C’è un “reparto di educazione e trasformazione (forzatamente rinunciare al Falun Gong)” nella divisione n°13 della prigione di Yangjiang, provincia di Guandong. Tutti i praticanti detenuti in questa prigione sono portati in questo reparto e brutalmente torturati, sia fisicamente che psicologicamente.
In questo reparto c’è un gruppo speciale di carcerati -i carcerati sorveglianti- che sottopongono i praticanti a torture giorno e notte sotto il controllo di guardie della prigione. Picchiano, abusano, torturano i praticanti a volontà.
Inoltre per motivare i carcerati sorveglianti a non desistere nel perseguitare i praticanti, la prigione ne premia la brutalità concedendo loro pene ridotte o altri benefici.
Nel “reparto di educazione e trasformazione”, i praticanti sono detenuti in celle separate e stanno in isolamento per lungo tempo. Non è permesso loro di partecipare ad attività all’esterno e di interagire con i carcerati, parlare con qualcuno o salutare qualcuno. Mentre stanno mangiando, dormendo o usando il bagno, sono seguiti da questi sorveglianti, ad ogni singolo passo. Ogni loro movimento o espressione è attentamente controllata e osservata. I sorveglianti hanno l’ordine di usare qualsiasi mezzo pur di mettere i praticanti a disagio e renderli infelici. Li forzano ad accovacciarsi, a fare intensi esercizi fisici, e a fare pulizie. Se non sono del tutto soddisfatti, picchiano i praticanti e non permettono loro di andare al bagno, bere acqua o mangiare. I sorveglianti provano a lavar loro il cervello con la propaganda del Partito Comunista Cinese (PCC) che offende e diffama il Falun Gong. Fermano i praticanti dall’esporre i fatti sul Falun Gong o dal negare la diffamazione. Ai praticanti non è permesso esprimere la loro opinione. Se non si sottomettono al lavaggio del cervello sono sottoposti a violenti abusi.
Tipiche forme di violenza includono: Botte, calci, torsioni di polsi e caviglie, appesi con le mani ammanettate dietro la schiena, schizzati violentemente con acqua in bocca e nel naso, etc. Quando i praticanti riportano ferite o diventano disabili, le guardie della prigione salvaguardano i persecutori e attribuiscono l’accaduto ad una precedente malattia del praticante o affermano che sono caduti dal letto o in bagno.
Torture ricostruite: Botte e calci | Torture ricostruite: Schizzati violentemente con acqua |
La privazione del sonno è una tortura comune. Sebbene ai praticanti sia proibito riposare nel letto e dormire, i sorveglianti li strattonano e li svegliano ogni 10 minuti, così che non possano addormentarsi durante la notte.
Le guardie sanno chiaramente che perseguitare i praticanti è illegale e temono che tale colpa sia esposta. Essi tengono tutto ciò che accade nel reparto sotto stretta confidenza. Eccetto i sorveglianti, nessun detenuto può entrare nelle celle del reparto. Ad ogni guardia assegnata a questo reparto è richiesto di firmare un confidenziale accordo e a ciascun sorvegliante è richiesto di firmare una dichiarazione che lui o lei è volontario e manterrà il silenzio. Le guardie che lavorano fuori di questo reparto, non sanno niente della situazione interna. Ai sorveglianti non è permesso parlare del loro lavoro di monitoraggio quando sono fuori dal reparto, così come durante le telefonate, gli incontri con i parenti o interazioni con altri carcerati.
Il personale della prigione di Yangjiang non ha mai smesso di perseguitare brutalmente i praticanti del Falun Gong. Le celle fuori del “reparto per l’educazione e la trasformazione” sono sempre piene. Solo in questo reparto ci sono posti vuoti. Non permettono ai carcerati non praticanti di stare lì, in modo da poter intensificare la persecuzione. Hanno anche paura che i loro crimini e le storie di questo diabolico posto siano esposte al di fuori.
(*) GLOSSARIO
Versione cinese: http://www.minghui.org/mh/articles/2011/6/30/243166.html
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