Gruppo Canadese Nega di Essere la Copertura per il Regime Cinese

Fonte: The Epoch Times del 21 giugno 2007
 
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L’ex diplomatico cinese Chen Yonglin afferma che il Congresso Nazionale dei Cinesi Canadesi è una copertura per il consolato cinese. (Matthew Hildebrand/The Epoch Times)
TORONTO—Chen Yonglin è venuto in Canada con un pacchetto di documento governativi segreti e qualche accusa scioccante.

Il Canada, ha detto, è colmo di spie, informatori e organizzazioni cinesi che agiscono agli ordini del regime comunista cinese sul suolo canadese.

Le affermazioni di Chen, fatte durante una visita di nove giorni in Canada conclusasi la scorsa settimana, hanno messo in agitazione soprattutto una organizzazione: il Congresso Nazionale dei Cinesi Canadesi (CNCC).

Secondo Chen, che è stato primo segretario presso il consolato cinese di Sidney fino alla sua defezione nel 2005, il CNCC è la punta della piramide dei gruppi avviati dall’ambasciata e dai consolati cinesi in Canada. Il loro obiettivo, ha detto Chen, è di controllare e influenzare la comunità cinese e il governo canadese.

Il CNCC fa regolarmente pressione sul governo canadese; i suoi leader si impegnano a favore di candidati scelti durante le elezioni, e l’organizzazione ha cercato ampi accordi con il governo.

Non sorprende che il CNCC non abbia gradito di essere etichettato come la copertura di un potere comunista straniero.

Dopo il ritorno di Chen in Australia, il CNCC ha indirizzato dichiarazioni dai toni forti ai media sino-canadesi per negare le affermazioni di Chen.

Ha accusato Chen di “raccontare falsità, di creare odio e di danneggiare la pace della comunità cinese in Canada”. Ha anche minacciato di denunciare The Epoch Times, che ha riportato i commenti di Chen nella sua edizione in lingua cinese.

Ma Chen ha confermato i suoi commenti, e ricerche condotte da The Epoch Times suggeriscono che possa esserci un fondamento per le sue affermazioni sul CNCC.

Leader con Connessioni

Parlando con The Epoch Times mercoledì, il segretario esecutivo del CNCC David Lim ha negato di avere una stretta relazione con le autorità cinesi.

“Sono in Canada da più di mezzo secolo. Conosco molte persone. Non sono in stretta relazione con alcun gruppo” ha detto Lim.

Ha detto che le affermazioni secondo le quali è uno dei sostenitori più fidati del consolato cinese di Toronto sono solo “dicerie”.

Eppure Lim è un rappresentante dell’edizione estera del People’s Daily, portavoce ufficiale del Partito Comunista Cinese.

Il Chinese Canadian Post di Lim, con sede a Toronto, è un foglio allegato all’edizione del fine settimana del People’s Daily e regolarmente fa eco ai suoi punti di vista.

Per esempio, l’edizione del 4 marzo 2006 del Chinese Canadian Post ha incluso nel suo foglio 10 articoli che criticavano il presidente taiwanese Chen Shui-bian e il movimento per l’indipendenza di Taiwan, insieme ad una intera pagina del National Defense Canada.

Lim è uno dei tre leader d’alto rango del CNCC. Gli altri sono il presidente esecutivo Ping Tan e il co-presidente nazionale Hughes Eng.

Tan possiede il Bond International College, un istituto di Toronto che presenta se stesso come “importante sede formativa” per ufficiali cinesi in visita. La scuola si vanta di avere una designazione speciale che le permette di ricevere ufficiali dalla provincia cinese del Shanxi e ha ospitato ufficiali del ministero delle risorse umane, del ministero dell’educazione e della Corte Suprema. Ospita anche un gran numero di studenti che vengono dalla Cina continentale.

Tan, che è anche coinvolto in una joint-venture di scuole in Cina e, secondo un suo ex dipendente, considera il consolato cinese come il suo principale cliente. Gli ufficiali del consolato tengono regolarmente discorsi nelle sue scuole e Tan ha ospitato nel suo istituto una festa di addio per l’ex console generale cinese Chen Xiaoling.

