattamenti, per indagare sui casi di presunta tortura, e per riferire tali risultati al sistema giudiziario ed a qualsiasi altro organo investigativo.

Dal 1999, il progetto turco ha formato medici, operatori sanitari e professionisti legali in oltre dieci paesi per lavorare insieme, per condividere le proprie esperienze e per individuare la tortura. Hanno stabilito un corso di 42 ore per gli studenti di medicina e per quelli delle scuole di diritto per identificare le vittime di torture.

Subito dopo il gruppo di oratori, varie ONG hanno sollevato la questione di chi deve proteggere le vittime quando gli operatori sanitari diventano complici delle torture.

Un avvocato argentino ha chiesto, "I temi sollevati dagli intervenuti sono stati sugli operatori sanitari che documentano lesioni da tortura. Cosa succede quando effettivamente è il professionista medico che infligge la tortura alle persone? Mi riferisco in particolare alla Cina ed alla persecuzione dei praticanti della Falun Dafa. Le forme di tortura sono sia mentali, mediante l'iniezione di farmaci dannosi al sistema nervoso, sia fisiche utilizzando pratiche mediche per infliggere dolore, per esempio, la donna seduta qua di fronte, la signora Fang Yi Si, è stata torturata con l’introduzione in profondità di aghi per l'agopuntura nei punti meridiani dove il dolore è intenso. Questi medici sono più preoccupati di perdere il posto di lavoro se non infliggono la tortura, piuttosto che proteggere la salute o mantenere l’etica ".

Un rappresentante della Conscience Foundation, un'organizzazione non governativa degli Stati Uniti, ha condiviso la preoccupazione dell'avvocato ed ha allargato la questione. Ha sottolineato che la situazione in Cina è così diversa dal resto del mondo. Nel corso degli ultimi undici anni di persecuzione, gli operatori sanitari, tra cui medici e infermieri in ospedali e campi di lavoro, sono diventati complici della persecuzione. Hanno somministrato alimentazione forzata non per sostenere la salute dei praticanti del Falun Gong, ma per infliggere dolore, ed hanno iniettato sostanze psicotropiche. Hanno prelevato gli organi a praticanti a scopo di lucro. Quando i medici, invece di documentare le prove della tortura, diventano complici, allora, in un paese come la Cina, chi può salvaguardare le vite di quelle persone innocenti e che cosa può fare la comunità internazionale a questo proposito?

Un rappresentante di Freedom House ha espresso preoccupazione riferendosi ai medici che aiutano il governo a perseguitare i dissidenti politici, come in Cina, e chiedendo che tipo di mezzi possono utilizzare le Nazioni Unite e cosa può fare l'Associazione Medica Mondiale per fermare queste pratiche.

Il signor Paul Jaszczack dell'Associazione Medica Mondiale ha dichiarato che la questione cinese non è di facile soluzione, ma quando l'etica e l’economia si scontrano, l'economia solitamente vince. Così ha suggerito d’informare le associazioni mediche in tutto il mondo per far pressione sulle associazioni mediche cinesi e sui loro membri per adempiere ai loro obblighi.

Versione inglese: http://www.clearwisdom.net/html/articles/2010/3/11/115272.html>http://www.clearwisdom.net/html/articles/2010/3/11/115272.html

* * *

Facebook Logo LinkedIn Logo Twitter Logo Email Logo Pinterest Logo

Potete stampare e diffondere gli articoli ed i contenuti pubblicati su Clearharmony, ma per favore citate la fonte.