Guizhou: Torture inumane di praticanti nel campo di lavoro forzato di Zhongba.

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Il sig. Peng Yiliu, un residente della contea di Pan, provincia di Guizhou, è stato perseguitato nel campo di lavoro forzato di Zhongba dalle mani della guardia di polizia Xu Fayuan. Il 31 maggio, 2005, dopo che il sig. Peng scrisse una dichiarazione per continuare a praticare il Falun Gong, è stato legato in su con una corda ed il giorno dopo, è stato mandato in una "stanza delle conquiste". È stato torturato fino alla mattina del 2 giugno, quando gli altri detenuti del campo si sono messi in fila per il controllo dell’elenco. Le sue grida sono state sentite durante l’appello dello squadrone. Per provare a fermare le guardie, tutti i praticanti del Falun Gong hanno urlato allo stesso tempo, ad esempio, "non picchiate la gente." I praticanti nel secondo squadrone riuscirono ad irrompere nella "stanza conquista" ed hanno salvato il sig. Peng. In seguito, venne rimesso nella stessa stanza, picchiato e torturato. La sua testa è stata danneggiata gravemente ed aveva una ferita lunga 8 cm, che sanguinava abbondantemente. Più tardi venne portato alla guarnigione, dove la persecuzione è continuata per circa cinquanta giorni.

Il sig. Tian Zongfu scrisse una dichiarazione per continuare a praticare il Falun Gong, che fu accettata da Huang Gan, capo del terzo squadrone. La dichiarazione è stata girata al capitano delegato della brigata, Xu Fayuan ed il 24 dicembre 2003, il sig. Tian è stato trasferito al secondo squadrone per essere perseguitato. Xu Fayuan mise il sig. Tian nella "stanza della conquista" ed ha istigato il detenuto tossicomane Chen Binbin e Wang Jian affinché lo torturassero. I due non hanno permesso che il sig. Tian usasse il bagno. Quando Tian non poteva alzarsi ed urinava nei pantaloni e sul pavimento, lo forzavano a togliersi i pantaloni e passarli sul pavimento. Inoltre gli hanno fatto utilizzare la sua coperta per fare le pulizie. Più avanti, costrinsero il sig. Tian a stare accovacciato per lungo tempo nella stessa posizione. Poiché resisteva alla tortura, gli interni lo hanno spinto sul pavimento e gli hanno calpestato le punte dei piedi e le piante dei piedi con stivali pesanti. Alcuni carcerati gli hanno dato pugni e calci in tutto il corpo, hanno picchiato con forza sulle ferite e colpito i suoi piedi con sandali di plastica causandogli ferite, bruciature e gonfiore ai piedi e vesciche alle dita.

Il sig. Tian rifiutò ancora di cooperare con loro. I carcerati hanno legato i suoi capelli alla finestra, impedendogli di alzarsi in piedi o di accovacciarsi, e hanno perforato l’ombelico e le dita con un ago causando la fuoriuscita di pus e la distorsione del dito anulare. Gli aghi d'acciaio sono stati usati per perforargli anche la schiena e le gambe, e anche l’arteria principale della gamba. Il sangue è fuoriuscito impregnando i pantaloni indossati dal sig. Tian.

Per mezzo di un grande gancio metallico, gli interni hanno picchiato la sua testa fino a farla sanguinare. Le altre torture a cui è stato sottoposto erano ancor più atroci. Hanno picchiato il suo torace e le costole, causandogli grossi problemi di respirazione e lo svenimento. Gli gettarono acqua fredda sulla sua faccia per farlo rinvenire. Malgrado tutto, il sig. Tian non ha cooperato con loro ed ha sempre rifiutato di smettere di praticare il Falun Gong. La tortura è continuata fino alle 3 del pomeriggio del giorno seguente.

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