Durante la Dinastia Tang, viveva un monaco di nome Wu Tatsu Kokushi al quale fu attribuito il titolo di Kokushi (titolo onorifico conferito ai maestri buddisti).
Il giorno prima di essere ricompensato con il titolo di Kokushi, Wu Tatasu Kokushi incontrò un monaco che era malato. Il monaco aveva pustole su tutto il corpo. Era sudicio ed emanava un odore terribile. Tutti lo evitavano, tranne Wu Tatsu Kokushi. Provava pietà per lui e se ne prese cura. A poco a poco, il monaco ritrovò la sua salute. Prima della loro separazione, il monaco ringraziò Wu Tatsu Kokushi e disse, “Se le capiterà di avere delle tribolazioni, venga a cercarmi sulla Montagna Jiu Long, a Peng Zhou, nella provincia di Sichuan. Dovrà cercare due pini uno accanto all’altro.”
Wa Tatasu Kokushi eveva alti valori morali e si comportava virtuosamente, per questo l’Imperatore Tang Yi Zhong lo rispettava molto. Lo onorò del titolo di Kokushi e lo teneva in grande riguardo. Ma un giorno una pustola con la forma di un viso umano cominciò a ingrandirsi su un ginocchio di Wu Tatasu Kokushi. Aveva persino bocca e denti. Poteva persino ingoiare del cibo se la si alimentava. Medici celebri vennero da molti paesi per trattare al malattia di Tatasu Kokushi, ma senza risultato.
Un giorno Wu Tatasu Kokushi si ricordò del medico malato del quale si era preso cura fino alla guarigione e andò a cercarlo sulla montagna. Il mattino presto scoprì due pini uno accanto all’altro. Erano così alti che sembrava arrivassero al cielo. Il monaco lo stava aspettando fuori da un grande palazzo e gli chiese di restare.
Wu Tatasu Kokushi parlò al monaco della sua strana malattia. Il monaco rispose, “Non si preoccupi. C’è una fonte d’acqua pura sotto la montagna. Perché non aspetta fino a domani mattina. Laverà il suo ginocchio con l’acqua e sarà guarito.”
Il secondo giorno Wu Tatasu Kokushi andò alla fonte la mattina presto. Un attimo prima che prendesse un po’ d’acqua, la pustola dalla forma di un volto umano gridò, “Un minuto! Non lavarti ancora. Sei famoso e istruito. Hai letto la storia di “Yuan Ang e Chao Cuo” nel libro della dinastia Han occidentale?”
Wu Tatsu Kokushi rispose “sì, l’ho letta.”
La pustola disse “Visto che conosci quella storia, ti ricordi che Yuan Ang ha ucciso Chao Cuo? Nella vita precedente tu sei stato Chao Cuo. Tu mi hai denigrato di fronte all’imperatore e io sono stato ucciso. Ho tentato di vendicarmi vita dopo vita. Ma dato che eri un monaco di grande moralità e ti comportavi bene, non ho potuto farlo. Tuttavia in questa vita, poiché godi del favore dell’imperatore, il tuo carattere morale non soddisfa le esigenze. Hai cercato la fama e il profitto. Di conseguenza posso prendermi la mia rivincita. Oggi il venerabile Jia Ruo Jia (che si è trasformato lui stesso in un monaco malato) mi offre l’acqua della Sanadhi per liberarmi, dissolvendo anche i nostri vecchi rancori!”
Sentita la storia, Wu Tatsu Kokush si spaventò. Prese velocemente un po’ d’acqua per lavare la pustola. Il dolore fu così atroce che svenne. Quando rinvenne, la pustola sul suo ginocchio era scomparsa. Quando ritornò per vedere il grande palazzo, era scomparso senza lasciare traccia. Wu Tatasu Kokushi rimase in quella regione per praticare la coltivazione e non la abbandonò mai. Questa è la storia della famosa “Acqua del Samadhi del pentimento” ed è stata trasmessa da Wu Tatsu Kokushi alle generazioni future.
Anche se Wu Tatsu Kokushi era stato un monaco con una alta moralità nelle dieci vite precedenti, non ha potuto evitare la retribuzione karmica di una inimicizia formata dieci vite prima, semplicemente perché il suo carattere morale non era adeguato e aspirava alla fama e al profitto.
Questa storia vera serve certamente come avvertimento e ci ricorda di non trascurare nessuno dei nostri pensieri. Chi può dubitare dell’equità della legge della retribuzione karmica?
Versione francese: http://fr.clearharmony.net/articles/200902/43879.html
Versione cinese:http://minghui.ca/mh/articles/2009/1/21/193911.html
* * *
Potete stampare e diffondere gli articoli ed i contenuti pubblicati su Clearharmony, ma per favore citate la fonte.