La minaccia della direttrice del campo di lavoro: «Abbiamo 108 metodi di tortura!»

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(Minghui.org) Nel luglio 2012 Liu Ying, direttrice della terza divisione del campo di lavoro forzato femminile di Jilin, ha minacciato la signora Cai Guoxian con queste parole: «Abbiamo 108 metodi di tortura ! Pensi che uscirai viva da qui?» Questi metodi di tortura sono tutti progettati e realizzati con l'unico obiettivo di costringere i praticanti del Falun Gong ad abbandonare il loro credo.

Dal 18 luglio 2011 al 26 febbraio 2013 la signora Cai Guoxian della città di Songyuan, provincia dello Jilin è stata sottoposta a diversi tipi di tortura durante la sua detenzione nel campo di lavoro. Le torture includevano: isolamento, abusi verbali, pugni e calci, scosse elettriche, costretta a stare in piedi per 17 ore ogni giorno e, la più crudele, quasi 12 ore di «tortura dello stiramento».

La serie di torture è stata effettuata per costringere la signora Cai a firmare le dichiarazioni che diffamano il Falun Gong e la rinuncia alla sua fede. Dopo aver sofferto per un anno presso la seconda divisione senza cedere, nel luglio 2012 è stata messa in isolamento presso la 3^ divisione, dove le torture sono state intensificate.

Per mesi è stata costretta a guardare i video di lavaggio del cervello, insieme a stressanti torture, percosse e scosse elettriche. Il 18 ottobre 2012 è stata sottoposta alla tortura dello stiramento per un periodo di quasi 12 ore. Mentre era ancora in questa posizione di tortura e in stato confusionale è stata liberata dal «letto di morte», solo dopo aver verbalmente accettato di "trasformarsi" (*). È stata poi obbligata a scrivere «dichiarazioni», seguendo – parola per parola – ciò che una guardia carceraria le diceva.

Una recente relazione del sito web Minghui identifica 546 casi confermati di morte come conseguenza diretta di torture e uccisioni nei campi di lavoro, su un totale di 2.383 casi di morte derivanti dalla prigionia. L'utilizzo di molteplici metodi di tortura contribuisce al 34% dei casi di morte nei campi di lavoro.

Di seguito il racconto personale della signora Cai.

Il mio nome è Cai Guoxian. Ho 52 anni e vivo nella contea di Changling, nella città di Songyuan. Nel luglio 2011 sono stata arrestata per aver distribuito copie del settimanle Minghui e DVD di Shen Yun al matrimonio di un parente.

Sono stata imprigionata per due settimane presso il centro di detenzione della contea di Changling, prima di essere portata al campo di lavoro forzato femminile di Jilin il 17 luglio 2011. Lì sono stata detenuta per un anno e sette mesi.

Ho passato i primi e più miserabili 12 mesi nella divisione n° 2, fino a quando è stata sciolta il 24 luglio 2012, dopodiché sono stata trasferita nella divisione n° 3. Poiché mi sono rifiutata di rinunciare alla mia fede, sono stata rinchiusa in una piccola cella, dove ho sofferto torture da parte della «squadra d’aiuto», una squadra specializzata nel lavaggio del cervello e nelle torture ai praticanti del Falun Gong.

Luglio–Ottobre 2012: Una serie di torture per mesi

Il capo della divisione Liu Ying mi ha minacciata dicendo: «Abbiamo 108 metodi di tortura ! Pensi che uscirai viva di qui?»

Le guardie hanno costretto i praticanti a guardare i DVD che diffamavano la Dafa e il nostro Maestro. Inoltre i «Baojia», (si riferisce ai detenuti criminali assegnati dalle guardie per monitorare i praticanti del Falun Gong ), ci hanno costretto a leggere libri diffamatori contro la Dafa. Una guardia, il cui cognome è Ni, mi ha trascinata davanti al televisore e ha iniziato a colpirmi.

La guardia Ye Jiong in un primo momento mi ha picchiata con le mani, poi ha iniziato a prendermi violentemente a calci. Le ho detto che mi stava perseguitando. Ha risposto: «E allora? Ho uno stipendio mensile di oltre 4000 yuan (circa 500 euro) per perseguitarti!»

La guardia Wang Lei mi ha costretta a scrivere «i rapporti di pensiero» e ogni volta ho scritto: «La Falun Dafa è buona. Il Maestro è buono».

Ye Jiong e Liu Ying erano furiose quando hanno letto i miei rapporti. Ye Jiong mi ha schiaffeggiata ripetutamente, mentre Liu Ying mi ha presa a calci e pugni. Vedendo che non potevo essere «trasformata», mi hanno costretta a stare in piedi senza muovermi per 17 ore ogni giorno, anche durante i pasti.