Hughes Eng, 79 anni, è considerato nella comunità cinese come uno spauracchio del consolato cinese. Secondo una biografia di Chen trovata nel sito web del regime comunista cinese, il nonno di Eng si stabilì in Canada alla fine dell’800, ma Eng mantenne stretti legami con la Cina. Suo fratello, ex ufficiale sportivo del regime comunista cinese, ricevette il Primo Ministro Canadese Pierre Trudeau nel 1973 quando si recò in visita in Cina e aprì le relazioni con il regime comunista cinese.

Il CNCC afferma di essere stato fondato nel 1991 con il proposito di “aiutare a risolvere la questione delle ‘head tax’, di combattere per ottenere uguale status sociale per i cinesi e di dare voce alla comunità cinese”.

Ma l’ex diplomatico Chen Yonglin racconta una storia differente.

Secondo Chen, dopo il massacro degli studenti in Piazza Tiananmen del 1989, molti governi occidentali raffreddarono i loro rapporti diplomatici con la Cina e in risposta il regime cinese cercò di trovare delle organizzazioni in quei paesi per diffondere il suo messaggio.

“Organizzazioni come il Congresso Nazionale sono state fondate sulla base di questioni che i cinesi canadesi hanno a cuore, e usando l’idea dell’unità,” ha detto Chen. “Ma il vero scopo era quello di favorire gli interessi del regime cinese in Canada e di fare pressione sul governo canadese.”

Il CNCC nega tutto questo e sostiene “di non essere assolutamente controllata da alcun partito o forza politica.”

L’organizzazione ha sostenuto di parlare in nome della comunità cinese e recentemente, nel 2005, affermava di rappresentare 300.000 cinesi canadesi – circa il 30 per cento della popolazione cinese in Canada. Si dice che sia una società che raccoglie molti gruppi cinesi.

Ma altri membri della comunità cinese hanno polemizzato con le affermazioni del CNCC. E un’indagine condotta su più di 1000 cinesi canadesi nel 2005 era giunta alla conclusione che meno del tre percento dicono di sentirsi rappresentati dal CNCC.

I leader del CNCC si sono rifiutati di fornire le liste delle 280 organizzazioni che dicono di rappresentare. Raggiunti da The Epoch Times mercoledì, due leader del CNCC non sono stati in grado di dire quanti gruppi attualmente l’organizzazione rappresenti.

“Generalmente c’è solo un piccolo gruppo di persone che gestisce queste organizzazioni e che lavora con l’ambasciata cinese per raggiungere gli scopi dell’ambasciata all’estero,” ha detto Chen. “Alcune organizzazioni contano meno di 10 membri.”

Mettendo insieme gruppi più piccoli – molti con gli stessi membri e abbellendo i numeri del totale degli iscritti – sotto un gruppo “madre”, il tutto diventa credibile, ha detto Chen.

La questione di chi il CNCC rappresenti è stata posta durante la recente campagna elettorale federale, conclusasi il 23 gennaio 2006 con la vittoria di Stephen Harper del Partito Conservatore.

La questione più scottante durante la campagna all’interno della comunità cinese era il risarcimento per la discriminatoria “head tax”, la tassa imposta agli immigrati cinesi in Canada alla fine del XIX e all’inizio del XX secolo.

Mentre altri gruppi della comunità cinese hanno continuato a chiede le scuse e il risarcimento per le vittime ancora viventi di quella tassa, il CNCC ha detto che nessuna delle due cose era necessaria.

Prima delle elezioni, i leader del CNCC hanno raggiunto un accordo di principio con l’allora governo liberale di Paul Martin in cui si rinunciava alle scuse e ai risarcimenti e venivano invece stanziati 2.5 milioni in favore di una nuova fondazione guidata dai leader del CNCC. La fondazione sarebbe poi stata responsabile di collocare ulteriori 10 milioni in progetti che mettessero in luce il contributo dei cinesi canadesi.

