Il ruolo del ‘sistema di intimidazione’ nella persecuzione del Falun Gong

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(Clearwisdom.net) E’ nostra convinzione che quando la verità sulla persecuzione del Falun Gong in Cina sarà rivelata completamente, la persecuzione terminerà, perché il mondo semplicemente non la potrà più tollerare. Il fatto che i leader comunisti abbiano tentato in ogni modo di nascondere e coprire le loro azioni fin dal 1999 indica che anche loro pensano questo.

A questo proposito, presentiamo una serie di articoli scritti per denunciare in modo più completo e cronologico la persecuzione del Falun Gong in tutte le sue molteplici sfaccettature. Invitiamo i nostri lettori a rivedere con noi durante questi mesi gli articoli che documentano i crimini contro l’umanità commessi dal Partito Comunista Cinese negli undici anni in cui ha perseguitato il Falun Gong.

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Nonostante la brutale persecuzione del Falun Gong è gradualmente trapelata attraverso il blocco delle informazioni creato dal partito comunista cinese (PCC) e i paesi esteri siano diventati consapevoli che oltre 3.000 praticanti sono stati uccisi e centinaia di migliaia arrestati illegalmente, picchiati e torturati, ancora oggi molti dettagli relativi a questa vasta campagna governativa volta a sradicare il credo spirituale di milioni cittadini cinesi sono poco conosciuti. Ad esempio, alcuni aspetti della persecuzione, come l’uso del PCC di un ‘sistema di intimidazione’ per impaurire la popolazione fino alla sottomissione, non sono diffusi e sono persino inimmaginabili nei paesi esteri che sono governati dalla legge.

Gli inizi – il Falun Gong si diffonde in tutta la Cina

Durante gli anni ’90 milioni di persone di tutte le fasce di età, professioni, etnia e classe economica iniziarono a praticare il Falun Gong in Cina. La mattina presto o il pomeriggio dopo lavoro, nei parchi pubblici di tutto il paese, la scena di centinaia o persino migliaia di persone che eseguivano gli aggraziati e benefici esercizi era piuttosto comune.

Durante questo periodo non era sorprendente vedere un funzionario di alto livello del PCC meditare accanto a un tassista, un professore universitario accanto a un operaio o vedere un anziano in pensione mostrare i movimenti degli esercizi a un giovane studente. Questo è il potere dei principi del Falun Gong, Verità, Benevolenza, Tolleranza, accettati in modo entusiasta da una larga porzione della popolazione cinese, in quanto portavano i loro benefici a tutti i segmenti della società.

Il Falun Gong, profondamente radicato nella cultura cinese, era considerato un tesoro nazionale, non qualcosa di separato e distinto dalla vita delle persone, qualcosa che poteva essere facilmente isolato e distrutto. Così, quando Jiang Zemin decise di lanciare la persecuzione assieme al PCC, il 20 luglio 1999, stavano in effetti dichiarando guerra al loro stesso paese e al loro stesso popolo.

Tentativi del PCC di volgere la società cinese contro il Falun Gong

Per vincere una guerra ci vogliono degli alleati, così, dopo aver espulso tutti i praticanti del Falun Gong dalle proprie fila, il PCC iniziò sistematicamente a volgere tutte le agenzie governative, le istituzioni culturali e sociali, le organizzazioni civili e militari contro il Falun Gong. Per raggiungere questo scopo è stato necessario l’utilizzo dei media, ma questo non era certo un problema, in quanto il PCC esercita un controllo assoluto sui media da molti anni. Sin dall’inizio della persecuzione sono state diffuse storie false e diffamatorie volte a demonizzare il Falun Gong e il suo fondatore, il signor Li Hongzhi, tramite radio, giornali e riviste. La raffica della propaganda aveva un unico scopo: rendere le atrocità che il governa stava compiendo accettabili per quante più persone possibili, all’interno e all’esterno della Cina.