Per costringermi a scrivere le «cinque dichiarazioni» ( simili alle tre dichiarazioni (*) ), mi hanno colpita prendendomi a calci e dandomi pugni sulla testa. Mi hanno anche dato la scossa con bastoni elettrici fino a quando per loro era quasi ora di andare a casa.

Ogni giorno, dopo pranzo, Ye Jiong veniva a sostituire le due « Baojia». Si è assicurata che io fossi ferma, dritta in piedi e mi ha costretta a guardare i video che diffamano il Falun Gong. Per tutto la durata dei video, nel mio cuore ho continuato a recitare: «La Falun Dafa è buona». La sera, mentre tutti gli altri dormivano, mi hanno portata in un'altra stanza e costretta a stare in piedi fino alle 23:00.

Questa tortura si è prolungata per oltre 20 giorni fino a quando i miei piedi e le mie gambe sono diventate così gonfie e doloranti che non riuscivo a camminare. La guardia Wang Lei poi mi ha costretta a sedermi su un piccolo vaso di fiori di plastica per 17 ore ogni giorno, senza muovermi.

Questa forma di tortura è continuata per oltre 20 giorni. Intorno al 10 settembre, Wang Lei mi ha chiamata in ufficio, dove Liu Ying e Ye Jiong mi hanno colpita con bastoni elettrici, mentre mi davano pugni, calci e schiaffi in faccia. Liu Ying ha afferrato i miei capelli strappandomi una ciocca.

Ricostruzione della tortura: Scosse con bastoni elettrici

Dopo la pausa di mezzogiorno, quando le guardie sono tornate in servizio, sono stata chiamata di nuovo in ufficio e sono stata colpita con bastoni elettrici fino a che non era il momento per loro di tornare a casa.

Ye Jiong mi ha costretta a stare in piedi con la faccia rivolta verso il muro. Ha continuato a dirmi: «Spostati in avanti...» e ha preso a calci le mie gambe quando i miei piedi hanno quasi toccato il muro. Ha prolungato il mio mandato di altri cinque giorni.

Sono stata costretta a stare in questa posizione per più di dieci giorni. Durante il lavoro ero obbligata a stare in piedi, mentre gli altri erano autorizzati a sedersi, ma ho dovuto comunque svolgere lo stesso carico di lavoro. Abbiamo fatto tutti i tipi di sacchetti e contenitori per alimenti. Sono stata costretta a stare in piedi e a lavorare fino alle 11:00, con le due «Baojia» che mi controllavano.

Per 67 giorni, dal 24 luglio al 30 settembre, sono stata spesso picchiata, presa a pugni, calci e colpita con bastoni elettrici. Per giorni sono stata costretta a stare in piedi per 17 ore e mezzo al giorno, dalle 5:30 alle 23:00, o seduta su un piccolo vaso di fiori di plastica, oppure stando in piedi con la faccia al muro o lavorare per 17 ore e mezzo al giorno.

18 ottobre 2012: quasi 12 ore di «tortura dello stiramento»

Dopo la prima colazione il 18 ottobre 2012, Ye Jiong e le altre mi hanno legato i polsi e le caviglie ai quattro estremi di un letto a castello.

Riproduzione della tortura: Stiramento

Sentivo un dolore così straziante che ho gridato a gran voce. Mi hanno chiuso la bocca con un tovagliolo e sigillata con del nastro adesivo. Ripetutamente mi hanno imbavagliata con pezzi di stoffa.

Prima della fine del loro turno, la guardia Jia si è avvicinata e con un bastone elettrico ha colpito la pianta dei miei piedi, imponendomi di scrivere le «cinque dichiarazioni». Liu Ying si è seduta sul mio addome un gran numero di volte mentre il mio corpo era appeso in aria per impedirmi di urlare per l’agonia. Le guardie hanno finito il turno alle 15.00, mentre Liu Ying ha continuato ripetutamente a sedersi sul mio addome, fino alle 20:00.

Sono stata torturata per quasi 12 ore, dalle 8.00 alle 20.00 e non riuscivo più a sopportare il dolore. Mi hanno slegata dopo aver registrato il mio accordo verbale con il quale acconsentivo a scrivere le «dichiarazioni». Liu Ying e Ye Jiong, insieme ad altre due «aiutanti» – assunte per 200 yuan (circa 25 euro) al giorno – mi hanno aiutata a scendere dal letto e a sedermi di fronte ad un tavolo vicino alla finestra. Ho scritto quello che Ye Jiong, seduta di fronte a me, mi imponeva di scrivere, frase per frase, ed erano tutte bugie.

