Firenze: Tre giorni di attività durante il periodo pasquale per i praticanti italiani

20 Milioni di cinesi hanno rassegnato le dimissioni dal Partito Comunista
 
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Intensa attività per poco meno di quaranta praticanti italiani della Falun Dafa durante il periodo pasquale, la parte più consistente era incentrata sul sostegno ai 20 milioni di cinesi coraggiosi che hanno deciso di dimettersi dal Partito Comunista Cinese (PCC) e dalle associazioni collegate.

Sabato 7 aprile si sono ritrovati nell’ampia spianata di Piazza S. Croce e per tutto il giorno hanno spiegato ai passanti, per la maggior parte turisti, che cos’è la Dafa e perché in Cina, è perseguitata dal regime Comunista.

Cinque espositori spiegavano sinteticamente circa 80 anni di storia cinese sotto il Governo Comunista, con tutte le persecuzioni, carestie, lotte, massacri e menzogne contro i cinesi stessi; il prezzo pagato è stato molto alto, almeno sessanta milioni di loro hanno perso la vita in un periodo di pace. Molte le attestazioni di supporto da parte dei passanti.

La serata di sabato 7 e tutta la giornata di domenica 8 aprile sono state dedicate alla pratica degli esercizi, allo studio della Fa e allo scambio di esperienze tra i praticanti.

Lunedì mattina 9 aprile dalle 9 alle 12 i praticanti si sono trasferiti nei pressi del consolato cinese che si trova in Via della Robbia n.89 per manifestare contro la persecuzione e sostenere le dimissioni dal PCC.

La zona era molto tranquilla, pochi i passanti, però tutti si fermavano per informarsi. Anche una persona distinta, vestita elegantemente si è fermata e nonostante fosse un evidente conoscitore della Cina, con cui aveva rapporti anche istituzionali, ha candidamente confessato che non sapeva nulla della persecuzione nei confronti del Falun Gong. Ha fatto moltissime domande e ha ascoltato attentamente le risposte. Infine ha riferito che aveva un appuntamento con il nuovo Console Generale di Firenze, per una visita di cortesia. Si sono salutati cordialmente e quel signore prima di andarsene ha anche dato le sue generalità e ha spiegato che con il Console avrebbe parlato anche del Falun Gong.

Alle 14,30 i praticanti erano già a Prato, una città con poco meno di 200.000 abitanti, famosa in Italia e nel mondo per la produzione tessile. Negli ultimi anni è stata protagonista di un notevole boom demografico e, attualmente, è la seconda città toscana (dopo Firenze). É una città tipicamente industriale, ma non priva di storia. La comunità cinese è fortemente radicata sul territorio e via Pistoiese, dove i praticanti sono andati a manifestare, è la zona commerciale cinese. Ristoranti, fast food e negozi di ogni tipo si affollano in quest’area, i “pratesi” in quella zona sono quasi spariti.

Non appena i praticanti hanno dispiegato gli striscioni e montato gli espositori con i manifesti dei “Nove commentari” una folla si è ammassata attorno a loro.

Alcuni, particolarmente avvelenati dal PCC, con motivazioni assurde, dimostravano un atteggiamento decisamente aggressivo, altri erano sinceramente interessati e qualcuno ha addirittura firmato le dimissioni dal malvagio PCC. Anche un frate francescano si è soffermato dimostrando molto interesse, ha letto gran parte dei manifesti esposti pur con un atteggiamento molto riservato.


Nel momento di massima confusione si è levato il canto di una praticante cinese: “Wei Ni Er Lai….” (Siamo venuti da lontano per amore…..). La sua voce travalicava la nostra dimensione fisica, colpiva non la tecnica vocale, ma la struggente forza della praticante che voleva rimuovere con il suo canto ogni ostacolo e ingentilire i cuori dei critici e degli scettici.


Non sono mancate le interferenze: i vigili del Comune sono venuti, in seguito a un esposto, come ci hanno riferito, e hanno controllato tutto a termini di regolamento. Hanno contestato un uso eccessivo di espositori e il loro posizionamento. Per ovviare alle contestazioni il materiale è stato semplicemente tenuto in mano, con un effetto suggestivo.

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