Shandong: La tortura causa il collasso mentale del praticante sig. Shao Qiang, della città di Qingdao

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[nota: Quello che segue è una versione ridotta di un articolo più lungo e più dettagliato che è stato pubblicato sul site web minghui.ca (versione cinese di Clearwisdom.net).]

Nel dicembre del 2000, il praticante delle Falun Dafa sig. Shao Qiang, della città di Qingdao, provincia di Shandong, era andato a Pechino a fare appello per la Dafa. Srotolò ed espose, uno striscione di 99 metri (325 piedi) in P.zza Tiananmen e per questo fu condannato a 10 anni di prigione. Adesso è tenuto nella prigione della provincia di Shandong, città di Jinan ed è ancora determinato nel suo credo nella Dafa.

Il sig. Shao era un ingegnere nella Compagnia Aerea no. 2 Qingdao. Dopo essere stato detenuto, la polizia di Pechino lo picchiò al punto di fargli perdere conoscenza parecchie volte. Dopo un pestaggio particolarmente brutale, al risveglio non riusciva a ricordare per quanto tempo aveva perso i sensi. Si era svegliato in un lago di sangue e si rese conto che il pestaggio gli aveva causato una frattura del cranio. Non si ricordava niente e più tardi ebbe un improvviso collasso mentale.

Quando la sua famiglia gli fece visita in prigione, videro spesso il sig. Shao ricoperto di nuove cicatrici sopra alle vecchie. Una volta, osservarono che metà della sua faccia era nera e azzurra e che i suoi occhi erano colmi di sangue. Durante gli ultimi anni, sua madre scrisse alle agenzie governative relativi, chiedendo un verbale medico su suo figlio, ma le sue richieste vennero negate.

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Here is the article in English language:
http://en.clearharmony.net/articles/a33157-article.html

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