Argentina: La corte penale suprema delibera la riapertura del processo contro Jiang Zemin e Luo Gan

Facebook Logo LinkedIn Logo Twitter Logo Email Logo Pinterest Logo

(Minghui.org) Il 17 aprile 2013, la corte suprema argentina ha rimandato il caso al tribunale federale per gli appelli penali, ordinando di riaprire il processo contro i seguenti imputati: l’ex presidente e capo del Partito Comunista, Jang Zemin, e l’ex membro del comitato permanente del Partito, Luo Gan.

I due sono stati accusati di tortura e genocidio nei confronti di praticanti del Falun Gong in Cina. L’accusa, l’Associazione Falun Dafa dell’Argentina (FDAA), si è già appellata due volte al caso che sarà riaperto.

La FDAA spera che la corte argentina confermerà la decisionee si atterrà alla legge emanando un mandato d’arresto internazionale per Jiang e Luo.

Antefatti

Il 13 dicembre 2005, la FDAA aveva archiviato una causa contro Luo Gan, l’allora vice direttore dell’Ufficio 610, mentre visitava l’Argentina. Era stato accusato di usare l’Ufficio 610 per pianificare e diffondere la persecuzione del Falun Gong. Il caso era stato accettato dal giudice Dr. Octavio Aráoz di Lamadrid, della corte penale federale No. 9.

Emesso mandato d’arresto

Nel dicembre 2009, dopo quattro anni di indagini e raccolta di testimonianze di molti praticanti della Falun Dafa, il giudice Lamadrid aveva emesso un mandato internazionale richiedendo all’Interpol di arrestare gli imputati, Jiang e Luo, quando avessero lasciato la Cina, ed estradarli per sottoporli a giudizio in Argentina, per i loro crimini contro l’umanità. Il giudice aveva incluso Jiang nel caso di Luo, dopo aver scoperto che l’ex presidente cinese ha iniziato la persecuzione del Falun Gong.

Giudice costretto a dimettersi dopo l’interferenza del PCC nel processo

L’ambasciata cinese in Argentina aveva inviato una lettera al Ministero degli Esteri argentino, agli ufficiali giudiziari argentini ed a vari Ministri dello Stato, per chiedere «la chiusura di tutti i casi correlati al Falun Gong» subito dopo aver ricevuto notifica dei mandati d’arresto internazionale per Jiang e Luo. Avevano inoltre minacciato che se la causa fosse continuata, ci sarebbero state ripercussioni sulle relazioni bilaterali tra Cina e Argentina.

Poco dopo, il giudice Lamadrid è stato costretto a dimettersi e il governo argentino lo aveva velocemente sostituito con un altro giudice. Il nuovo giudice incaricato, al suo primo giorno, ha revocato il mandato d’arresto internazionale contro Jiang e Luo, chiudendo il caso per mancanza di prove.

L’Associazione Falun Dafa si appella due volte

La FDAA si è appellata al tribunale federale per gli appelli penali, la quale aveva deliberato, nel dicembre 2010, che il caso si applicava al principio di giurisdizione universale, e che le prove sulla persecuzione, fornite dall’accusa, erano sufficienti e quindi essere accettate.

Tuttavia, la corte ha rifiutato il caso basandosi sul principio di “non bis in idem” [se la Corte Penale Internazionale (CPI) avesse accettato il caso, nessun’altro tribunale avrebbe potuto occuparsi dello stesso caso]. In sostanza, il principio afferma che due questioni identiche non possono essere portate avanti indipendentemente contro gli stessi accusati. Poiché un caso simile basato sulle violazioni dei diritti umani contro i sostenitori del Falun Gong era già stato portato in Spagna, la corte degli appelli aveva deliberato l’applicazione di quel principio.

La FDAA, si è appellata alla corte penale suprema argentina, sottolineando che il regime cinese ha fatto enorme pressione politica, forzando il Tribunale No.1 della corte federale per gli appelli penali, ad applicare il principio di “non bis in idem”, in modo da rifiutare il caso. La FDAA ha fatto inoltre notare che il principio di “non bis in idem” non avrebbe dovuto essere applicato al caso del genocidio della persecuzione del Falun Gong, prima che le parti accusate fossero ufficialmente condannate.

Amnesty International sostiene gli appelli della FDAA

Amnesty International ha sostenuto gli appelli della FDAA, e dal punto di vista di una terza parte, ha fornito alla corte suprema penale, un gran numero di casi di diritto penale riguardanti i crimini contro l’umanità, tra cui, le loro elaborazioni, sviluppi e analisi sui suddetti crimini. L’organizzazione dei diritti umani ha sostenuto che il principio di “non bis in idem” non si dovrebbe applicare a questo caso.

La corte penale suprema ordina il nuovo processo

Il 17 aprile 2013, la corte penale suprema argentina ha rifiutato la decisione di chiudere il caso da parte dalla corte federale per gli appelli penali, e ha ordinato che il caso venga rimandato al Nono Tribunale della corte penale federale per un nuovo processo.

La corte penale suprema ha deliberato che il principio di “non bis in idem” non può essere usato per determinare se un’indagine di un caso dovrebbe o non dovrebbe essere condotta; ancor meno può essere usato per determinare l’esito di un caso.

Articoli precedenti:
Argentina: Lawsuit Against Luo Gan for Genocide Moves to Supreme Court”
“Federal Judge in Argentina Orders Arrest of Jiang Zemin and Luo Gan”
Giudice argentino emette un ordine di incriminazione e di cattura per due ex funzionari cinesi per il genocidio e la tortura dei praticanti del Falun Gong

Versione inglese

* * *

Facebook Logo LinkedIn Logo Twitter Logo Email Logo Pinterest Logo

Potete stampare e diffondere gli articoli ed i contenuti pubblicati su Clearharmony, ma per favore citate la fonte.