Mercoledì 23 gennaio 2013 alle ore 16,30 nella Sala Mercede di Palazzo Marini, si è tenuta la proiezione del film “Free China – Il coraggio di credere”, il nuovo film del pluripremiato regista di “Tibet: Al di là della paura”, Michael Perlman.
Co-prodotto da World2Be e da NTD Television, “Free China – Il coraggio di credere” è un documentario che racconta le coraggiose storie di Jennifer Zeng e Charles Lee, perseguitati dal governo cinese per la loro fede nell'antica pratica di meditazione del Falun Gong.
Il film rivela le diffuse violazioni dei diritti umani che ancora oggi accadono in Cina ed esamina le condizioni nelle prigioni di rieducazione cinesi, la brutalità di uno Stato autoritario contro milioni di praticanti del Falun Gong, e l'impegno di persone di coscienza per fermare la persecuzione.
La proiezione è stata presentata da una volontaria di NTD, che ha ringraziato vivamente per l'opportunità concessa da un membro del Parlamento italiano di trasmettere il documentario nella Sala Mercede, e ha poi spiegato e introdotto il film.
Al termine della proiezione c'è stato un collegamento in video-conferenza con Jennifer Zeng, la protagonista del film, e Kean Wong, il produttore.
Una persona tra il pubblico ha chiesto al produttore quanto tempo è stato impiegato per realizzare il film data la molteplicità degli aspetti e la profondità dell'argomento.
Wong ha risposto che tutto ha avuto inizio con l'incontro con Jennifer Zeng 11 anni fa, nel periodo in cui lei aveva finito di scrivere il suo best-seller “Testimonianza: la lotta di una donna cinese per la libertà e il Falun Gong”, di aver conosciuto anche degli amici praticanti di Jennifer e di come lei iniziò a raccontargli la sua coraggiosa storia.
Inizialmente Wong ha riferito che, anche se a quel tempo rimase colpito dalla storia di Jennifer, non aveva compreso pienamente la serietà della questione.
Ma con il passare del tempo la sua coscienza si è risvegliata e ha iniziato a prestare maggiore attenzione all'argomento.
Nel 2005 ha iniziato a lavorare per NTD e nel 2009 ha incontrato il regista Michael Perlman il quale aveva già sentito parlare della persecuzione in Cina.
Così Wong racconta la storia di Jennifer e Charles a Perlman e lo stesso giorno decidono di iniziare a collaborare per la realizzazione del film.
Lo stesso Wong ha detto a Perlman che per poter vedere un Tibet libero in futuro dovrà prima esserci una Cina libera.
La sua uscita pubblica è prevista per il prossimo giugno, con l'aggiunta di una parte che approfondirà l'argomento degli espianti di organi, come riferito da Wong.
É intervenuto un volontario dello staff di Epoch Times, il quale ha sollevato la questione dell’espianto d’organi, di cui si accenna anche nel film.
Il 17 marzo del 2006 Epoch Times ha pubblicato un articolo dove è stata riportata la testimonianza di una donna che, per motivi di sicurezza, ha usato lo pseudonimo di Annie.
La donna ha dichiarato che il suo ex-marito, un medico chirurgo del centro di cura trombosi di medicina integrata cinese e occidentale della provincia di Liaoning, il primo ospedale generale specializzato nella cura del cuore e delle malattie cerebrovascolari in Cina, espiantò le cornee a moltissimi praticanti del Falun Gong ancora vivi, compresi altri organi vitali.
Anche David Kilgour, ex Ministro canadese e Pubblico Ministero, ed ex Segretario di Stato per l'America Latina e Africa, e Segretario di Stato per l'Asia-Pacifico insieme a David Matas, avvocato dei diritti umani, membro dell’Order of Canada e autore di otto libri, hanno condotto indagini approfondite riguardanti il mercato degli espianti di organi in Cina.
Oltre alla pubblicazione di due relazioni, Kilgour e Matas sono autori di Bloody Harvest: The killing of Falun Gong for their organs (Espianti Sanguinari: Rapporto sulle affermazioni di espianti di organi a praticanti del Falun Gong in Cina), un libro del 2009 che contiene prove dettagliate del fatto che decine di migliaia di praticanti del Falun Gong sono stati uccisi dal regime cinese nel processo di espiantare i loro organi con operazioni di trapianti a scopo di lucro.
Nel suo intervento il volontario di ET ha informato il pubblico presente che anche in America, per la prima volta in assoluto, per svelare gli abusi dei trapianti di organi in Cina, il 3 ottobre 2012, 106 membri del Congresso degli Stati Uniti hanno inviato una lettera al Segretario di Stato Hillary Clinton, chiedendo che vengano diffuse le informazioni relative alle violazioni dei trapianti in Cina, di cui il governo degli Stati Uniti è in possesso.
Inoltre è stata anche presentata a novembre una petizione firmata da più di 160.000 persone per richiedere un'indagine indipendente al Comitato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani.
La domanda successiva, posta dalla volontaria di NTD, ha riguardato la risposta della società occidentale all'argomento sulla persecuzione: spesso le persone si chiedono cosa ha a che fare con loro la persecuzione in Cina e perché dovrebbe riguardare anche l'occidente?
La signora Zeng è intervenuta affermando che il mondo, ogni paese, è tutto interconnesso grazie all'attuale tecnologia moderna dunque anche la Cina non è più cosi lontana.
Considerando che è la seconda potenza mondiale e di come abbia influenzato il mondo, prendendo in esame la provenienza delle diverse tipologie di prodotti ci accorgiamo che provengono tutti dalla Cina.
La situazione ora è davvero molto grave.
Zeng afferma che negli anni '50 prima dell'ascesa del PCC, la Cina era completamente diversa mentre ora il degrado e il decadimento morale ad ogni livello influenza anche le scelte del mondo occidentale.
Ecco perché secondo Jennifer, la realtà in Cina ci riguarda molto da vicino.
Wong nel prendere la parola ha aggiunto che la persecuzione di 100 milioni di persone solleva questioni importantissime sui diritti umani, quindi ognuno dovrebbe prendere coscienza per fare un passo avanti per un mondo migliore.
La corruzione morale imperversa nel PCC e dal momento che il mondo è interconnesso la persecuzione arriva anche ai cittadini in America, dove una persona può perdere il lavoro a causa dei legami corrotti con la Cina.
Ha concluso, ringraziando tutti i volontari e le persone che hanno contribuito nella realizzazione di questa proiezione privata, affermando che anche in Cina finalmente le persone iniziano a muoversi, a farsi avanti.
Ognuno può fare qualcosa, ognuno può contribuire semplicemente postando ad esempio Free China sui principali social media.
Jennifer ha confermato quanto riportato da Wong e nel ringraziare i presenti, ha ricordato che ancora oggi un incalcolabile numero di praticanti sta subendo ciò che lei ha raccontato nel film. Ha dunque invitato il pubblico a diffondere le informazioni e le notizie della persecuzione dei praticanti del Falun Gong in Cina, anche attraverso le proiezioni private del film “Free China – Il coraggio di credere”.
Tutti i presenti sono stati molto colpiti dalle immagini del film. Tra i presenti c’era un avvocato per i diritti umani, il quale ha dichiarato di non essere a conoscenza della persecuzione del Falun Gong, tanto meno dell’atrocità dell’espianto d’organi. Ha sostenuto vivamente l’iniziativa sostenendone l’importanza per informare le persone. La questione dell’espianto forzato di organi dai prigionieri di coscienza, in particolar modo dai praticanti del Falun Gong ha scosso profondamente tutti i presenti.
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