‘Sandstorm’ – Una storia su pentimento, redenzione e resa dei conti. Film basato sulla persecuzione del Falun Gong in Cina

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PERSECUZIONE: La praticante Falun Gong, interpretata da Lili Li, sottoposta a tortura. (NTD Films/Requisite Films)

Per più di dieci anni, il pubblico medio ha saputo relativamente poco delle realtà sulla tortura commessa contro i praticanti Falun Gong nelle carceri cinesi. Il regime comunista cinese ha fatto lo straordinario per assicurarsi di mantenere questa condizione, implementando una rigorosa campagna di propaganda per diffamare la pratica e sopprimere la verità dentro e fuori dalla Cina.

Con l’arrivo di Sandstorm a New York e Los Angeles, queste dure realtà possono essere sperimentate attraverso un irresistibile e, dopo tutto, incoraggiante film.

Il film di Michael Mahonen basato sui fatti raffigura accuratamente e sensibilmente questa terribile situazione nella Cina continentale del dopo 1999, dovuta all’ordine dichiarato da parte dell’ex leader Cinese Jiang Zemin di annientare sistematicamente la famosa pratica.

Basato su reali resoconti di alcuni sopravvissuti, Mahonen racconta la storia di un uomo, (interpretata impeccabilmente dal debuttante Rong Tian), il quale è rimasto intrappolato con la propria moglie per dodici giorni durante un’enorme tempesta di sabbia senza elettricità e provviste. Veniamo a conoscenza che lui è un ufficiale di polizia, con l’ordine dai suoi superiori dell’Ufficio 610, un organo analogo alla Gestapo, di “rieducare” gli aderenti al Falun Gong “a qualunque costo”.

Passano i giorni, le razioni diminuiscono e l’ufficiale vede la propria moglie spegnersi non appena rendiamo testimonianza, attraverso una serie di flashback, delle azioni che hanno portato a queste circostanze.

La parte più straziante del racconto è quella della praticante Falun Gong detenuta, (Lili Li) che dimostra notevole coraggio, convinzione e sopportazione durante le severe torture subite con l’obbiettivo di spezzare la sua fede. Nonostante la brutalità disumana degli ufficiali, lei rimane in realtà preoccupata per il suo stato sotto le torture. Lei li allerta sulle conseguenze cui dovranno far fronte per l’uccisione e la lesione di persone innocenti.

Sandstorm è il primo progetto di Mahonen come scrittore e regista. Il suo lavoro precedente lo vede coinvolto dall’altra parte della telecamera come attore vincitore di premi in film e TV.

Inizialmente venendo a sapere della persecuzione in Cina nel 1999, Mahonen inizia a praticare la disciplina di meditazione del Falun Gong nel 2001 dopo aver trovato un volantino informativo fuori dalla porta del suo appartamento. Dopo aver iniziato a comprendere l’effetto dell’apparato di propaganda del regime cinese, si è sentito mosso per esporre le loro atrocità e per comunicare la verità su questo tipo di persone di buon cuore che venivano vittimizzate.

UNA STORIA DA RACCONTARE: Lo scrittore, regista e produttore di “Sandstorm”, Michael Mahonen (NTD Films/Requisite Films)

“Mi ero interessato a scrivere e a fare la regia per diversi anni”, spiega Mahonen in un’intervista al telefono da Toronto. “Dopo aver iniziato a praticare Falun Gong, ho letto gli insegnamenti e ho compreso fino a che punto la propaganda e la disinformazione messa in atto dal regime cinese stesse diffamando persone, sia dentro che fuori dalla Cina”.

Il pubblico a cui mirava, ha spiegato, era la polizia in Cina. Voleva presentare gli ufficiali di polizia con una prospettiva di loro stessi in terza persona, in modo da aiutarli a vedere le loro azioni più chiaramente.

Nel 2003, senza esperienza o risorse finanziarie, Mahonen è partito solamente con una seria dedizione e un’intenzione retta di fare Sandstorm.

Il cast e la troupe cinematografica hanno tutti messo a disposizione il proprio tempo e il proprio talento volontariamente, con molti ad aver lavorato su un film per la prima volta.

La sua formazione come attore è stata di particolare vantaggio. “Con un film guidato da un certo carattere servono interpretazioni intense. La mia esperienza di attore mi ha permesso di aiutare gli attori a sentirsi più rilassati e fiduciosi e di fare i ruoli da sé”.

Ciò che ha imparato da questo sforzo eccezionale è che “Se l’intenzione è buona, molto può essere raggiunto”.

Da allora, il film è stato proiettato in tutto il mondo, tradotto in approssimativamente 15 lingue e lodato con 29 premi festival, inclusi quelli per miglior lungometraggio, miglior film drammatico, miglior regista, miglior attrice e miglior sceneggiatura.

Un piatto forte dei molteplici festival in cui ha preso parte Mahonen è stato quello delle sessioni di domanda e risposta in seguito alle proiezioni. “Durante le proiezioni non era insolito sentire gente piangere. Nel momento dedicato alle domande e alle risposte, le persone spesso esprimevano la propria rabbia nei confronti della persecuzione e un desiderio di aiutare in qualche modo”.

Sandstorm sarà impegnato in una serie di appuntamenti a New York al Village East Cinema nella 2nd Ave e nella 12th street, dal 4 al 10 settembre con molteplici proiezioni ogni giorno. Ci sarà uno speciale ricevimento “Meet the Director” (“Incontra il Regista”) il venerdì 4 settembre, dopo lo spettacolo delle 19.30, con domande e risposte a seguire nell’atrio del Village East Cinema.

Sandstorm poi verrà proiettato durante un appuntamento limitato a Los Angeles, dall’11 al 17 settembre al Laemmle Music Hall di Beverly Hills. Il regista Michael Mahonen sarà presente a un ricevimento venerdì 11 settembre, dopo lo spettacolo delle 19.15 con domande e risposte a seguire al Writers Guild Theatre.

Intervista al regista di Sandstorm: http://www.stepuptime.com/video_michael_mahonen_20090908.html

Per maggiori informazioni, visitarehttp://www.sandstormmovie.com/

Versione inglese: http://www.theepochtimes.com/n2/content/view/21870/

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