Italia: Rivelare la Persecuzione del Regime Comunista Cinese ad un Incontro per Donne Immigrate

Il 15 marzo 2006, una praticante italiana del Falun Gong è stata invitata a partecipare ad un forum per donne immigrate organizzata dalla più prestigiosa organizzazione sociale dell’Italia meridionale. Essendo stata invitata a parlare, la praticante ha esposto le varie forme di brutale persecuzione inflitte del regime comunista cinese alla donne del Falun Gong, nel tentativo di forzarle ad abbandonare la loro fede in Verità-Compassione-Tolleranza. L’organizzatrice del forum, che è anche un rinomato avvocato, ha commentato che i crimini inumani e barbari del Partito Comunista Cinese dovrebbero essere denunciati e fermati da tutte le persone del mondo.

Nel suo discorso, la praticante ha presentato se stessa come praticante del Falun Gong originaria della Cina. Ora vive in Italia, dove può godere della libertà di credo e di parola. Tuttavia, milioni di donne praticanti del Falun Gong sono stati spietatamente perseguitate e torturate dal regime comunista cinese a partire dal 20 luglio 1999 perché sono determinate nella loro pratica del Falun Gong e perché rifiutano di abbandonare la loro fede. Molte di loro sono state perseguitate a morte.

I partecipanti al forum erano profondamente scioccati dopo aver saputo di questa terribile persecuzione che ha luogo in Cina. Tutti hanno manifestato il loro supporto. L’avvocato organizzatrice dell’incontro ha detto, “Non possiamo tollerare che tali torture e maltrattamenti e che una tale persecuzione senza fondamento contro un gruppo di persone a causa della loro fede abbiano luogo nel XXI secolo”.

Ha sottolineato che in Cina non sono rispettati neppure i diritti umani più basilari. Oggi tutti sottolineano l’importanza della convivenza pacifica attraverso la comprensione reciproca e la tolleranza, ma il Partito Comunista Cinese va contro queste cose. Calpestano i valori fondamentali dell’essere umano.

E in più, “Dopo aver compreso che cosa è il Falun Gong, è ancora più difficile per noi comprendere questa persecuzione. Perciò, dobbiamo inviare un messaggio chiaro: non importa quale è la zona del mondo interessata: crimini brutali e inumani come questi devono essere denunciati e fermati dall’intera umanità”.