www.opinione.it: La Cina “non ha l’autorità morale per essere superpotenza”

Fonte: L'opinione delle Libertà - Edizione 263 del 5 dicembre 2008
 
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La Cina non ha l’autorità morale per diventare una superpotenza. A ribadirlo è stato ieri il Dalai Lama, nel suo discorso tenuto di fronte all’Europarlamento riunito in sessione plenaria a Bruxelles. Non si è trattato di un discorso anti-cinese. Anzi, dopo la repressione in Tibet nella primavera scorsa, potrebbe anche stupire per la sua moderazione. Secondo il leader spirituale tibetano, infatti, l’Unione Europea deve sviluppare un “dialogo franco” con la Cina, che consenta sia la fiducia sia però anche la possibilità di critiche. “Non si tratta - ha dichiarato - di essere contro la Cina, contro i cinesi o contro il governo cinese. Se si è amici stretti, bisogna esser chiari sugli errori e sui difetti degli amici”. Secondo il Dalai Lama, “la vera armonia e l’unità derivano dalla fiducia e dal rispetto reciproco”. Ed è qui che la Cina non merita il plauso, proprio perché: “Per essere una superpotenza occorre la potenza umana, e loro ce l’hanno, la potenza militare, e ce l’hanno, la potenza economica, e ce l’hanno. Ma vi è un fattore importante che è l’autorità morale, e questa a loro manca”. In effetti, ha proseguito il Dalai Lama, “l’immagine della Repubblica popolare cinese nell’ambito dell’autorità morale è molto, molto cattiva”, a causa del suo “cattivo bilancio in materia di diritti dell’uomo, della libertà religiosa, della libertà d’espressione e della libertà di stampa, vi è troppa censura”.

Secondo il religioso, “le persone ragionevoli in Cina si rendono conto che la Cina deve fare più attenzione a questo ambito per ottenere il rispetto del resto del mondo, e per avere più responsabilità negli affari mondiali”. A questo proposito, torna molto utile una lettura della dichiarazione della Commissione contro la Tortura delle Nazioni Unite, rilasciata il 22 novembre. Pur ottimista sui progressi compiuti dallo Stato-Partito cinese (e già non dovrebbe essere considerato “normale” uno Stato che coincide con un Partito unico di governo), in una decisione legalmente vincolante, il Comitato ha richiesto un’indagine sulla raccolta illecita di organi da praticanti del Falun Gong, l’ultima di una lunga serie di azioni intraprese da scrittori, avvocati, medici e rappresentanti di governo per ricercare e condannare tali abusi. Dalle altre richieste formulate dalla Commissione, con tutto il tatto diplomatico possibile, si deduce che in Cina si pratica ancora la tortura psichiatrica per i dissidenti, i prigionieri sono costretti a rieducazione e lavori forzati, gli avvocati sono troppo spesso arrestati e non si sa nulla del maltrattamento (e delle morti “accidentali”) nelle carceri. Tutte caratteristiche che fanno della Repubblica Popolare Cinese un regime totalitario, ben diverso dalla vetrina di apertura alla modernità che ha mostrato alle Olimpiadi.

Come era prevedibile, Pechino non ha reagito bene alla visita del Dalai Lama in Europa. Il vertice Cina-Ue che era previsto per il primo dicembre è già stato annullato. Sabato prossimo il leader spirituale tibetano sarà ospite a Danzica (su iniziativa dell’ex presidente Lech Walesa) per un incontro dei premi Nobel per la Pace, occasione in cui dovrebbe incontrare anche il presidente di turno dell’Ue Nicolas Sarkozy. Il commento di ieri del Ministero degli Esteri di Pechino è tanto telegrafico quanto minaccioso: “L’insistenza del leader francese sull’incontro con il Dalai Lama ha provocato una forte insoddisfazione tra i cinesi. Speriamo che la parte francese presti attenzione alla voce del popolo cinese”.

Fonte: http://www.opinione.it/pages.php?dir=naz&act=art&edi=263&id_art=9990&aa=2008

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