Metodi di tortura del PCC: manette e catene

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(Minghui.org) Un centro di detenzione del Partito Comunista Cinese (PCC) ha inventato la tecnica di tortura chiamata “manette e catene legate davanti” e “manette e catene legate dietro la schiena”. Queste torture implicano l’ammanettamento delle mani delle vittime e l'incatenamento dei loro piedi; poi viene usato un filo di acciaio per collegare insieme manette e catene. Il PCC utilizza questo brutale metodo di tortura per perseguitare i praticanti del Falun Gong.

Manette e ceppi collegati in avanti

Prigione di Lanzhou, Provincia di Gansu

Nel novembre del 2003 il praticante Jin Jilin, un contadino del villaggio di Jinya, contea di Yuzhong, ha subito brutali torture attraverso “manette e catene legate davanti” nella Prigione di Lanzhou. Le catene utilizzate dalle guardie della Prigione di Lanzhou sono fatte di quattro anelli di ferro che sono spessi ognuno tre centimetri; due anelli sono sovrapposti e saldati insieme da un grosso anello. Mettono le catene intorno ai piedi delle vittime e poi usano un rivetto per chiuderle. Le manette sono due anelli fatti di ferro, larghi 5 centimetri e spessi 6 centimetri, le mani dei praticanti sono inserite dentro gli anelli, di fronte al torace, e chiuse con dei rivetti. Le guardie carcerarie poi usano dieci centimetri di fil di ferro numero 8 per collegare insieme le manette con le catene.

Strumenti di tortura: Manette e catene legate davanti

Dato che le manette e le catene sono solo separate da dieci centimetri, il signor Jin non poteva muoversi, poi è stato trascinato in un giardino ghiacciato; novembre è estremamente freddo nel nordest della Cina. Il signor Jin, veniva messo fuori a congelare, dalle sette del mattino fino alle nove e mezza di sera, per sette giorni continuativi.

Centro di Detenzione di Baiyin, Provincia di Gansu

Al Centro di Detenzione di Baiyin, nella provincia Gansu, questa tortura è stata chiamata anche “Due mucche combattenti”. Da agosto a settembre 2005, il capo del Centro di Detenzione di Baiyin, ha incitato altri prigionieri ad usare questo metodo per torturare brutalmente il praticante pensionato, il signor Li Yu, della Compagnia di Yinguang nella città di Baiyin. Dopo essere stati messi in questo strumento di tortura, tutti i prigionieri erano spaventati. Hanno detto che i condannati a morte non sono mai stati messi in tali brutali strumenti di tortura e che questa tortura potrebbe rendere disabile la gente se usata per molto tempo.

Al Centro di Detenzione di Baiyin hanno usato un filo di ferro lungo 30 centimentri, per rinforzare il collegamento tra le manette e le catene. Le catene sono di acciaio, larghe tre centimetri e spesse un centimetro. Dopo che le guardie carcerarie hanno messo lo strumento di tortura sul signor Li, è stato usato un rivetto per bloccarlo definitivamente ai suoi piedi, inoltre, hanno anche messo un pezzo di acciaio del peso di oltre 20 Kg, tra le caviglie e le catene. Il signor Li Yu non poteva ne stare in piedi, ne sedersi o camminare; per riposarsi, doveva sedersi a terra usando i suoi fianchi e i piedi ed era molto difficile.

Ricostruzione della tortura: catene con ceppo

Centro di detenzione di Huanggang, Provincia di Hubei

Al Centro di Detenzione di Huanggang nella provincia di Hubei, il personale del PCC ha usato un moschettone che pesava dai 30 ai 40 kg, invece di un filo di ferro, per collegare le manette e le catene. Dato che lo strumento di tortura era così pesante, la vittima non poteva stare in piedi, ma era costretta a strisciare per terra. Il praticante Ouyang Ming, un insegnante dell’ex Scuola Industriale di Huanggang (ora chiamata Istituto di Tecnologia di Edong), è stato torturato con questo metodo per dieci giorni consecutivi.

Manette e catene legate dietro la schiena

“Manette e catene legate dietro la schiena” è un altra tortura, è una variante di “manette e catene legate davanti”. Le mani delle vittime sono ammanettate dietro la schiena e poi collegate alle catene da dietro; questa tortura è ancora più brutale.


Ricostruzione della tortura: manette e catene legate dietro la schiena. Entrambe le mani sono ammanettate dietro la schiena ed entrambi i piedi incatenati. La vittima deve inginocchiarsi con le manette e le catene legate con un filo di ferro cortissimo.

Secondo Centro di Detenzione di Hualinshan, Lanzhou

Nel novembre del 2002, la signora Zhang Zhenmin. una praticante della Fabbrica di Lavorazione della Carne di Lanzhou, è stata torturata brutalmente con questo metodo, al Secondo Centro di Detenzione di Hualinshan, Lanzhou. Le guardie carcerarie la hanno ammanettata con le mani dietro la schiena e utilizzando 8 fili di acciaio lunghi 40 cm collegati insieme.

La praticante non era in grado di stare ne in piedi ne accovacciata e gli altri prigionieri, dovevano darle acqua e cibo. Anche quando andava in bagno, la guardia non le toglievano lo strumento di tortura ed era costretta a chiedere aiuto agli altri prigionieri.

La signora Zhang è stata torturata per 39 giorni e tutto il suo corpo si è gonfiato. Le manette erano state strette ai polsi così in profondità che quando sono state aperte non sono venute via facilmente. Persino dopo che le guardie le hanno tolto le manette e le catene, non poteva raddrizzare la schiena, non poteva sollevare le gambe e le braccia e non è potuta tornare nella posizione originale per alcuni giorni.

Centro di Detenzione di Xiguoyuan, Provincia di Gansu

Il praticante, signor Jin Jilin sopra citato, è stato anche lui torturato con questo metodo quando era detenuto nel Centro di Detenzione di Xiguyuan nella provincia di Gansu. Wang Yanhui il capo del centro di detenzione, insieme alla guardia carceraria Wang Zhenya dell’ottava squadra, gli hanno messo le manette e le catene e poi ha usato un pezzo di filo di acciaio della lunghezza di 10 cm, per legarle insieme dietro la schiena. Jin Jilin non ha potuto accucciarsi o stare in piedi e ha dovuto inginocchiarsi per terra. I suoi polsi erano entrambi bloccati da un grosso peso, causandogli dolore intenso e l’incapacità di dormire.

Sul letto, doveva appoggiarsi lateralmente e spostare i suoi fianchi più indietro possibile per ridurre il dolore ai polsi. Il signor Jin è stato torturato con questa punizione per cinque giorni, dal 25 al 29 marzo 2003. Le sue mani sono diventate molto gonfie e le manette sono così penetrate in profondità che sono diventate imputridite e sanguinanti. Ha anche contratto la scabbia, l’intero suo corpo è diventato gonfio ed era in stato di decomposizione; soffriva di dolori costanti e intensi.

Le brutali torture del PCC contro i praticanti del Falun Gong rimangono implacabili.

(*)GLOSSARIO

Versione inglese

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