Cooperare Incondizionatamente

Condivisione presentata alla Conferenza Europea della Fa di Berlino 2008
 
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Saluti Maestro! Saluti amici praticanti! Sono onorata di essere qui a condividere con voi!

Questa primavera, il Gala è approdato in Europa con molti spettacoli. Molti di noi sono stati coinvolti, molti di noi hanno partecipato e naturalmente si sono aspettati dei buoni risultati. Eppure il risultato in molte città è stato lontano dall’essere buono. Com’è potuto accadere a noi? Cos’abbiamo compreso? Dove sono andati tutti i nostri sforzi? Tutte le lezioni che avremmo dovuto imparare da tutto ciò, non posso dire di comprenderle completamente dal cuore.

Il Tour 2009 è di fronte a noi e questa volta, ad ognuno di noi, è stato chiesto di fare in modo di cooperare incondizionatamente... . Solo allora potremmo essere capaci di chiedere al DPA di venire nei nostri paesi. Questa volta, i criteri sono la maturità raggiunta in tutti gli aspetti della nostra coltivazione.

Essendo uno dei coordinatori principali in Svezia vorrei condividere, dalla prospettiva dei coordinatori, le lezioni che ho appreso e le lezioni che devo ancora superare.

Per mio padre, scegliere i nomi era una cosa molto seria, al punto che per tutti i suoi figli li scelse con molta attenzione. I nomi coreani, come quelli cinesi, hanno significati interiori profondi ed il mio è una combinazione di fratellanza e gentilezza. Da bambina sentivo che la mia personalità era molto simile al mio nome, perché mi prendevo cura delle persone ed ero gentile. Persino prima dei dieci anni, amavo ascoltare storie di coltivazione e storie che contenessero lezioni morali. Forse sono stata influenzata da questi detti degli antichi.

Alla scuola superiore, sono stata indicata come la più amichevole e popolare, sono stata votata dal consiglio degli studenti e gli amici non mi mancavano. E tutta l’attenzione che ricevevo non mi sorprendeva per nulla.

Come una giovane donna, nella vita volevo andare a casa ma, non sapevo dove o cosa fosse la casa a cui pensavo. Pensavo di essere nata con la missione di salvare le persone, ma non potevo dirlo a nessuno. Ho iniziato a lavorare nel sociale, pensando che volesse dire salvare le persone. Sapevo anche che dovevo trovare il mio Maestro, senza di lui non sarei potuta andare a casa ma, il tempo passava e gli anni se ne sono andati.

Poi, nel 1995 il Maestro è venuto in Svezia. Naturalmente ero veramente felice. Ma la coltivazione non è una faccenda semplice. All’inizio, nemmeno comprendevo il processo base della coltivazione. Ho iniziato ad avere prove riguardanti la xinxing, con altri praticanti, fin dall’inizio ma, non lo comprendevo affatto. Invece, ho iniziato a frequentare sempre meno il gruppo di pratica e ad evitarli completamente. Naturalmente, guardavo solo al di fuori di me e pensavo male degli altri praticanti. Non potevo passare una delle prime prove della mia coltivazione e neppure lo sapevo.

Ma ovviamente, il Maestro si prende cura di noi. Il primo gradino nella mia coltivazione avvenne tre anni dopo a New York nel 1998. Ero alla mia prima Conferenza di condivisione e non capivo il proposito della Conferenza, ne perché dovessi ascoltare le condivisioni di tutti i praticanti. Ero annoiata e volevo soltanto vedere il Maestro. Sedevo là rassegnata mentre la Conferenza si avvicinava alla fine. Improvvisamente notai che il mio corpo era avvolto da un piacevole calore che ruotava delicatamente. In quell’istante compresi che ero una persona molto arrogante, che non pensava di poter imparare dagli altri. Quello era il motivo per cui là ero annoiata, e non volevo ascoltare le condivisioni degli altri. Mi scioccò perché, avevo sempre pensato di essere una persona gentile ed umile. Così, dovevo rimettere in discussione l’intera percezione di me stessa, che avevo avuto per tutta la vita.