Durante la campagna, Stephen Harper ha promesso di risarcire direttamente coloro che avevano pagato la ‘head tax’. In un editoriale pubblicato in inglese sulla prima pagina del Chinese Canadian Post il 3 giugno 2006, Lim ha chiesto a Harper di non cancellare quell’accordo di principio, sostenendo che si tratta del miglior modo per riparare all’ingiustizia della ‘head tax’. Tuttavia sembra che l’accordo sia stato messo da parte.

Sostenitori

Se possono esserci dubbi sulla sincerità dei leader del CNCC come sostenitori degli interessi della comunità cinese, non c’è alcun dubbio sui loro sforzi scrupolosi nel sostenere questioni care alle autorità cinesi.

Durante una conferenza statale dei gruppi vicini al regime comunista tenutasi a Pechino nell’ottobre 2003, Hughes Eng, di fronte ad una folla di leader pro-comunisti e di ufficiali cinesi, raccontò di come il CNCC aveva convinto il giornale Toronto Sun a scusarsi per un fumetto critico verso il regime cinese pubblicato sulle sue pagine.

Il fumetto, pubblicato nel periodo in cui scoppiò il caso della SARS, presentava la SARS come “made in China”.

Eng disse che il CNCC, assieme alla Confederazione delle Organizzazioni Cinesi di Toronto (un’organizzazione i cui dirigenti sono di nuovo Eng, Tan e Lim), aveva scritto lettere e organizzato proteste contro quel fumetto, chiedendo persino ai cinesi di boicottare il giornale. “Il console generale cinese di Toronto ha espresso la sua indignazione per l’intenzione del Toronto Sun di screditare il governo cinese” ha detto Eng, aggiungendo che, “il mondo intero ammira e loda il governo cinese per i suoi sforzi nel combattere la SARS. Non c’è stato alcun tentativo deliberato di cercare di coprire la verità.”

Eng ha vantato il fatto che, dopo che i membri della sua organizzazione hanno incontrato gli editori del Sun, il giornale ha accettato di pubblicare delle scuse.

Ma Chen Yonglin ha detto che lo scopo del regime cinese all’estero non è semplicemente quello di salvare la faccia. La sua priorità è piuttosto quella di screditare e intimidire cinque gruppi in particolare: gli esuli tibetani, i taiwanesi, i musulmani Uighur, gli attivisti democratici e soprattutto gli aderenti della disciplina spirituale del Falun Gong, messa al bando dal regime comunista nel 1999.

Chen è stato a capo del dipartimento politico del consolato di Sidney, che era responsabile della lotta contro questi cinque gruppi. Ha presentato documenti interni che mostrano come in Australia le varie organizzazioni erano usate per prendere di mira questi cinque gruppi.

Sembra che il CNCC abbia fatto cose simili in Canada. Nel 2001 il CNCC ha organizzato un raduno pubblico per “condannare il Falun Gong” nella Chinatown di Toronto. L’evento fu annunciato dal Chinese Canadian Post di David Lim. Hughes Eng partecipò e Ping Tan tenne un discorso, come fece anche il console cinese generale dell’epoca, Zhou Xingbao.

Lo stesso anno, il CNCC scrisse all’allora Primo Ministro Jean Chretien chiedendogli di mettere fine alle proteste del Falun Gong fuori dal consolato cinese. La lettera sosteneva che la protesta danneggiava l’amicizia Canada-Cina.

Chen Yonglin ha detto che la lettera in realtà fu scritta dal console generale e poi data al CNCC perché la consegnasse al primo ministro. Anche il console di Sidney ricevette copia della lettera, presentata come un esempio da cui imparare.

Nel 2002, Ping Tan e Hughes Eng erano co-presidenti del China Tibetan Culture, sponsorizzato dal regime cinese. Secondo un resoconto di questo evento sul giornale ufficiale People’s Daily, durante una settimana di eventi, sono stati presentati film tibetani, foto, arte religiosa, canzoni e danze.

Parteciparono sia l’ambasciatore cinese di allora, Mei Ping, che l’allora console generale cinese Sun Shuxian, insieme ad altri ufficiali cinesi.

Apparentemente gli unici ospiti esclusi erano i membri della comunità degli esuli tibetani di Toronto, relegati in una manifestazione di protesta all’esterno.

