Sichuan: Persecuzione subita dalla famiglia della praticante della Falun Dafa sig.ra Liu Shunqin.

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La signora Liu Shunqin del paese di Jianyang, nella provincia di Sichuan, è una praticante della Falun Dafa, grazie alla pratica aveva migliorato la sua salute e rinforzato il corpo. A causa di ciò i pubblici ufficiali del locale Partito Comunista Cinese perquisirono e danneggiarono la sua casa, fu “condannata illegalmente” due volte ai lavori forzati e alla prigione. Il marito morì a causa della persecuzione. La signora Liu Shunqin è ancora imprigionata nel carcere femminile della provincia di Sichuan, nel quartiere Yangma della città di Jianyang, e sta subendo una brutale persecuzione. Quelli che seguono sono alcuni dettagli.

La signora Liu, di 57 anni, vive nella zona Xinsheng del quartiere di Dongxi, città di Jianyang, questa città appartiene alla regione Xinhepian, provincia di Sichuan. Lei è una persona gentile, sempre disposta ad aiutare gli altri. Prima di iniziare a coltivare la Dafa era già conosciuta per la sua abilità nel dirigere la famiglia e l’azienda agricola. Tuttavia, a causa degli anni di lavoro stressante, soffriva di alcune malattie, e ciò aveva causato gravi inconvenienti alla sua famiglia. In seguito venne a conoscenza del Falun Gong e, credendo in verità-compassione-tolleranza, potè migliorare la salute e la robustezza del suo corpo, senza spendere niente. Dopo aver iniziato a praticare tutti gli strani malesseri furono curati senza alcun trattamento. A causa di ciò molte persone del suo paese iniziarono a praticare il Falun Gong.

Dopo il 20 Luglio 1999, a dispetto del fatto che il Falun Gong avesse un effetto benefico per i praticanti, il Partito Comunista Cinese attaccò pubblicamente e diffamò il Falun Gong. Alcuni ufficiali locali seguirono ciecamente gli ordini dei loro superiori per il loro interesse personale. Non distinguevano il bene dal male e arrestavano e picchiavano arbitrariamente chi credeva in verità-compassione-tolleranza. Perquisivano e distruggevano, a loro capriccio, le case dei praticanti e partecipavano alla persecuzione. Causarono la morte di alcuni praticanti e distrussero le loro famiglie. Le aziende agricole furono lasciate incustodite e le case vuote. La signora Liu Shunqin fu una di quei praticanti.

Nel 2001, una gang del quartiere di Dongxi chiamò nel villaggio alcune macchine di poliziotti dal Dipartimento di Polizia della Città di Jianyang. Arrestarono alcune contadine che praticavano il Falun Gong e portarono sette o otto di loro in un centro di detenzione. Durante gli interrogatori i poliziotti chiedevano chi fosse il loro assistente responsabile e non le rilasciavano fino a che non avevano risposto. Era un periodo di lavoro intenso per i contadini e non potevano permettersi di lasciare da soli i vecchi ed i giovani a casa e nemmeno di pagare i costi della permanenza in prigione. La signora Liù pensò quindi di accettare la responsabilità di questo incarico e di cooperare, dato che la sua famiglia era la meno numerosa e la meno in difficoltà; grazie a lei gli altri praticanti furono rilasciati in breve tempo. La signora Liù, a causa di ciò, fu mandata al Campo di Lavoro Forzato di Nanmusi, nella città di Zizhong.

Il marito della signora Liù, Chen Juwen, anche lui praticante, era un insegnate in pensione della Scuola Elementare di Xinhe. Dopo che il PCC iniziò la persecuzione gli fu negata la pensione. Non era in grado di lavorare nell’azienda agricola ed aveva difficoltà a guadagnarsi da vivere. Nel dicembre del 2001, alcuni ufficiali della polizia lo ingannarono, portandolo in un centro di detenzione “per fare una chiacchierata”. Il signor Chen Juwen e altri praticanti furono detenuti senza ragione per 80 giorni, prima di essere rilasciati.

Dopo essere stato rilasciato non riusciva a sbarcare il lunario perché sua moglie, esperta del lavoro in fattoria, era detenuta in un campo di lavoro. Doveva quindi recarsi presso le case dei parenti per chiedere il loro aiuto. L’ufficiale di polizia del paese accusò il signor Chen affermando che egli stava instaurando stretti legami con l’estero, minacciando di arrestarlo e imprigionarlo. Per evitare ulteriori persecuzioni il signor Chen decise di andare in esilio. Doveva vivere all’aperto soffrendo per i morsi degli insetti, che lasciavano segni rossi su tutto il suo corpo. Infine si ammalò e, non avendo fondi per potersi curare, morì.

Nel frattempo la signora Liu Shunqin fu rilasciata e ritornò a casa, il marito era ormai morto da tempo. La sua salute iniziò gradualmente a peggiorare a causa dei lunghi lavori forzati e dei traumi dovuti alla persecuzione, così come per il dolore per la morte di suo marito. Era da sola ma ricominciò a lavorare in fattoria e riparò la sua casa. La signora Liu recuperò gradualmente la salute attraverso lo studio costante degli insegnamenti e la pratica degli esercizi della Falun Dafa.

Alcune persone, nel dicembre del 2003, la denunciarono alle autorità perché continuava a praticare il Falun Gong. I responsabili furono: il segretario locale del PCC Huang DaoX, il capo del paese Peng Yunpiao, il personale di sicurezza Wu Bihua, e il capo dell’associazione delle donne Fu Hongxia. Gli agenti provenienti dal Dipartimento di Polizia di Ziyang , dal Dipartimento di Polizia di Jianyang, e dall’ Ufficio di sicurezza generale della città di Dongxi, condotti dal capo Yang Congxin e da altri, arrivarono con alcune auto della polizia e irruppero in casa sua. Distrussero e saccheggiarono la casa , trascinarono la signora Liu in un’autovettura. Fu condannata a tre anni e mezzo di prigione. La signora Liu Shunqin è tutt'ora detenuta nella Prigione Femminile della provincia di Sichuan, nel quartiere di Yangma della città di Jianyang.

In questo modo una buona famiglia è stata distrutta: il marito è morto, la casa è vuota, e la terra abbandonata, tutto a causa della persecuzione inumana e senza ragione del PCC.

Versione cinese: http://www.minghui.org/mh/articles/2006/7/9/132522.html

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Here is the article in English language:
http://en.clearharmony.net/articles/a34888-article.html

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