La seconda comprensione venne lo stesso giorno, appena dopo la Conferenza. Ognuno rimaneva là. C’erano così tanti praticanti e tutti parlavano tra loro entusiasti e felici. Mi sedetti da sola, tra loro ma, non con loro. Non sentivo di essere una di loro. Poi improvvisamente compresi da dove veniva la mia arroganza. Era arrivata nella mia vita quando ero adolescente, ero sola e studiavo in collegio, in nuovi paesi, in nuove situazioni, e crescevo senza guida e senza attenzioni. Fondamentalmente, da allora sono cresciuta in modo sregolato, basandomi solo sui miei giudizi. Non stupisce che avessi difficoltà a fidarmi degli altri.

Quella sera, un piccolo gruppo di praticanti europei ebbe la fortuna di incontrare il Maestro di Persona. Sono stata seduta là e non ho potuto smettere di piangere per molto tempo. Sentivo di aver fallito come praticante. Com’era possibile che non potessi capire nulla? Ero veramente delusa da me stessa. Ma dopo un pò guardai il Maestro e vidi che il Maestro mi guardava. Allora sperimentai una sensazione più forte. Compassione! Pensai di aver sentito il Maestro dire nel mio orecchio interiore, riferendosi solo a me: “Provo compassione per te! Perché non ce l’hai per te stessa?”. “Cosa?”. Pensai. “Posso perdonare me stessa?”.

Questo fu il mio primo autentico passo sul sentiero della coltivazione. Da allora, ho ancora incontrato più volte, il mio se arrogante, ho compreso la sua causa e l’ho perdonato, lasciandolo andare con compassione. Quando vedo alcuni coordinatori con i miei stessi attaccamenti, cerco di capire e di ricordare che loro come me sono coltivatori della Dafa e non dovrei mai giudicarli in modo troppo duro, per nessuna ragione. Il Maestro non guarda i nostri attaccamenti, ma solo il nostro cuore ed il nostro desiderio di salvare esseri senzienti.

Lo scorso autunno, quando abbiamo iniziato a lavorare alla coordinazione per il Gala in Svezia, un incidente mi ha presentato una prova di xinxing più forte delle altre. Non conoscevo così bene alcuni dei praticanti nella nostra squadra. Non avevo mai fatto lo sforzo di conoscere un certo praticante, anche se aveva iniziato a praticare molto prima che la persecuzione iniziasse. Avevo anche alcune nozioni su di lui. Ma ora dovevamo lavorare insieme. Non molto dopo aver iniziato a lavorare, abbiamo avuto dei contrasti su alcune questioni su cui ero abbastanza sicura di avere ragione. Abbiamo avuto molti incontri su una questione e, per come la vedevo io, anche altri coordinatori erano d’accordo con me, pensavo che tutti noi fossimo d’accordo su questo.

Ma poche settimane dopo, ho scoperto che la questione non andava come avevamo deciso. Ho preso questo come un affronto personale e gli ho scritto una e-mail infuriata, in cui dicevo quanto fossi scontenta di lui e che, da quel momento in poi, non avrei potuto fidarmi. Ricevetti in risposta una e-mail abbastanza lunga che mi indicava le mie mancanze, per come le vedeva lui. Questo mi ha fatto arrabbiare ancora di più, così ho iniziato a scrivere una e-mail di risposta. Naturalmente le mie intenzioni erano molto umane. Ma, negli anni ho imparato che, quando entrano in gioco le emozioni, non devo rispondere alle e-mail. Molte volte, mi sono pentita per non essere stata capace di aspettare e di lasciare che le mie emozioni si calmassero. Così quel giorno non ho spedito la mia e-mail.

Il giorno successivo, ho guardato la mia e-mail con minore rabbia, naturalmente non potevo spedirla così come era, dunque ho iniziato a riscriverla. L’ho riscritta per un pò di giorni ma, con il passare del tempo, mi sono chiesta: “La mia e-mail ci avrebbe aiutati a cooperare o sarebbe servita solo a giustificare me stessa? Avevo pensato a quella cosa dal suo punto di vista? Alla fine ho scritto una e-mail molto breve. Lo ringraziavo per i suoi sforzi; anche se la mia e-mail non lo diceva, veniva dal mio cuore, avevo spedito lui una email piena di speranza e comprensione. In quella prova di xinxing, avevo imparato a vedere il suo cuore per salvare gli esseri senzienti. La nostra prova di xinxing non è finita lì, ma ho imparato veramente ad apprezzare ogni cosa che faceva e sapevo che i suoi sforzi venivano dal suo cuore. A volte scherzo dicendo che mi ha dato la più dolorosa prova di xinxing e che è il mio migliore amico. Forse non comprende che voglio veramente intendere questo.