Dopo la tortura, i miei piedi e le mie mani erano nere e blu, oltre ad essere molto gonfi. Sudore e lacrime coprivano la mia faccia e i miei capelli erano bagnati fradici di sudore.

Da ottobre 2012 a febbraio 2013 il lavaggio del cervello continua

Il giorno dopo mi hanno messa in un'altra stanza, dove le due aiutanti assunte hanno cercato di «educarmi», mentre Liu Ying, Wang Lei, Ye Jiong, le due «Baojia» e altre, mi hanno minacciata: «Se non ci ascolti con attenzione, ti appendiamo di nuovo al letto!»

Liu Ying e Ye Jiong, vedendo che ero un po' lenta, hanno iniziato a prendermi a pugni,calci e schiaffi in faccia. Mi hanno costretta ad ascoltare e ripetere le bugie raccontate dalle aiutanti.

Hanno anche trasmesso video diffamatori, mentre le due aiutanti ripetevano cose terribili sul Falun Gong. Ho detto: «I praticanti non hanno fatto nulla di sbagliato. I tuoi rapporti distorcono i fatti. Noi non stiamo violando alcuna legge esercitando la nostra libertà di parola, dicendo alla gente la verità». Liu Ying e Ye Jiong si sono precipitate verso di me e hanno iniziato a prendermi a pugni e calci, mentre Wang Lei mi ha ripetutamente schiaffeggiata.

Finito il lavoro per le guardie, anche le aiutanti sono andate a mangiare al piano di sotto. Ho pensato a come scrivere una dichiarazione solenne per negare ciò che avevo scritto sotto tortura. Avevo appena iniziato quando è arrivata un’ aiutante e mi ha afferrata. L’altra aiutante mi ha gridato: «Cosa stai facendo?» Le ho risposto con calma: «Voglio scrivere un diario per registrare quello che è successo il 18».

Le guardie, quando sono tornate il giorno dopo, sembravano meno aggressive. Le due aiutanti, sapendo che non mi potevano «trasformare» poiché non credevo alle cose che dicevano, hanno smesso di rimproverarmi e sono andate via il pomeriggio del 23 ottobre.

La sera del 24 dicembre, la guardia Jia mi ha chiamata nel corridoio e mi ha avvertita: «il personale dell’Ufficio 610 (*) arriverà domani per l'ispezione. Faresti meglio a collaborare. In caso contrario, otterrai una proroga e non sarai in grado di lasciare questo posto. Non vuoi andare a casa presto?»
Durante l'ispezione due persone sono entrate nella stanza. Uno mi ha chiesto: «Il Falun Gong è una setta?» Ho risposto con fermezza: «No».

La mattina dopo, la guardia Jia è venuta nella mia stanza, mi ha schiaffeggiata con violenza un paio di volte ed ha verbalmente abusato di me. Durante un altro controllo effettuato verso la fine del gennaio 2013 ho detto: «La Falun Dafa è buona». Secondo loro, ho fallito il test nel modo peggiore.

Ogni detenuto al campo di lavoro ha dovuto indossare un distintivo, con indicati il nome e le date di arrivo e di rilascio. I distintivi sono di tre colori: rosso, giallo e verde. Quelli rossi sono stati indossati da coloro che non si sono dichiarati colpevoli e quindi senza alcuna riduzione di pena. Quelli gialli e verdi sono stati indossati da coloro che si sono dichiarati colpevoli; quelli verdi però indicano una riduzione di pena in più rispetto a quelli gialli.

Ho indossato un distintivo rosso per un anno e mezzo durante gli anni trascorsi nel campo di lavoro forzato, oltre ai 40 giorni di proroga.

Ultima minaccia nel giorno del rilascio

Dopo il rilascio, i detenuti comuni vengono accompagnati fuori dal cancello per incontrare i loro familiari. Tuttavia la maggior parte dei praticanti del Falun Gong vengono prelevati dai poliziotti dell’Ufficio 610 e dai poliziotti locali in modo da essere ulteriormente perseguitati.

Il giorno del mio rilascio, le guardie hanno chiesto alla polizia del mio paese di venirmi a prendere. Liu Ying ha anche chiesto di venirmi a prelevare direttamente nella mia camera e ha ordinato a tutte le detenute della terza divisione di allinearsi lungo il corridoio.

Ha precisato: «Cai Guoxian è stata rilasciata oggi, sarà prelevata dalle persone del consiglio locale e dalla stazione di polizia locale...». Sapevo che lei diceva questo per minacciarmi e per mettere in guardia e minacciare le altre.

Nonostante l'accordo fatto nel campo di lavoro, quelli che sono venuti a prendermi alla fine mi hanno permesso di tornare a casa.

(*)GLOSSARIO

Versione inglese

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