Zhang Jiyan Lascia il Consolato Cinese, Abbandona il Partito Comunista e Fa il Suo Ingresso nella Società Libera

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La signora Zhang Jiyan, praticante del Falun Gong e moglie di un diplomatico dell’Ambasciata Cinese in Canada, ha lasciato il consolato il 5 marzo, ha rinunciato pubblicamente al Partito Comunista Cinese il 30 marzo. Il parlamentare canadese Rob Anders ha detto che Zhang Jiyan è “un grande esempio e molte altre persone dovrebbero fare lo stesso.”

La defezione di Zhang Jiyan coincide con il tempo in cui 20 milioni di cinesi hanno rinunciato pubblicamente alla loro appartenenza al Partito Comunista, alla Lega della Gioventù e ai Giovani Pionieri. La sua azione è certo simbolica e un segno per il futuro. Zhang Jiyan ha liberato se stessa dalle nubi scure del regime comunista andandosene fisicamente, mentre molti cinesi stanno liberando se stessi spiritualmente dicendo “no” al sistema comunista cinese, il regime più brutale della storia dell’umanità. I praticanti del Falun Gong non sono gli unici che stanno lasciando i consolati cinesi, entrando nella società libera. Zhang Jiyan non è la prima e non sarà l’ultima persona a lasciare per sempre il consolato cinese.

Il Partito Comunista impone il controllo totale, e lasciarlo significa salvare se stessi

Nei paesi democratici, i consolati e le ambasciate cinesi mantengono un forte controllo sui pensieri, sulle parole e sulle azioni degli impiegati. Si comportano come il Partito in Cina.

Dopo che Zhang Jiyan ha chiarito la verità sul Falun Gong alle persone attorno a lei, l’ambasciata ha cominciato a controllarla più da vicino. Zhang Jiyan ha detto, “Dopo l’estate del 2006, ovunque andassi c’era sempre qualcuno che mi spiava. Volevano sapere dove andavo e cosa avevo in macchina. Nell’ambasciata sono state installate più apparecchiature di sorveglianza. Hanno controllato la nostra bolletta telefonica, per cercare di scoprire con chi parlavo. Hanno aperto la mia posta senza che ne sapessi nulla e a volte la mia corrispondenza è ‘andata persa’. Hanno persino tenuto sotto controllo i miei estratti conto.” Queste sono violazioni dei diritti umani inaudite per i paesi democratici.

Raccontando le sue esperienza all’ambasciata cinese, Zhang Jiyan ha detto, “Non sai mai dove mettono gli apparecchi per spiarti; e i colleghi si spiano l’un l’altro. Mio marito ed io dovevamo accendere il ventilatore della cucina o alzare il volume della televisione ogni volta che ci parlavamo a casa. Era molto deprimente.”

Chen Yonglin, un ex ufficiale politico del consolato cinese di Sidney, in Australia, ha famigliarità con questo tipo di oppressione e paura. Ha raccontato la sua vita nel consolato cinese, una vita in cui doveva chiedere il permesso ogni volta che aveva bisogno di uscire. Ha detto che il controllo del Partito arriva al punto da essere intollerabile. In più non gli era permesso di avere una vita personale o di pensare in modo indipendente mentre lavorava per il consolato. Ogni volta che il consolato partecipava ad un evento della comunità, dovevano sempre partecipare almeno due funzionari del consolato, in modo da potersi controllare a vicenda. Chen Yonglin ha detto che ogni volta che lasciava il consolato gli toglievano il passaporto. Le massime autorità del consolato e i dirigenti dei vari dipartimenti potevano aprire ogni porta del consolato con un pass-partout in qualsiasi momento e mettere in atto ispezioni casuali. Aprivano anche le sue lettere private e i pacchi a lui destinati.

Vogliamo enfatizzare il fatto che il controllo totale che i consolati e le ambasciate cinesi esercitano su ogni azione e pensiero dei loro impiegati è un’estensione delle tattiche di persecuzione messe in atto in Cina in modo generalizzato. Il Partito impone ai cinesi la sua volontà con la forza e sta commettendo crimini contro i cinesi, crimini che non dovrebbero proprio esistere. Tutti, indipendentemente dal fatto che siano praticanti del Falun Gong o no, hanno il diritto di liberare se stessi da questo genere di controllo; e liberare se stessi dai tentacoli del Partito significa dare inizio a un nuovo futuro.

Zhang Jiyan ha detto, “Con l’eccezione di pochi ostinati che seguono il Partito per interesse, la maggior parte dei funzionari del consolato non vuole perseguitare il Falun Gong. Conosco un funzionario che svolge mansioni specifiche. In privato mi ha confidato di non voler fare queste cose [perseguitare il Falun Gong] e che ha fatto in modo di evitare questi incarichi.”

Tuttavia una persona sta ancora partecipando alla persecuzione, sia che sia coinvolta volontariamente che passivamente. In altre parole, i funzionari dei consolati e delle ambasciate cinesi stanno aiutando il regime comunista a commettere le sue atrocità. I crimini contro i praticanti del Falun Gong, che coltivano Verità-Compassione-Tolleranza, sono particolarmente gravi. Da un certo punto di vista, lasciare il Partito Comunista significa salvare se stessi.

I fiumi si uniscono in un oceano; l’ondata di dimissioni dal Partito porta speranza ai cinesi

Crediamo che Zhang Jiyan non sarà l’ultima a lasciare il consolato cinese. Nel marzo 2005, quando il numero delle persone che si erano dimesse dal Partito superò quota 200.000, Rob Anders predisse che “ruscelli possono unirsi in fiumi e oceani” e “il risveglio dei cinesi avrà un profondo impatto sulla società cinese.”

Il tempo ha provato che aveva ragione. Due anni dopo, questo numero è cresciuto di più di 100 volte. Rob Anders ha partecipato di nuovo a un raduno per sostenere 20 milioni di cinesi che si sono dimessi dal Partito e dalle organizzazioni affiliate di fronte a Parliamente Hill a Ottawa, in Canada, il 31 marzo.

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