Veglie in Ogni Parte del Mondo Segnano Dieci Anni di Persecuzione, Mentre Torture e Arresti Continuano in Cina

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Il 20 luglio 2009, sono stati dieci anni da quando l’allora capo del Partito Comunista Cinese (PCC), Jiang Zemin, lanciò una violenta campagna per “sradicare” la disciplina spirituale del Falun Gong, praticata a quel tempo da decine di milioni di ordinari cittadini cinesi. Da allora il PCC ha profuso grandi sforzi, usando la forza coercitiva, gli arresti, le torture e la diffamazione sistematica, per forzare chiunque fosse considerato un praticante del Falun Gong ad abiurare i principi basilari di ciò in cui credeva.

I praticanti del Falun Gong al di fuori della Cina hanno commemorato il decimo anno di persecuzione con una serie di marce, veglie a lume di candela e manifestazioni.

Davanti ai consolati cinesi in tutto il mondo, decine di migliaia di praticanti del Falun Gong e loro sostenitori hanno tenuto varie dimostrazioni il 20 luglio o nei giorni vicini. Da Brisbane a Londra, ci sono state marce nei fine settimana e manifestazioni per chiedere la fine della repressione ancora in corso in Cina e per ricordare coloro che hanno perso la vita durante la persecuzione.

“Questo anniversario è un momento di commemorazione per milioni di persone le cui vite sono state cambiate per sempre da questa violenta campagna”, ha detto Levi Browde, direttore esecutivo del Falun Dafa Information Center. “È anche un momento di speranza. Dieci anni dopo che il PCC cercò di distruggere il Falun Gong ‘in tre mesi’, innumerevoli cittadini cinesi continuano a trovare pace e appagamento spirituale tramite la pratica e sempre più persone si stanno facendo avanti per avere questo diritto.”

La città di Washington DC ha ospitato ancora una volta gli eventi commemorativi più grandi, tra i quali una manifestazione il 16 luglio sul West Lane del Capitol Building, dove membri del Congresso USA, assieme ad altri personaggi importanti hanno chiesto la fine della persecuzione in Cina. Nella sera del 17 luglio si è tenuta una veglia a lume di candela, seguita da un concerto nel pomeriggio del 19 luglio per chiedere libertà in Cina, davanti a una folla stimata in 5.000 persone.

Quest’anno, tra gli eventi in programma a Washington DC, c’è stata la campagna intitolata “Un Milione di Minuti di Meditazione”, che ha chiesto a tutti gli individui, di qualsiasi fede e credo, di esprimere il proprio sostegno e solidarietà al Falun Gong, donando il proprio tempo di meditazione. www.MillionMinutesofMeditation.org

La Persecuzione Continua in Cina

In Cina l’anniversario dell’inizio della violenta campagna contro il Falun Gong è stata caratterizzata da un aumento nei controlli di sicurezza e da continue notizie di arresti, torture e condanne arbitrarie. Siti Internet ufficiali hanno evidenziato, a partire dal 27 maggio 2009, le attività delle sezioni locali dell’Ufficio 610 contro i praticanti del Falun Gong, con l’avvicinarsi del 20 luglio. Un articolo presente nel sito internet ufficiale della città di Qidong, provincia di Jiangsu, dichiarava che l’Ufficio 610 della città deve rafforzare e consolidare i suoi sforzi contro il Falun Gong (link / cache / page 1 capture; page 2 capture)

Tali sforzi portano spesso come risultato l’arresto e la tortura di praticanti e, in alcuni casi, alla morte. È stato il caso della signora Sun Min, arrestata assieme al marito, Wu Yang (conosciuto anche come Wu Zhijun) entrambi nativi della Mongolia Centrale, che si erano trasferiti a Pechino. Secondo alcune fonti interne, il 22 aprile 2009 la coppia stava distribuendo dei DVD pro Falun Gong in un centro commerciale del distretto di Fengtai, a Pechino. Sono stati denunciati e portati alla Stazione di Polizia del distretto di Niujie.

Dopo un solo giorno la signora Sun era morta. Un rapporto della polizia, inviato alla famiglia, dichiara che la morte è avvenuta per una caduto, mentre il coroner che ha esaminato il corpo ha detto ai familiari che le ferite sul corpo della signora Sun non possono essere state causate da una caduta. I familiari che hanno visto il suo corpo hanno riferito di lividi sui polsi e sul collo, di ferite sulle sopracciglia e di bruciature. È una dei 3.259 praticanti le cui morti sono state documentate, da quando la persecuzione è iniziata, nel 1999, nonostante il numero esatto delle morti è certamente molto più alto.

Nonostante la continua persecuzione e correndo rischi molto grandi, i praticanti del Falun Gong in Cina persistono nei loro sforzi per informare i loro concittadini sull’innocenza della pratica sulle crudeltà della persecuzione che stanno fronteggiando. Tali sforzi includono produrre e distribuire materiali, scritti e VCD, che documentato gli abusi sui diritti umani; appendere striscioni nelle piazze pubbliche e nei parchi per proclamare la bontà del Falun Gong; promuovere dei programmi informatici per permettere ai cittadini cinesi di superare il blocco di internet, così da permettere a tutti di avere un accesso libero alle informazioni

Fonte: http://www.faluninfo.net/article/892/?cid=84

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