La Cina ha una costituzione, aule giudiziari, avvocati, e leggi scritte, ma la tradizione della legge è relativamente nuova e, dal punto di vista di chi comanda, non è sufficientemente flessibile per poter essere utilizzata per raggiungere ciò di cui lo Stato necessita. Poiché i praticanti del Falun Gong sono brave persone, cittadini onesti e che lavorano sodo che si erano guadagnati il rispetto e l’ammirazione di una gran parte della società, punirli tramite la legislazione presente nella costituzione cinese, era alquanto difficile. Inoltre i praticanti del Falun Gong hanno dimostrato di non temere di andare in prigione per il loro credo. Quindi Jiang Zemin ha utilizzato un altro sistema, non quello di ‘legge e giustizia’, bensì il ‘sistema di intimidazione’, profondamente radicato nella storia cinese.

Alcuni dettagli del sistema di intimidazione/persuasione sono fuoriusciti dalla Cina nelle inchieste di giornalisti occidentali. Ian Johnson, vincitore del premio Pulitzer, iniziò a chiedersi perché, rispetto ad altre città, vi fosse un numero sproporzionato di praticanti del Falun Gong uccisi nella città di Weifang. Il risultato della sua indagine, raccontata nel Wall Street Journal nella serie “Come una città cinese si è macchiata di atrocità per controllare il Falun Gong”, lo ha portato verso il ‘sistema di intimidazione’.

Nella sua ricerca il signor Johnson ha scoperto che, al di sopra dell’ufficiale sistema legale nazionale, esiste un altro meccanismo, il quale, nonostante sia vecchio di secoli, è stato utilizzato per aumentare e migliorare gli sforzi del regime comunista per mantenere un rigoroso e totale controllo centralizzato nei confronti di una gigantesca popolazione e per far sparire e attaccare qualsiasi persona o gruppo di persone che venissero considerate, a torto o a ragione, minaccia per il potere dello Stato.

In riferimento alla relazione tra le morti nella città di Weifang e il gran numero di praticanti del Falun Gong che protestavano in piazza Tiananmen, Johnson scrive:

“I funzionari di Pechino hanno creato una struttura per uccidere un anno fa, dopo che sono diventati impazienti nel vedere il continuo flusso di proteste provenienti da tutta la Cina verso la capitale. Avendo deciso di utilizzare misure drastiche, affinando un metodo che è esistito da secoli.

Basandosi sul metodo bao jia, vecchio di 2.200 anni, per controllare la società, il sistema implica la responsabilità degli ordini provenienti dal centro del potere nei confronti delle aree locali, il che significa che il boss locale è responsabile per le azioni di ogni persona presente nel suo territorio. Nei tempi antichi questo significava che il capo di un clan era personalmente responsabile per pagare tasse, addestrare le truppe e arrestare i criminali.”

Perciò, utilizzando un pezzo della storia feudale cinese, il regime di Jiang Zemin ha utilizzato ciò che è adesso conosciuto come ‘sistema di intimidazione’ per perseguitare i praticanti del Falun Gong. Una caratteristica unica di questo sistema è l’enfasi assoluta data ai risultati, associata alla totale mancanza di moralità; l’ordine proviene dal superiore e raggiunge i subordinati, attraversando tutti i livelli governativi: “non mi interessa cosa fai, l’importante è che l’ordine venga eseguito, o verrai punito (multa, perdita del lavoro, prigionia, pestaggi…)”. Al contrario del convenzionale sistema legale cinese, che ha svolto un ruolo importante, ma subordinato, nella persecuzione del Falun Gong, il ‘sistema di persuasione’ non è basato su alti ideali umanitari di giustizia, né è realizzato per raggiungere il principio utilitarista del creare il maggior benessere per il maggior numero di persone. Il suo unico scopo è di rafforzare la volontà dei dittatori attraverso l’appoggio di ogni livello della società.

Crescere in un paese comunista

Dalla culla alla tomba i cittadini della Cina moderna – sia uomini che donne – sono come racchiusi in molti strati da parte delle istituzioni, le quali hanno la funzione di aumentare e proteggere gli interessi dello Stato, non dell’individuo. Dal controllo delle nascite, ai comitati del vicinato, alle scuole, ai comitati del PCC nel posto di lavoro, ai villaggi, le municipalità, le contee, fino al vertice – c’è ben poco spazio a disposizione per scegliere liberamente e tutti gli aspetti della vita di una persona sono destinati ad essere incanalati da un potere più grande. Questo potere non è Dio, ma è lo Stato che è rappresentato dal dittatore in comando.

