Origini della Persecuzione del Falun Gong in Cina

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(Clearwisdom.net) E’ nostra convinzione che quando la verità sulla persecuzione del Falun Gong in Cina sarà rivelata completamente, la persecuzione terminerà, perché il mondo semplicemente non la potrà più tollerare. Il fatto che i leader comunisti abbiano tentato in ogni modo di nascondere e coprire le loro azioni fin dal 1999 indica che anche loro pensano questo.

A questo proposito, presentiamo una serie di articoli scritti per denunciare in modo più completo e cronologico la persecuzione del Falun Gong in tutte le sue molteplici sfaccettature. Invitiamo i nostri lettori a rivedere con noi durante questi mesi gli articoli che documentano i crimini contro l’umanità commessi dal Partito Comunista Cinese negli undici anni in cui ha perseguitato il Falun Gong.

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“Perché il Falun Gong è perseguitato in Cina?” “Perché il PCC ha messo fuorilegge il Falun Gong?” “Perché il Governo Cinese vede nel Falun Gong una minaccia?” Qui di seguito ci sono alcune risposte. Sebbene vengano presentate come delle spiegazioni distinte, le diverse ragioni sono, naturalmente, in molti modi interconnesse.

In fondo alla pagina, vengono a loro volta brevemente esaminate delle spiegazioni spesso citate ma basate su ragionamenti traballanti:

La spiegazione dei numeri: il Falun Gong era diventato popolare troppo velocemente

Il Falun Gong, che fu insegnato pubblicamente a partire dal 1992, secondo le stime del Governo (fonte), contava più di 70 milioni di aderenti in Cina dopo solo 7 anni. Il Falun Gong era diventato, come descritto da U.S. News and World Report nel 1999, “La più grande libera associazione in Cina, persino più grande del Partito Comunista”, i cui aderenti non superavano i 65 milioni. Il Partito Comunista era spaventato da questa rapida crescita di popolarità e temeva di ritrovarsi in competizione con il Falun Gong.

Un'ulteriore prova che il partito temeva è che la popolarità del Falun Gong proviene dal libro del Falun Gong, in particolare da quando divenne bestseller nel 1996, venne immediatamente proibita la sua pubblicazione.

La spiegazione del controllo: il Falun Gong era cresciuto in modo troppo indipendente per i gusti del Partito

Certi capi del Partito Comunista considerarono una minaccia l'indipendenza del Falun Gong. L'indipendenza del Falun Gong divenne manifesta per la capacità degli aderenti, che potevano trovarsi in ogni regione della Cina ed in ogni strato sociale, di comunicare fra di loro e di organizzare le proprie attività (incluso un grande assembramento per chiedere al governo di porre fine agli abusi). Il partito totalitario, che fino ad oggi ha continuato a controllare direttamente i media, i tribunali, il sistema educativo e le istituzioni religiose, ha visto nell'indipendenza del Falun Gong e nella sua capacità di organizzare le sue attività un precedente pericoloso.

Il fatto che fra i membri del Falun Gong vi fossero molti convinti membri del partito non rassicurava il regime, al contrario alimentava le sue paure di trovarsi in competizione con il Falun Gong.

La spiegazione della distanza ideologica: il Falun Gong promuove una serie di valori differenti da quelli del partito

A dispetto della svolta della Cina negli ultimi decenni verso un'economia di mercato, il Partito Comunista ateo si aggrappa ancora, non solo ad un sistema di governo leninista, ma ancora ufficialmente all'ideologia marxista (anche se pochi dei suoi funzionari ancora ci credono). Questo punto è stato illustrato dalla campagna di Hu Jintao nel 1996 “preservare la natura progressista del PCC” (notizie).

Alcuni capi del partito vedevano il Falun Gong, con il suo credere nell'esistenza di Budda, Tao e divinità, e con la sua convinzione che tutti possano raggiungere un reame divino attraverso il miglioramento personale, in conflitto con l'ideologia del partito.

Questo vale per qualsiasi religione in Cina, dato che è anche vero che tutte le religioni sono state perseguitate in Cina e in molti casi continuano ad esserlo. La differenza sta nel livello di persecuzione, nel numero delle persone coinvolte e nella quantità di sforzi messi dal partito nella persecuzione di ogni gruppo, in particolare in un dato momento.

Xinhua News, il portavoce ufficiale del PCC, nel 1999 riconobbe in gran parte questo fatto. “In realtà, il cosiddetto principio di ‘verità, benevolenza, tolleranza’ predicato da Li Hongzhi [fondatore del Falun Gong],” Xinhua orgogliosamente dichiarava, “non ha nulla a che fare con l'etica socialista e con il progresso culturale che vogliamo raggiungere.”