Dopo questo incidente, ero molto fiduciosa di poter cooperare incondizionatamente con chiunque ed in ogni occasione. Pensavo di aver superato questa prova. Ora so che non possiamo smettere di coltivare. Quest’anno, iniziando di nuovo il lavoro per il Gala, ho incontrato alcune difficili prove di xinxing che coinvolgono alcuni di noi nel gruppo di coordinazione. Questa volta, uno dei coordinatori che mi ha provocato le prove più difficili è una persona che mi è molto vicina. Abbiamo lavorato insieme per così tanto tempo negli anni e ci conosciamo molto bene, ma per causa sua, ho già pianto un pò di volte. Questa volta non è una sensazione di delusione, questa volta mi sento ferita perché, come può fraintendermi proprio lei che mi conosce così bene, ecco le sensazioni che sono in gioco. Naturalmente, tutte queste emozioni che vengono con le prove ed i conflitti della xinxing non possono pesare su di noi, in nessun caso. Possiamo superarli con pensieri retti che abbiamo uno per l’altro. Siamo tutti discepoli della Dafa ed abbiamo tutti lo stesso Maestro. Tutti vogliamo salvare esseri senzienti. Così, credo che la nostra compassione possa solo crescere.

Molti anni fa, di fronte alle Nazioni Unite a Ginevra, più di mille praticanti si sono riuniti per una manifestazione ed hanno praticato gli esercizi; improvvisamente mi sono ricordata una storia di quando ero bambina, la storia di un bue che avevo dimenticato per tutti questi anni. “Parlava di un bue che lavorava nei campi ogni giorno molto coscienziosamente. Una sera dopo il lavoro, mentre il bue riposava, le differenti parti del suo corpo cominciarono a parlare. Parteciparono tutte, la bocca, le orecchie, gli occhi, la pancia, le gambe e persino la coda. La conversazione riguardava chi di loro era più importante. La bocca disse, ‘Senza di me il bue morirebbe di fame’... ma, disse l’occhio, ‘Senza di me il bue come farebbe a trovare il cibo?’. ‘Beh, senza di me il bue non potrebbe andare da nessuna parte’, dissero le gambe... anche la coda voleva la sua parte e disse che senza di lei che scacciava le mosche, sicuramente il bue avrebbe preso qualche infezione. ‘Io sono importante’ dicevano... .‘No, io sono importante’... ‘No, io…’. Discutevano senza fine. La mattina dopo l’occhio si rifiutò di vedere, le gambe di camminare e la bocca di mangiare. Giorno dopo giorno tutte le parti si rifiutavano di cooperare. Il bue divenne sempre più debole, fino ad essere quasi in punto di morte. Una mattina una voce molto debole disse... .‘Dobbiamo cooperare...se non lo facciamo il bue morirà di sicuro. Tutti si dissero d’accordo… ogni parte iniziò a fare il suo lavoro; presto il bue si ristabilì e andò di nuovo a lavorare nei campi”.

Quando mi sono ricordata questa storia, quel giorno ho pensato che un giorno tutti i praticanti della Dafa avrebbero fatto pienamente la loro parte, ed avrebbero suonato la musica più bella, tutti insieme…

Credevo allora e lo credo ancora oggi, che questa storia mi è tornata in mente quel giorno, come un promemoria. Siamo gli esseri che hanno l’onore e la fortuna più grande. Questa volta, abbiamo un’altra opportunità per provare che i praticanti della Dafa possono davvero cooperare incondizionatamente, pensare ed agire come un solo corpo. La parte che ciascuno di noi gioca non è importante fintanto che noi stessi comprendiamo che c’è bisogno di tutti noi.

Miei cari amici praticanti! Facciamolo bene insieme! Facciamo in modo che i voti che abbiamo fatto, di salvarli tutti, siano l’unica preoccupazione dei nostri cuori. La fuori, stanno aspettando noi.

Grazie a tutti per essere qui.
Grazie Maestro.

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