Tutti questi livelli fungono da ‘mini governi’ i quali servono l’interesse del potere centrale, e, se ciò non fosse sufficiente per intrappolare le aspirazione individuali, il dittatore può anche creare delle agenzie extralegali per risolvere specifici ‘problemi’, come l’ufficio 6-10, creato da Jiang Zemin per perseguitare e sradicare il Falun Gong.

Quando si aggiunge il fatto che le TV, i giornali, le radio e altri media sono controllati dallo stato e fungono come un ulteriore livello per servire i voleri dello Stato, si comincia ad avere un’idea più accurata del gigantesco potere che andò contro i praticanti del Falun Gong dal 1999, quando sono stati costretti a scegliere tra il loro credo spirituale e la loro sicurezza fisica.

Fino a quando i cittadini riconoscono la leggitimità di questo potere secolare ed è disposto ad agire all’interno dei solchi che ha creato, può esistere una certa pace e armonia nel paese. Ma questa è una pace data dalla morte, non una vera pace, creata educando e informando i cittadini in modo aperto e libero.

Chiunque scelga di seguire un potere differente, un potere più alto, come i praticanti del Falun Gong che hanno scelto di seguire i principi di Verità-Benevolenza-Tolleranza, è visto come un nemico dello Stato che deve essere eliminato ad ogni costo.

Poiché i capi del governo vedono il conflitto come una lotta di vita o morte, non si fermano davanti a niente.

La persecuzione del Falun Gong

Così, nel 1999, quando Jiang Zemin dichiarò guerra al Falun Gong, tutti i livelli governativi vennero mobilitati in servizio dello Stato per eseguire la volontà dello Stato. Il solo vedere la quantità di risorse che la nazione ha mobilittato contro un solo gruppo di persone è terrificante; ma sperimentarlo di prima mano è difficile da immaginare.

Eppure questo è esattamente ciò che i praticanti del Falun Gong hanno affrontato nel momento in cui l’intero peso della società cinese è stato riversato contro di loro nel luglio 1999. Individualmente e in gruppo, i praticanti del Falun Gong hanno fatto ciò che, garantito dalla Costituzione, i cittadini onesti vengono incoraggiati a fare: rispettare le leggi e fare appello alle rispettive agenzie per rendere noti i loro legittimi reclami. Ma, poiché il sistema legale al quale facevano appello non è regolato dalla legge, le conseguenze sono state multe, arresti, pestaggi e torture, attraverso il ‘sistema di intimidazione’.

Il ‘sistema di intimidazione’ politicizza e mette a repentaglio l’unità fondamentale della società: la famiglia. Se un praticante del Falun Gong non dà la garanzia di rinunciare alla pratica, un membro della sua famiglia, di solito il marito o la moglie, ma può essere anche i genitori o persino i figlio, viene assegnato come “garante”. Quindi, se tale praticante prenderà parte in attività che vengono osteggiate dal regime cinese, come fare appello a Pechino o distribuire il materiale del Falun Gong, anche il garante verrà punito in vari modi, come essere multato, perdita del posto di lavoro, picchiato o anche arrestato.

Tutto ciò porta grande pressione sulle coppie sposate. Una persona, la cui moglie pratica Falun Gong, riceverà quindi un ultimatum dai capi della sua unità di lavoro: o divorzi o perdi il lavoro. Il risultato è che molti praticanti del Falun Gong hanno perso le loro case e loro famiglie, a causa della pressione portata dal ‘sistema di persuasione’.

All’inizio della persecuzione, quando i praticanti venivano arrestati in piazza Tiananmen, si rifiutarono di dire alla polizia le loro generalità, anche se questo portava a brutali pestaggi, per proteggere le loro famiglie e la loro unità di lavoro dal pagare il prezzo portato dal ‘sistema di intimidazione'; una volta identificato il praticante, anche le persone a lui vicine avrebbero sofferto.

