“Trattare gli altri con benevolenza e con mente aperta" - Storie sulla tolleranza (Parte 2)

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Parte 1

(Minghui.org)

Guo Ziyi agisce con generosità ed integrità

Nella dinastia Tang, Guo Ziyi trascorse tutta la sua vita nell'esercito. Partecipò mirabilmente alla pacificazione della ribellione An Shih e nelle battaglie contro le invasioni da parte di altri paesi. Tuttavia non si vantò mai dei suoi successi e rimase un patriottico fedele al suo paese. Trattava le persone con tolleranza e generosità, e si guadagnò alto prestigio. Quando la ribellione An Shih scoppiò, l'imperatore Tang Suzong elesse Guo Ziyi comandante in capo dell'esercito. Dopo molte difficoltà, Guo Ziyi infine portò le sue truppe a riconquistare due grandi città, Luoyang e Chang'an. Tang Suzong gli disse: "Anche se questo paese è mio, sei stato davvero tu che lo hai ricostruito".

Quando il generale Bugu Huai'en si ribellò contro l'imperatore, guidò 100.000 soldati, incluso il proprio esercito Shuofang insieme con le truppe tibetane e Uighure, per attaccare la capitale. Durante questo periodo critico, l'imperatore promosse Guo Ziyi a diverse posizioni chiave del governo, oltre che al ruolo militare.

Durante la crisi, rifiutò la maggior parte delle promozioni. Disse nel suo rapporto all'imperatore che, data la ribellione, la lotta per il potere si era diffusa nella corte e sperava che la virtù emergesse ancora una volta.

Guo Ziyi una volta aveva guidato l'esercito Shuofang, ed i soldati gli erano ancora molto fedeli. Quando Guo Ziyi arrivò sul campo di battaglia, molti dei soldati nemici cambiarono bandiera. Quando soldati Uighuri e tibetani videro ciò, si ritirarono senza combattere. Bugu Huai'en dovette fuggire dal campo e Guo Ziyi tornò vittorioso.

Nel periodo dell’imperatore Tang Daizong, Bugu Huai'en attaccò nuovamente Chang'an con 300.000 uiguri, tibetani e soldati Dongshun. Tang Daizong convocò urgentemente Guo Ziyi per condurre 10.000 soldati a resistere ai ribelli. Quando Guo e le sue truppe arrivarono, vennero circondati da più di 100.000 soldati tibetani e uiguri.

In quel momento critico, Bugu Huai'en morì improvvisamente. Guo Ziyi andò diretto dal comandante degli Uighuri e lo convinse a schierarsi con l'esercito Tang. Sconfisse le truppe tibetane in maniera decisiva, e l'intero esercito nemico crollò. Guo fu gentile nella vittoria, e molti Uighuri e tibetani lo considerarono un uomo dalla virtù divina.

Guo Ziyi è stato un esempio con il suo comportamento, e si è preso cura della gente comune. A causa dei molti anni di guerra, il paese era in piena crisi e la gente aveva una vita molto dura. Per ridurre i loro sforzi, condusse personalmente le sue truppe per trasformare terreni incolti in terreni agricoli. Quando i soldati non erano in guerra, facevano formazione, ma espletavano anche dei lavori agricoli. Anche se era tempo di guerra, i raccolti erano abbondanti ovunque vi erano presenti le sue truppe.

Il magnanimo Lu Mengzheng

Lu Mengzheng fu un primo ministro della dinastia Song. Era onesto, aperto, tollerante e aveva una buona dose di autocontrollo. Parlava coraggiosamente quando affrontava i problemi, ed era bravo a riconoscere i talenti nelle persone. Godeva di una buona reputazione. Adorava le divinità con sincerità, recitava le Scritture, e si inchinava al Budda tutti i giorni. Scrisse una "Canzone del Sermone" dove consigliava alla gente di essere buona, rispettare gli esseri divini, accettare la loro fede, fare del bene e accumulare virtù.

Lu Mengzheng era di umili origini. Superò gli esami imperiali a pieni voti, quando era molto giovane e fu poi reclutato per diventare primo ministro. Quando si presentò dall'imperatore, tutti i funzionari lo salutarono tranne uno, che indicò Lu Mengzheng dietro la schiena e sogghignò: "È lui la persona qualificata per prendere parte alle decisioni di politica pubblica?".

Lu Mengzheng fece finta di non sentire e continuò a parlare con i suoi nuovi colleghi, ma altri funzionari si arrabbiarono per la mancanza di rispetto di quel funzionario. Chiesero di identificare quell’uomo. Lu Mengzheng rapidamente li fermò e disse: "Una volta che saprò il suo nome, non potrò mai dimenticare questo incidente. È meglio non sapere". Si guadagnò così il grande rispetto dei suoi colleghi. Poichè Lu Mengzheng non portava mai rancore, gli altri funzionari trovarono facile avvicinarsi a lui.

Come primo ministro, Lu Mengzheng era un leader generoso con i suoi subordinati, ma mai lusingò l'imperatore per ingraziarselo. In un occasione, l'imperatore Song Taizong gli chiese di selezionare una persona di talento per fargli assumere il pesante fardello di essere ambasciatore a Liao.

Lu Mengzheng raccomandò qualcuno con il cognome Chen, che sentiva essere la soluzione migliore per quella posizione. Ma l'imperatore non fu d'accordo e gli chiese di prendere qualcun altro. Quando fu chiesto il nome del candidato il giorno dopo, Lu Mengzheng consigliò la stessa persona, ma l'imperatore ancora non fu d'accordo. Quando gli venne chiesto per la terza volta, Lu Mengzheng ancora nominò la stessa persona per il lavoro.

L'imperatore si arrabbiò e gettò la sua relazione sul pavimento, dicendo: "Perché sei così testardo?" Lu Mengzheng raccolse la relazione e disse con calma: "Io non sono testardo, maestà. È lei che non riesce a capire. Questa persona è la più competente per diventare l'ambasciatore di Liao, gli altri non vanno bene. Non oso adulare vostra maestà e danneggiare i nostri interessi nazionali". Nessuno osava parlare. Sbollita la rabbia camminando lungo il corridoio, l'imperatore si voltò e disse: "Il tuo atteggiamento è migliore del mio. Accetto il tuo consiglio". Questo ambasciatore infatti portò a termine con successo la sua missione. (da Storia della Canzone)

Nella cultura tradizionale cinese, un vero signore è severo con se stesso e tollerante verso gli altri. Essi coltivano se stessi e vanno d'accordo con gli altri. Facilitano e aiutano gli altri il più possibile, perché li rispettano e si prendono cura di loro. La tolleranza è una sorta di disinteresse pieno d'amore.

Nella Cina di oggi, tuttavia, le virtù tradizionali cinesi vengono perse sotto il dominio del partito comunista, che dura da più di 60 anni. Tali valori sono stati sostituiti con la cultura del PCC che promuove una filosofia di lotta e combattimento. Il PCC considera il male come il bene e incoraggia la gente a non credere in niente, portando ad una mancanza di tolleranza e ad un declino della moralità. Saremo in grado di assicurarci un buon futuro se cominceremo noi stessi a far rivivere la cultura tradizionale, rimuovere la cultura del Partito malvagio, e seguire la filosofia morale di Verità, Compassione e Tolleranza.

Versione inglese

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