Le Autorità Cinesi Trasferiscono Segretamente i Praticanti del Falun Gong Fuori da Pechino

Le strutture detentive della zona di Pechino sono state riempite di individui ‘trasformati’, pronti a denunciare il Falun Gong di fronte ai media stranieri
 
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NEW YORK – Il Falun Dafa Information Center ha ricevuto informazioni secondo le quali le autorità del Partito Comunista Cinese (PCC) sono impegnate in un trasferimento di massa degli aderenti del Falun Gong fuori dalle prigioni e dai campi di lavoro di Pechino, sostituendoli con individui che affermano di aver rinunciato al Falun Gong. Il Center crede che la mossa abbia l’obiettivo di sviare i media stranieri, ripetendo tattiche simili già utilizzate in passato.

Il 30 luglio la Coalizione per Indagare sulla Persecuzione del Falun Gong (CIPFG) ha pubblicato “Tortura Fuori dal Villaggio Olimpico: una Guida ai Campi di Lavoro in Cina, una guida dettagliata alle strutture detentive che hanno sede vicino alle località olimpiche. Il 3 agosto, il Center ha pubblicato un articolo del medesimo tipo, “Dietro lo Spettacolo Olimpico: Guida sulla Persecuzione del Falun Gong a Pechino per i Giornalisti” che mette in luce i casi di parecchi individui che hanno subito la tortura e la morte nei campi di lavoro e nelle prigioni della zona di Pechino.

Secondo le fonti del Center in Cina, immediatamente dopo la pubblicazione di questi rapporti, le autorità cinesi hanno iniziato a trasferire i prigionieri del Falun Gong fuori da Pechino. Queste fonti affermano che molti di loro sono stati portati nel Campo di Lavori Forzati Shanxi e nel Campo di Lavori Forzati Femminile Shanxi, mentre altri sono stati trasferiti nella Mongolia Interna.

Il Falun Dafa Information Center implora i giornalisti stranieri a Pechino di indagare queste notizie. In particolare, raccomandiamo seguire i casi individuali presentati nella “Guida sulla Persecuzione del Falun Gong a Pechino per i Giornalisti” che sono stati o sono detenuti nei campi di lavoro della zona di Pechino, compresi Xu Na, Yao Yue, Li Shuying, e il prigioniero seguito da Amnesty International Bu Dongwei. Tutte queste persone hanno familiari e amici che attualmente risiedono fuori dalla Cina e che sono disponibili per essere intervistati.

Le nostre fonti indicano anche che le autorità cinesi stanno trasferendo individui che affermano di aver “rinunciato” al Falun Gong nei centri di detenzione e nelle prigioni di Pechino, dove generalmente sono trattati molto bene e che intendono così renderli disponibili per i media stranieri che vorranno indagare sugli abusi contro il Falun Gong.

"Stanno trasferendo le vittime delle torture e di altri abusi fuori da Pechino, e li stanno rimpiazzando con individui che ripetono la posizione del PCC sul Falun Gong” ha detto il portavoce del Center Erping Zhang. “Pensateci… stanno preparando delle visite guidate per gettare polvere sugli occhi della comunità internazionale. Confidiamo che i giornalisti a Pechino non si faranno coinvolgere in queste tattiche.”

“Visite guidate” di questo tipo sono state utilizzate nel passato dalle autorità del PCC per ostacolare le indagini sugli abusi contro il Falun Gong ed erano state preavvisate dalle fonti del Center.

Il 26 aprile 2001, il Falun Dafa Information Center (link: http://old.faluninfo.net/press/MA010426.htm>http://old.faluninfo.net/press/MA010426.htm)) riferì che il Campo di Lavoro Masanjia nella provincial di Liaoning era tra le poche strutture pronte per ricevere i media stranieri e cinesi per ‘intervistare’ praticanti del Falun Gong selezionati.

Quasi un mese dopo i giornalisti furono invitati al Campo di Lavoro Masanjia perché vedessero muri imbiancati di fresco, prigionieri agghindati con divise nuove, complete delle scritte dei loro nomi in inglese e cinese stampate sulle loro schiene (non era chiaro perché i prigionieri avevano bisogno di avere il loro nome scritto in inglese in un campo di lavoro cinese), un ambiente pulito e sano – in assoluto contrasto con i terribili abusi riportati da dozzine di individui che in precedenza erano stati detenuti e torturati a Masanjia.

Il Center sollecita coloro che lavorano per i media e che sono a Pechino di essere consapevoli di queste tattiche, e raccomanda i seguenti passi ai giornalisti che vogliono indagare:

1.Coordinare diversi gruppi di giornalisti che vadano in campi diversi nello stesso momento, rendendo più difficile al PCC l’organizzazione di “visite guidate”.

2.Intervistare individui recentemente rilasciati da campi di lavoro in Cina, ma che attualmente risiedono all’estero, inclusi coloro che sono stati testimony di simili visite di stranieri e delle misure preventive assunte dalle autorità. Il Falun Dafa Information Center può fornire informazioni di contatto di queste persone, e anche di familiari di coloro che attualmente sono ancora detenuti in campi e prigioni.

3.Fare riferimento a resoconti terzi riguardo alle condizioni sperimentate da aderenti del Falun Gong durante la custodia, disponibili sul sito del Center: Rapporti del Dipartimento di Stato USA , rapporti di Amnesty International, rapporti degli Ispettori Speciali dell’ONU e gli scritti dell’avvocato cinese Gao Zhisheng.

Versione inglese: http://www.faluninfo.net/article/794/?cid=84

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