“Cheng Zhan e Li Xiaojun, due praticanti di Chengdu, sono stati arrestati, le loro case sono state distrutte e la polizia del luogo ha arrestato decine di membri delle loro famiglie: tutti quanti sono stati tenuti in carcere per 15 giorni e sono stati rilasciati solo quando il loro luogo di lavoro o altri parenti hanno pagato una multa di 3.000 yuan (circa 6 mesi di stipendi medio). Molti di loro sono stati torturati dalla polizia e picchiati dagli altri prigionieri (anche i prigionieri sono ‘coinvolti’, se controllano e picchiano i praticanti le loro condanne sono ridotte). Inoltre sono stati costretti a lavorare per 18-19 ore al giorno, ricevendo la quantità sufficiente di cibo per non morire di fame” (http://clearwisdom.net/html/articles/2001/2/3/4849.html in inglese)

È questa la situazione familiare dei praticanti del Falun Gong in Cina, specialmente all’inizio della persecuzione. Ed era la stessa cosa con i comitati di vicinato, i luoghi di lavoro le scuole, e tutti i livelli governativi. Inoltre, dato che ogni livello della società faceva pressione sul livello immediatamente più in basso per isolare e intimidire i praticanti e costringerli a rinunciare al proprio credo, i media controllati dallo Stato hanno continuato a fomentare l’odio nei confronti del Falun Gong, diffondendo una serie di bugie e macchinazioni costruite appositamente in tutto il paese. Con questo metodo la persecuzione del Falun Gong è stata diffusa come una nebbia mortale, raggiungendo ogni angolo della società, nessuno escluso. Nonostante alcuni praticanti siano riusciti a vivere sulle strade, in circostanze totalmente improvvisate per riuscire a mantenere la loro libertà, la maggior parte dei praticanti non aveva un luogo dove nascondersi ed era estremamente difficile riuscire ad evitare il controllo di chi lavorava per il governo.

Coraggiosamente e in modo disinteressato, i praticanti del Falun Gong hanno utilizzato ogni risorsa finanziaria che hanno potuto mettere insieme per stampare e distribuire materiale per distruggere le bugie e raccontare le verità sulle attività illegali e immorali del governo cinese. Armati solamente con la verità, i praticanti hanno raggiunto le città e i villaggi del paese per rompere il muro di menzogne e inganni; alla fine i loro sforzi hanno raggiunto un grande successo e sempre più persone sono arrivate a capire la verità sulla persecuzione e a prendere posizione contro di essa. Inoltre, nonostante i praticanti del Falun Gong siano stati oggetto di violenze e atti di terrore da parte dello Stato per 11 anni, non ci sono racconti affidabili di qualche praticante del Falun Gong che abbia risposto con la violenza ai propri persecutori.

La marea sta cambiando

Le cose non sono sempre come sembrano, e sta diventando sempre più chiaro che la più grande debolezza del regime cinese è nascosta in ciò che appare essere la sua più grande forza. Da una parte il ‘sistema di intimidazione’ migliora l’efficienza della persecuzione contro il Falun Gong poiché obbliga milioni di persone a prenderne parte e ad agire come agenti del governo e allo stesso tempo spaventa milioni di persone a stare in silenzio.

Dall’altra parte in ogni luogo dove le persone sono state forzate o implicate ad assistere alla persecuzione, vi sono coloro con una coscienza e un innato senso del bene e del male che sono stati testimoni diretti della natura malvagia del governo e della bontà dei praticanti del Falun Gong. Mentre se non fossero stati coinvolti potrebbero aver continuato a inseguire il proprio interesse personale senza neanche fermarsi a pensare profondamente su questa questione, che implica il bene e il male.

Per di più, ognuno dei milioni dei praticanti del Falun Gong che sono stati perseguitati ha una famiglia, amici, colleghi di lavoro che sanno che i praticanti sono brave persone, ingiustamente perseguitate. Molte di queste persone hanno provato su sé stessi il trattamento violento della polizia, solo a causa delle loro relazioni con i praticanti. In questo modo, milioni di persone adesso conoscono la verità, che altrimenti non avrebbero potuto conoscere.

Come ha fatto il Falun Gong a resistere al tentativo del PCC di sradicarlo? Il fatto che, persino dopo 11 anni di abusi crudeli, i praticanti del Falun Gong non abbiano ceduto è una prova lasciata per il futuro della grandezza dei praticanti e del principio di Verità-Benevolenza-Tolleranza che essi sostengono, persino al prezzo della loro vita.

Versione inglese: http://www.clearwisdom.net/html/articles/2010/7/4/118326.html

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