Ironicamente, Xinhua toccava ciò che per il PCC è un'imbarazzante realtà: Quella del Falun Gong è la pratica di Verità, Compassione e Tolleranza, mentre per più di mezzo secolo il Partito Comunista ha governato attraverso menzogne, arroganza e violenza.

La spiegazione del fattore individuale: la gelosia di Jiang Zemin e manovre opportunistiche hanno giocato un ruolo decisivo

La decisione di Jiang Zemin di lanciare la campagna contro il Falun Gong ricevette un piccolo sostegno non proprio genuino da parte degli altri capi più importanti. L'allora Primo Ministro Zhu Rongji aveva tenuto un approccio conciliatorio verso il Falun Gong, ed alcuni indizi suggeriscono che anche l'attuale leader Hu Jintao non vedeva il Falun Gong come un problema (vedi il report della CNN).

Ma con un pugno di sostenitori, guidato da Luo Gan, Jiang dettò la presa di posizione anti-Falun Gong, presentando il gruppo come la più grande minaccia per il partito ed etichettando il Falun Gong come “culto malvagio” (analisi), creando l' Ufficio 610, ed emanando in tutta fretta una legislazione che retroattivamente ne giustificava la messa al bando (vedi il report dell'Osservatorio sui Diritti Umani).

Perché Jiang si comportò così? Per due ragioni: La prima, per quanto ridicola possa sembrare, come molte prove suggeriscono, è che Jiang in realtà era acutamente geloso della popolarità raggiunta dal Falun Gong e lo vedeva come una diminuzione della sua ambizione di passare alla storia come il terzo leader massimo della RPC (dopo Mao Zedong e Deng Xiaoping).

La seconda, come l'analista Willy Lam e altri hanno suggerito, è che Jiang vide un'opportunità, attaccando il Falun Gong e creando una campagna in stile maoista insieme allo stato di crisi che l'accompagnava, di usare la campagna per “promuovere alleanze a sé stesso” e manovrare per guadagnarci politicamente (vedi il report della CNN).

Sebbene Jiang alla fine del 2002 cominciasse ufficialmente a trasferire il potere a Hu Jintao, i membri della fazione politica di Jiang rimangono anche adesso piazzati in posizioni elevate all'interno del Politburo e degli apparati di sicurezza del partito. Questa gente, come il Vice-Presidente Zeng Qinghong e il capo del Comitato Politico-Legale Luo Gan, è stata in grado di mantenere e persino intensificare la campagna. Notizie occasionali dall'interno della Cina, tuttavia, rivelano per davvero delle tensioni fra la fazione di Jiang e quella di Hu Jintao sulla questione del Falun Gong.

Il PCC lo fa ancora: per sopravvivere, il regime ha ripetutamente messo sotto tiro differenti gruppi

Come illustra il libro Nove Commentari sul Partito Comunista, nel corso dei quasi sei decenni trascorsi al potere, il PCC ha scatenato una campagna dietro l'altra, prendendo di mira vari gruppi. I Nove Commentari spiegano come il partito abbia ripetutamente applicato la regola del 95/5: questa regola dice al popolo cinese che solo un piccolo gruppo di nemici viene preso di mira; il buon 95 percento non ne verrà toccato fintanto che si dissoceranno chiaramente dal “cattivo” 5 percento. Ecco perché il gruppo preso di mira viene velocemente tolto di mezzo. Amici, colleghi, compagni di corso, persino familiari corrono per essere identificati con la maggioranza buona, per paura della persecuzione.

Il trucco sta nel fatto che il 5 percento “cattivo gruppo” costantemente ruota – prima furono le persone benestanti e le loro famiglie, poi le persone con parenti all'estero, quelle con credi religiosi, intellettuali, avvocati democratici, e così via… e ora è il Falun Gong.

Mentre è vero che tali campagne si sono significativamente ridotte dalla morte di Mao Zedong nel 1976, la campagna del partito contro il Falun Gong dal 1999 in avanti – nel suo uso della propaganda, nei processi-spettacolo, nelle sedute di ricondizionamento, e nei campi di lavoro – ci riporta indietro all'epoca maoista.

Nel corso dei decenni, è raro che un cinese non abbia avuto un amico o un parente che non sia stato severamente perseguitato in un momento o in un altro. Mentre portano avanti le loro vite normali, l'intera popolazione quindi vive con una paura di fondo. Il Partito può rapidamente stimolare questa paura ogni qualvolta voglia rafforzare il proprio controllo.