Nel 2004, quando un consigliere di Toronto presentò una mozione per istituire la Settimana del Falun Gong, Eng scrisse al sindaco e ai consiglieri esortandoli a respingere la mozione. Lo stesso fece il console cinese. David Lim era presente il giorno del voto, alla guida di una piccola folla di cinesi che agitavano striscioni contrari alla mozione. Il consiglio votò di non arrivare neppure a discutere la questione.

Quando una rete televisiva in lingua cinese che spesso presenta un punto di vista critico rispetto al regime cinese chiese la licenza per trasmettere in Canada, il CNCC scrisse al garante canadese delle trasmissioni, il CRTC, perché si opponesse.

Un rapporto scritto nel marzo 2005 all’interno dell’ambasciata cinese e trasmesso a The Epoch Times da un’altra persona che ha scelto la defezione dal regime cinese, mostra che l’ambasciata stava pianificando di dirigere le organizzazioni cinesi perché scrivessero lettere simili a CRTC.

Il CNCC si è anche guadagnato il plauso del consolato cinese per il suo impegno nello screditare il movimento per l’indipendenza di Taiwan. Articoli sul lavoro del CNCC in questo ambito sono stati pubblicati sul sito del consolato cinese di Toronto e sul sito del Ministero degli Esteri cinese.

Quando gli è stato chiesto se il CNCC abbia mai preso una posizione divergente rispetto alla linea del regime cinese negli ultimi due anni, Lim ha detto di non poterne ricordare nessuna.

Il CSIS Lancia l’Allarme sulle Spie Cinesi

Preoccupazioni sulla capacità del regime cinese di influenzare la società canadese e la sua politica sono emerse in aprile, quando Jim Judd, capo dei servizi segreti canadesi, ha posto fine alla politica del non rivelare i nomi dei paesi, e ha affermato che quasi metà delle risorse del contro-spionaggio del CSIS sono dedicate alle spie cinesi in Canada.

Michel Juneau-Katsuya, ex capo del CSIS per la zona dell’Asia-Pacifico, riferisce che ci sono almeno due dozzine di organizzazioni controllate dal regime cinese operanti in Canada.

Tra esse, come riferito da Chen Yonglin, ci sono un certo numero di gruppi studenteschi cinesi e di organizzazioni professionali. Mentre molti membri di questi circoli sono inconsapevoli delle connessioni con i consolati cinesi, i loro leader operano alle direttive del regime cinese.

Interrogato in proposito, Juneau-Katsuya ha riconosciuto immediatamente il CNCC, ma ha detto di non poter commentare direttamente se si tratta di una organizzazione interessante per il CSIS.

“La responsabilità del CSIS è quella di proteggere i canadesi e il governo del Canada. Ogni organizzazione che paia agire alle dipendenze di un governo straniero per mettere in atto interferenze politiche o di altro tipo, sarà oggetto di indagine per il CSIS”

Juneau-Katsuya ha anche lanciato l’allarme affermando che tali sforzi possono aumentare, a causa di un aumentato budget garantito al United Front Work Department del regime cinese, che si occupa di gestire quelle cose all’estero.

“Il United Front Work Department è stato estremamente attivo nel sostenere finanziariamente e logisticamente molte delle organizzazioni di questo tipo come organizzazioni di copertura per promuovere gli interessi cinesi e per spiare i canadesi e i cinesi all’estero,” ha detto.

Juneau-Katsuya ha citato un articolo di un giornale cinese che ha riferito che il comitato centrale del Partito Comunista Cinese ha assegnato altri 3 miliardi al Dipartimento degli Affari Esteri e al United Work Department per “abbellire” il regime cinese e la Cina all’estero per il prossimo anno fiscale.

“Hanno a loro disposizione una quantità sensazionale di risorse per poter usare le organizzazioni di copertura e le persone per sostenere le loro attività,” ha detto Juneau-Katsuya.

“Ogni organizzazione usata da una entità straniera per tali attività è qui inaccettabile.”

Cronaca supplementare di Anna Yang.

Versione inglese: http://en.epochtimes.com/news/7-6-21/56758.html

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