Guangdong: Ex dipendente di una libreria condannata per aver scritto "Le memorie del Gulag"

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(Minghui.org) Il 30 dicembre 2016 un ex operaia del “Guangzhou Book Center” è stata condannata ad una pena detentiva di cinque anni dalla corte distrettuale di Haizhu, per aver scritto sulla persecuzione a cui è stata sottoposta dopo per aver rifiutato di rinunciare alla sua fede nel Falun Gong. I messaggi trasmessi dalla praticante intitolati "Le memorie del Gulag" hanno documentato come la donna sia stata più volte arrestata, detenuta e torturata da quando nel 1999 è iniziata la persecuzione del Falun Gong.

Il 3 febbraio 2015 la signora Huang Qian, 47 anni, è stata arrestata nella sua casa nella città di Guangzhou e portata al centro di detenzione di Nanzhou, dove durante un interrogatorio è stata ammanettata e torturata con uno strumento chiamato “sedia di ferro” (*).

Il 15 dicembre 2015 ha avuto inizio il processo che si è concluso senza un verdetto. Gli avvocati hanno dichiarato a suo nome che la donna non era colpevole e ne hanno chiesto l'assoluzione. Attualmente la praticante ha in programma di fare appello ad un tribunale superiore.


La signora Huang Qian

Torturata per aver fatto appello

Nel maggio 2000 è andata a Pechino con lo scopo di presentare un ricorso legale per il diritto di praticare il Falun Gong. La donna è stata arrestata, picchiata e fatta ritornare a Guangzhou dove è stata detenuta. In seguito è stata licenziata dal suo posto di lavoro presso il “Guangzhou Book Center” per aver rifiutato di rispettare le autorità.

Nel luglio 2000 gli ufficiali dell'Ufficio 610 (*) hanno tentato di portarla in un centro di lavaggio del cervello, in cui vi erano già detenuti la madre e il fratello.

Poco tempo dopo è tornata a Pechino per fare appello ed è stata arrestata nuovamente. È stata picchiata e torturata per aver rifiutato di dare il suo nome e l'indirizzo.

Portata nel centro di detenzione della contea di Wuqing a Tianjin, il capo della polizia di Wuqing ha ordinato a tre detenuti di costringerla a dare loro il suo nome e l'indirizzo. Per torturarla, l'hanno spogliata nuda, le hanno bruciato le cosce con una sigaretta, tagliata con un vetro rotto (comprese le parti intime) e colpita sul viso con le scarpe. Finita la tortura è rimasta coperta di sangue per via dei tagli e il suo viso era deformato e gonfio.

Nel dicembre 2000 è andata a Pechino per fare appello per la terza volta. È stata arrestata e portata alla stazione di polizia di piazza Tiananmen, dove è stata più volte spruzzata con un idrante e colpita con bastoni elettrici per aver rifiutato di rivelare la sua identità.

Tre anni di lavori forzati

Nel giugno 2001 è stata condannata ad una pena di tre anni e incarcerata nel campo di lavoro forzato femminile di Chatou. Le guardie l'hanno messa in isolamento e privata del sonno e dell'uso del bagno. Per protestare, la praticante ha iniziato uno sciopero della fame.

Dopo quattro giorni di sciopero della fame, le guardie l'hanno legata con entrambe le gambe incrociate e le mani dietro la schiena. Gli sono saliti sulle gambe per aumentare il dolore e le hanno legato i capelli fino ad umiliarla. Ha scritto nel suo diario, "È stato insopportabile, sono quasi crollata. Ha lasciato una profonda ferita nel mio cuore. "

Per molto tempo dopo questa tortura, la donna ha avuto incubi frequenti e a volte perde improvvisamente la sensibilità alle gambe. È molto difficile per lei rialzarsi da una posizione seduta.


Illustrazione della tortura: Legato con le gambe e le mani dietro la schiena

Tortura e lesioni subite nel centro di cetenzione di Tianhe

Suo fratello minore, il signor Huang Jiang, è stato detenuto in un centro di lavaggio del cervello da marzo a maggio 2007. Gli agenti dell'Ufficio 610 hanno sospettato che la signora fosse stata coinvolta nel tentativo di salvarlo. Quattro mesi più tardi, il 23 settembre 2007, è stata arbitrariamente arrestata e portata al centro di detenzione di Tianhe.

A partire dal 3 luglio 2008 ,durante la detenzione, la donna è stata torturata per 52 giorni con un metodo chiamato "infilare l'ago e incatenarlo".

Per i primi 12 giorni la praticante è stata tenuta con le catene ai piedi fissate ad un anello a terra. Le sue mani sono state poi ammanettate con una mano dietro una gamba e l'altra di fronte. Le guardie hanno poi rilasciato il piede della donna che era agganciato all'anello a terra, ma è rimasta legata e ammanettata tutto il giorno.

È stata tenuta incatenata in quella posizione anche quando aveva la febbre. La tortura le ha causato un dolore lancinante e le ha reso estremamente difficile il sonno. La sua schiena è stata tenuta piegata per così tanto tempo che la spina dorsale è diventata deforme.


Illustrazione della tortura: Infilato l'ago e incatenato

Condannata a quattro anni di carcere

Il 14 luglio 2008 è stata segretamente condannata a quattro anni di prigione dalla corte distrettuale di Tianhe. Il 25 agosto 2008 la donna è stata trasferita nel carcere femminile della provincia del Guangdong.

La praticante è stata sottoposta ai lavori forzati, all'isolamento, alla privazione del sonno e alla negazione dell'uso del bagno mentre era in prigione. Essendo una praticante del Falun Gong, le autorità carcerarie non le hanno permesso di farsi la doccia, ne le hanno fornito alcuna necessità come la carta igienica, il lavare i panni, gli assorbenti ecc. Inoltre le guardie carcerarie hanno costretto la donna a leggere materiali che diffamavano il Falun Gong.

La salute della signora Huang si è deteriorata al punto che ha potuto solamente sedersi o stare in piedi per brevi periodi di tempo.

(*)GLOSSARIO

Versione inglese

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