Altre spiegazioni che a volte vengono citate ma sono molto poco convincenti:

La spiegazione della minaccia: il Falun Gong è un pericolo per la società

Per i funzionari cinesi del Ministero degli Esteri, delle ambasciate e dei consolati, come pure per quei giornalisti cinesi e studiosi che seguono pedissequamente la linea del partito, la spiegazione è semplice: Primo, non c'è proprio nessuna persecuzione in corso, tutte le cosiddette “prove” sono solo voci e congetture costruite ad arte da forze ostili e anti-cinesi. Secondo, il Falun Gong è messo fuori legge perché rappresenta una minaccia per la società e qualunque governo razionale farebbe lo stesso.

Il fatto che la Cina Comunista sia in realtà l'unico governo che ha messo fuori legge il Falun Gong, mentre lo stesso viene praticato liberamente in più di 70 paesi non viene mai considerato. Né il partito è mai stato in grado di spiegare come mai in decine di migliaia praticano il Falun Gong a solo 100 miglia di distanza, a Taiwan, senza che il governo o i media di lì si lamentino del suo essere una minaccia. In effetti, nel contesto culturalmente simile di Taiwan, la situazione è piuttosto all'opposto – funzionari di Taiwan elogiano il Falun Gong, gli studenti lo apprendono per avere crediti extra e viene insegnato nelle carceri ai prigionieri come parte del loro programma di riabilitazione (report).

La spiegazione dello shock: Il raduno del 25 Aprile 1999 ha portato alla messa al bando

Alcuni hanno argomentato che il Falun Gong sia stato messo al bando per non aver calcolato i rischi connessi all'aver organizzato un'imponente manifestazione il 25 Aprile 1999 proprio davanti a Zhongnanhai, residenza dei capi del partito.

Non c'è alcun dubbio che il raduno del 25 Aprile (report), che era in realtà diretto all'Ufficio del Consiglio di Stato per gli appelli, non al vicino complesso governativo Zhongnanhai, fu un momento chiave per i successivi sviluppo. In particolare il raduno segnò il punto in cui Jiang Zemin entrò direttamente in scena a condurre la campagna anti-Falun Gong.

Inoltre, al di là del fatto di essere legale secondo la costituzione cinese, il raduno fu una reazione a precedenti forme di persecuzione che già erano accadute. Avvenne tre anni dopo che era stata proibita la pubblicazione dei libri del Falun Gong, dopo due anni di critiche da parte dei media statali e di provocazioni da parte della sicurezza di stato, e fu una risposta immediata all'arresto e alle percosse subite dai suoi aderenti nella vicina Tianjin. Se non ci fosse stata una persecuzione già in atto, perché 10 mila persone si sarebbero dovute riunire per appellarsi al governo di smettere di perseguitarli?

La spiegazione della memoria collettiva: i capi del partito temevano un'altra rivolta religiosa

Secondo questa spiegazione, i capi del partito videro nel Falun Gong delle similitudini con dei movimenti religiosi del passato che sfociarono nella violenza e rovesciarono delle dinastie, come i Turbanti Gialli della dinastia Han, le varie sette del Loto Bianco e le sollevazioni dei Taiping e dei Boxer contro la Dinastia Qing. Il parallelismo, tuttavia, è molto limitato. A differenza di quei gruppi del passato, il Falun Gong non è interessato ad ottenere un potere politico e rifiuta completamente l'uso della violenza.

Anche se qualcuno avesse veramente temuto che il Falun Gong avesse potuto trasformarsi in un movimento violento, fino ad assomigliare a quei ribelli del passato, la risposta del Falun Gong totalmente non violenta alla persecuzione dal primo giorno fino ad oggi avrebbe dovuto dissolvere tali paure.

Per finire, il Falun Gong è arrivato ad opporsi al Partito Comunista solo dopo anni di persecuzione. Le attività del Falun Gong si indirizzano chiaramente a porre fine questa persecuzione di gente innocente. Gli scritti del Sig. Li ( http://www.falundafa.it/it/tuttigliscritti.htm) e le opinioni espresse dagli aderenti del Falun Gong ain Cina e oltreoceano mostrano chiaramente che il Falun Gong non ha alcun interesse a prendere il potere politico in Cina.

Fonte: http://faluninfo.net/print/219/
Versione inglese: http://www.clearwisdom.net/html/articles/2010/7/4/118331.html

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